The Precious Treasure of Light

Lovely Complex
Personaggi: ,
Rating: Verde
Genere: Commedia
Note: Flash-fic
Numero parole: 956
Introduzione: Perfino dall'impensabile può nascere qualcosa di meraviglioso.
The Precious Treasure of Light


Otani passeggiava avanti ed indietro nello stretto corridoio dell'Osaka Central Hospital, come se di lì a poco non vi fosse stato più un domani. Aveva l'aspetto di chi si era alzato frettolosamente nel corso della notte, senza saper bene cosa fare o come agire. Sembrava incurante delle pantofole da camera che stava indossando, di color grigio fumo come la vestaglia che lo proteggeva dal freddo corridoio. Le chiavi dell'auto tentennarono senza riscuotere alcun interesse, mentre Otani le ricacciava in una tasca della propria vestaglia. Come sensei, Otani aveva imparato ad affrontare una serie illimitata d'emergenze, ma la situazione che stava vivendo non era scritta su alcun manuale. Nessuno era in grado di spiegare il comportamento da assumere in determinate circostanze, quindi, optò per una serie di respiri profondi - nel disperato tentativo di calmarsi.

"Otani-kun!" La figura esile di Nobuki spuntò in fondo al corridoio, seguita da Nakao, Suzuki e Chiharu. Nel vederli, Otani si lasciò andare sulle poltroncine della sala d'aspetto; il fatto che non dovesse affrontare tutto ciò da solo rappresentò un enorme sollievo.

"Otani-kun! Come sta Risa?" Nobuki sedette di fianco all'uomo, tentando di riprendere fiato. Dietro di lei, Suzuki e Nakao si scambiarono uno sguardo d'intesa. Senza preavviso, Otani si sentì afferrare da sotto le braccia ed una volta sospeso in aria, tentò di ribellarsi alla presa "Ehi, voi, che diavolo state facendo?"

Suzuki e Nakao lasciarono andare la stretta attorno ad Otani, facendolo ricadere sulle poltroncine della sala d'aspetto. "Siete per caso ammattiti?"

"Affatto, volevamo solamente controllare le tue condizioni mentali."

"STO BENE."

Nobuki l'osservò attentamente "Da quanto sei qui?"

Otani fece un respiro profondo. "Da circa due ore, credo."

"Hai avuto notizie?" Domandò calmo Suzuki.

"Se le avessi avute non sarei in queste condizioni." Sbottò Otani, rassettandosi la vestaglia.

Nakao rivolse uno sguardo al segnale luminoso sopra la porta della sala operatoria. "Andrà tutto bene, ma perché sei rimasto fuori?"

Otani arrossì in modo vistoso. "Non ho retto la tensione, i medici mi hanno chiesto di attendere qui."

Nobuki sospirò. "Sei sempre il solito, Otani! E pensare che proprio io ho contribuito a gettarti tra le braccia di Risa! Proprio tu che indossi una vestaglia dal colore osceno!"

L'uomo assunse un'aria offesa. "Ehi, che centra la mia vesta-, che vorresti dire?!"

"Mi sento responsabile!" Sbottò Nobuki, incurante dell'uomo che aveva preso a guardarla con sguardo assai torvo. "Se non fosse stato per te, Risa non sarebbe in questa situazione, adesso!"

Chiharu si fece avanti timidamente. "Cosa dici Nobu? Dovresti essere felice che-"

La porta della sala operatoria si spalancò all'improvviso, cogliendo tutti alla sprovvista. Un medico abbassò il bavero della mascherina per parlare, quando si rese conto della moltitudine di sguardi che aveva attirato su di sé. Per un azione riflessa, indietreggiò, sollevando istintivamente le mani.

"Allora?! Mi dica dottore, come sta Risa?!" Gridò Otani, lanciandosi contro il medico.

"Si calmi, signore. La paziente sta bene, tutto è andato per il meglio!"

"Mi dica, è-!"

"La può andare subito a vedere, al piano di sopra, stanza centodue." Aggiunse il medico, sfuggendo alla presa dell'uomo e salutando velocemente i presenti.

Seguito dagli amici, Otani si lanciò su per la rampa delle scale, evitando con destrezza le grida di un'infermiera che richiamava all'ordine e al silenzio. Dimentico del senso civile, Otani spalancò la porta e alla vista del volto di Risa, rilassata e serena, il suo corpo subì un contraccolpo che lo portò ad accasciarsi per terra. Incuranti di Otani, i quattro amici si avvicinarono al letto di Risa, rivolgendo ampi sorrisi al piccolo fagotto rosa che la donna stringeva tra le braccia.

"Oh, Risa, è stupenda!" Esclamò Chiharu.

"E' così piccola!" Squittì Nobuki, accarezzando con un dito la guancia paffuta di una bambina.

"Non assomiglia per niente ad Otani!" Esclamò Nakao, un secondo prima di ricevere un colpo alla schiena da Otani stesso.

Con le guance sempre arrossate dallo sforzo, Risa sorrise al marito, mostrandole la figlia che dormiva ignara di tutto il trambusto che la circondava. Alla vista della piccola, Otani abbassò le spalle, sorridendo.

"Non riesco ancora a capire," Disse Nobuki, riflettendo. "Come da un nano e da una gigantessa possa esser nata una creatura così meravigliosa."

Sia Risa che Otani le rivolsero uno sguardo incendiario.

"E' davvero splendida." Sussurrò Otani, prendendola tra le braccia.

Risa sorrise, sentendo il cuore leggero nel petto ed una vaga sensazione di orgoglio: lei ed Otani, il famoso duo All Hanshin Kyojin costantemente deriso e canzonato dai compagni di scuola, avevano dato alla luce un tesoro prezioso, inestimabile, a dimostrazione del fatto che nella vita due persone apparentemente inconciliabili potevano davvero creare qualcosa di buono.


Note a fondo pagina: Questa storia è stata scritta per la Criticombola (iniziativa indetta da Criticoni), utilizzando il prompt numero 13 "Grigio Fumo" della cartella 5 (il tutto qui, please).

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