Plus Test
Personaggi: hp: draco malfoy, hp: ginny weasley
Rating: Giallo
Genere: Romantico, Commedia, Comico
Note: One-shot
Numero parole: 2889
Introduzione: Prequel di Parenthood, ovvero quando la vita di Draco Malfoy iniziò ad essere un Inferno.
Plus Test
"Merlino, Draco! Sarà come minimo la quarta volta che te lo ripeto."
Ginevra Weasley in Malfoy arricciò il naso, facendo inconsapevolmente risaltare le numerose efelidi che le decoravano il volto, mentre i suoi occhi color cannella saettavano sulla figura del marito che, incurante delle proteste della donna, camminava avanti ed indietro per più di un quarto d'ora.
L'opinione pubblica e tutti i giornali di gossip giudicavano Draco Malfoy, Presidente della Malfoy Corporation, un uomo calcolatore e freddo nella logica degli affari. Nessun capello fuori posto era stato mai visto o fotografato durante le numerose conferenze che Malfoy soleva tenere nelle hall degli hotel più costosi di tutta Londra, ma nello stato in cui adesso versava - Ginevra ne era certa - avrebbe di certo fatto la fortuna di molti giornali.
I suo capelli biondi, non più sottomessi al gel, puntavano verso ogni direzione, ricadendo fastidiosamente sugli occhi dell'uomo che, di tanto in tanto, li scostava di fianco alla fronte con gesti meccanici ed ansiosi.
"Allora." Prese a dire con tono paziente la giovane Weasley. "Funziona così. Dobbiamo contare il numero delle righe. Se compare la banda di controllo (C) e poi quella (R) e basta abbiamo due righe. Se compare anche quella (T) fanno in tutto tre righe. Due righe stanno a significare 'no', tre righe stanno a signidicare 'sì'."
Draco si voltò a guardare la moglie con sguardo stralunato, fissando in seguito, la scatolina bianca che giaceva sulla sua scrivania. Ginevra scorreva con lo sguardo il contenuto di un foglietto che, a lungo andare, Draco aveva iniziato ad odiare.
"O-ok. Quanto manca?" Domandò l'ex-Serpeverde, passandosi una mano tra i capelli.
"Qui dice di attendere mezzora."
Draco arcuò un sopracciglio. "Sei sicura che quell'aggeggio funzioni?"
"Che Merlino vuoi che ne sappia io? Me lo ha dato Hermione." Le guance di Ginevra si tinsero di rosa.
"Non mi fido dei Babbani, potevamo usare la magia." Sbottò secco Draco, avvicinandosi alla poltrona su cui stava seduta la consorte.
"La magia è pericolosa in questi casi! Me lo ha garantito Herm." Esclamò cocciuta Ginevra.
Il biondo tornò a guardare scettico la propria scrivania, quando un flop improvviso testimoniò la presenza di qualcun'altro, oltre a loro, nel suo ufficio. Esattamente di fronte alla porta, un sorridente Arthur Weasley esordì con un "Buongiorno, piccola mia." rivolto a Ginevra. La donna, voltandosi e notando la presenza del padre, si alzò dalla poltrona, correndo nella direzione dell'uomo.
"Buongiorno, Draco." Disse, infine, Arthur, addocchiando il genero da sopra il capo della figlia. Come risposta, il biondo fece un cenno d'assenso ed invitò l'uomo a sedersi.
"Come mai sei qui, papà?" Domandò Ginevra. "E' forse successo qualcosa?" Aggiunse, in seguito, con tono preoccupato.
"Oh, niente di grave, tesoro. Sono solo in visita di piacere."
Il buon vecchio Weasley prese a dirigersi verso la poltrona occupata in precedenza dalla figlia, quando il volto improvvisamente bianco di Ginevra attirò l'attenzione di Draco. L'ex-Serperverde rivolse uno sguardo interrogativo alla rossa, cercando, tuttavia, di non attirare l'attenzione del suocero. Quando Ginevra iniziò a gesticolare dietro alle spalle del padre, Draco la giudicò impazzita. Il rossore delle sue guance era diventato tanto intenso da competere con i suoi tipici capelli.
Draco la osservò portarsi una mano vicino alla bocca e scandire delle parole in silenzio.
"Come vanno gli affari, ragazzo?" Domandò Arthur, ignaro della situazione.
"Ehm, molto bene signore." Rispose il biondo, cercando di rispondere all'uomo e di capire le parole della moglie.
"Oh, su via, figliolo! Chiamami Arthur."
"Ok, A-Arthur." Balbettò Draco, distogliendo per qualche secondo lo sguardo da Ginevra.
Il vecchio Weasley sollevò gli occhi sul ragazzo, aggrottando la fronte. "Ti senti bene, Draco? Ero convinto che i Malfoy non balbettassero."
Notando l'ironia in quelle parole, Draco ribattè. "Certo." Stavo solo cercando di capire quella pazza isterica di tua figlia, aggiunse mentalmente.
Tornò nuovamente a fissare le labbra di Ginevra, concentrando su di esse ogni fibra del suo essere. Come se non l'avesse mai fatto!
Leva... leva cosa? Quell... quell'affare? ...
"Leva quell'affare dalla scrivania?" Si domandò a voce alta Draco, guardando Ginevra con gli occhi sgranati. La donna avvampo' di colpo nel sentire la voce del marito formulare tale frase e affondò entrambe le mani nei capelli. Realizzando cosa fosse realmente 'l'affare', Draco si voltò di colpo, notando lo sguardo di Arthur vagare tra i suoi fogli di lavoro.
Con uno scatto poderoso delle anche, l'ex-Serpeverde si slanciò sopra il mogano della scrivania, facendo cadere con nonchalance la tanto discussa scatola. Quel gesto, tuttavia, attirò immediatamente l'attenzione del suocero che prese a guardare il ragazzo come se fosse impazzito all'improvviso.
"Err, c-c'era un... un ragno! Sì, un ragno. Io odio i ragni!" Si giustificò Draco, facendo di tutto per suonare sincero.
"Oh, anche mio figlio odia i ragni." Disse Arthur, riferendosi a Ron.
"Lo so, perché gli ho sempre fat- ehm, Ginevra me lo ha detto." Si corresse il biondo.
Ginevra, sempre in piedi alle spalle del padre, guardò il consorte con aria apprensiva e a Draco non servì una laurea in Legimens per capire che la moglie si stava domandando delle condizioni della piccola scatola. Ginevra gli aveva detto che Hermione era in possesso di un unico Merlino solo sapeva bene cosa e che, in caso di rottura o inefficienza, sarebbe stato necessario comprarne un altro nella 'cosa' babbana.
Ovviamente, per mantenere le tradizioni di pensiero dei Malfoy, Draco voleva evitare anche solo di mettere piede in quel luogo strano che aveva più volte visto nei suoi viaggi d'affari.
"Tesoro," La voce di Arthur richiamò l'attenzione di entrambi i coniugi. "Tua madre mi ha chiesto di dirti di venire a cena una di queste sere assieme a Draco. Il figlio di Bill e Fleur compierà due anni e festeggeremo la ricorrenza." Disse, guardando il genero.
"Verremo senz'altro." Rispose, dolcemente, Ginevra. Arthur si alzò dalla poltrona, sorridendo alla figlia e dando una piccola pacca alla spalla del genero. Era un modo come un altro per mostrare al ragazzo tutta la sua comprensione.
Infatti, alle parole della moglie, Draco fece una smorfia. Compleanno voleva dire famiglia Weasley al completo.
"Adesso devo proprio andare. Buona giornata e buon lavoro." Disse Arthur, facendo roteare la bacchetta e scomparendo un secondo dopo.
Chiunque fosse entrato nell'ufficio di Draco Malfoy, non avrebbe notato nè l'uomo più popolare di quel periodo, nè la sua dolce consorte. Un ottimo osservatore, tuttavia, avrebbe notato la stoffa a fiori di un vestito esattamente dietro alla scrivania.
"Draco, non vedo niente. Smettila! Così mi fai male."
"Stà zitta e ferma, Merlino!"
Un osservatore attento e discreto, tra le altre cose, avrebbe girato i tacchi e lasciato la coppia alle proprie esternazioni amorose. Al contrario, se la discrezione non gli era familiare, si sarebbe proteso oltre la scrivania e avrebbe assistito, divertito, al piccolo spattacolo made in Malfoy. Sia Ginevra che Draco sollevarono il capo nello stesso istante ed un sonoro thud risuonò nella stanza, assieme ai lamenti di entrambi.
"Merlino, Draco! Stà attento!"
Dal compagno provenne unicamente un grugnito dolorante.
"Dov'è finito?" Domandò allarmata la rossa. "Era proprio necessaria tutta quella scenata di fronte a papà?"
"Volevi forse che tuo padre mi facesse fuori?" Sbottò stizzito Draco.
Ginevra roteò gli occhi, sbuffando. "Draco siamo s.p.o.s.a.t.iiii. Ricordi?"
"Vagamente." Le rispose Draco, guadagnandosi una linguaccia dalla moglie. L'uomo tornò a tastare la moquette sotto la scrivania, scandagliando con lo sguardo ogni centimetro di pavimento alla ricerca della piccola scatola, che aveva intenzionalmente gettato a terra.
Infine, un gridolino di Ginevra lo fece voltare verso la moglie. Fece cadere gli occhi tra le mani della donna e le parole di quest'ultima lo ghiacciarono.
"Draco, si è rotto."
Senza molte cerimonie, l'ex-Serpeverde sottrasse la piccola scatola dalla presa di Ginevra e la fissò ostinato.
"Come fai a saperlo?" Domandò, con un incipit di rabbia nella voce. La donna, sospirando per la cocciutaggine del marito, indicò un lato della scatola.
"C'è una piccola crepa proprio qui, non la vedi?"
Draco rigirò l'oggetto tra le mani, osservando il lato indicato. "Accidenti." Sbottò.
"Ci sono le righe, Draco?" Domandò curiosa Ginevra, sporgendosi sul marito per poter vedere meglio il piccolo oggetto di plastica. L'ex-Serperverde lo avvicinò per una migliore osservazione, aggrottando, infine, la fronte.
"Io non vedo niente, Gin. Lo sapevo che questo aggeggio non avrebbe funzionato."
"Draco, è rotto!" Esclamò la donna esasperata. Quando Ginevra si portò in piedi, Draco seguì il movimento con interesse.
"Andiamo a Londra e compriamone un altro." Propose, risoluta, portandosi le mani sui fianchi.
A quella frase, Draco scattò in piedi sconvolto. "NO!" Esclamò, con una certa veemenza.
Ginevra sollevò un sopracciglio. "No?"
"No." Confermò Draco.
Le labbra di Ginevra si stirarono in modo impercettibile, mentre le sopracciglia presero una piega verso il basso. Evidentemente non amava essere contraddetta. La donna afferrò di nuovo l'oggetto, strappandolo dalle mani del consorte e lo lasciò cadere a terra, calpestandolo infine con un piede. Il crack che si udì fece spostare gli occhi grigi di Draco verso il basso dove la piccola scatola giaceva a pezzi.
"Se non andiamo a Londra, tesoro," prese a dire Ginevra con tono pericolosamente dolce, "Ti schianto."
Draco inghiottì pesantemente, ma tentò di non darlo a vedere alla donna.
"Gin, è imbarazzante. Non sappiamo nemmeno come si chiama- chiamava quell'affare."
"Basta chiedere di nuovo ad Hermione." Disse Ginevra, avviandosi verso la porta dell'ufficio. "Ti aspetto tra meno di un'ora a casa. Ci vediamo dopo." E con quelle parole fece il gesto di lanciare un bacio nella direzione di Draco. L'ex-Serpeverde osservò le spalle della moglie scomparire dietro alla porta, per poi essere sostituite da quelle possenti di una delle sue segretarie.
Miss DuPois entrò con tutta la grazia che la sua notevole mole le concedeva. "Buongiorno, Signor Malfoy." Disse, posando dei plichi sulla scrivania del proprio principale.
Draco rispose al saluto della donna e si lasciò cadere nella sua poltrona.
"Giornata storta, signore?" Domandò Miss DuPois, osservando l'aria dismessa di Malfoy. Senza risponderle, Draco osservò il sorriso che andò creandosi sul volto della donna alla vista dell'oggetto distrutto a terra.
"Oh." Fu tutto ciò che disse, chinandosi leggermente verso il basso.
Draco aggrottò la fronte, meravigliato. "Lei sa di cosa si tratta?"
A quella domanda, l'aria sorpresa e forse un poco offesa di Miss DuPois mise a disagio l'ex-Serpeverde.
"Signore, anche io sono una donna, sa?" Sbottò Miss DuPois, mantenendo un certo rispetto nella voce.
"Non intendevo in quel senso, Milly." Sbottò Draco, arrossendo un poco.
Sentendo pronunciare il proprio nome, i lineamenti della donna si addolcirono un poco e l'ex-Serpeverde si affrettò a dire. "Pensavo di aggiustarlo con un reparo."
"Non credo che funzionerà. Si tratta pur sempre di un oggetto babbano abbastanza sofisticato."
"Che mi consiglia, allora?" Domandò Draco, cercando di rifarsi della magra figura con la donna.
"Mi creda, è molto meglio che ne comperi un'altro. E' più sicuro."
Draco affondò le mani tra i capelli, rassegnato. Non era esattamente ciò che voleva sentirsi dire.
"E' proprio necessario?" Sussurrò Draco Malfoy, fissando l'insegna verde e luminosa a forma di croce. Farmacia. Ecco come la chiamavano i Babbani. Che nome stupido, si ritrovò a pensare il biondo, mentre Ginevra, al suo fianco, aveva iniziato a picchiettare impaziente il piede a terra.
"Avanti, Draco, entra." Disse, facendogli il gesto di entrare. A quelle parole, il consorte alzò un biondo sopracciglio.
"Perché io? Serve a te." Sbottò.
Ginevra imbrociò le labbra. "Fa troppo caldo, là dentro." Sbottò, indicando le porte automatiche e sentendo l'aria calda che ne usciva. "Potrei avere un mancamento."
Draco la osservò sbigottito. Aveva sposato una donna dalla fervida immaginazione.
Il biondo tornò a fissare nuovamente l'entrata, facendo il gesto di allentarsi il nodo della cravatta, mentre le persone attorno a loro presero ad osservarlo con una malcelata curiosità negli sguardi. Fatto un profondo respiro, Draco si spaventò un poco a passare tra quelle porte che non facevano altro che aprirsi e chiudersi da quando erano arrivati.
Quando l'unica via di uscita si chiuse alle sua spalle, Draco si sentì in trappola. Dopo essersi imposto un certo autocontrollo, il biondo notò che nell'aria vi era lo stesso odore che impregnava l'aula di Piton ai tempi in cui ancora frequentava Hogwarts.
Forse incoraggiato da tale familiarità e percependo lo sguardo perforante di Ginevra dall'esterno, Draco si avvicinò al bancone dove una donna sulla quarantina lo accolse con un sorriso.
"Mi dica, desidera?"
Ecco. Era arrivato il momento che avrebbe voluto che mai arrivasse.
"Dunque, avrei bisogno di una... cosa." Disse, mantendosi vago.
"Cosa?" Incalzò gentilmente la donna, pur non notando l'imbarazzo dell'uomo che le stava di fronte.
"Non saprei come spiegarle-"
"Se mi dice la sintomatologia potrei aiutarla."
Sinto-che? Draco la osservò stupito. Babbani! Sbottò mentalmente, poi.
Notando il silenzio del biondo, la donna prese a guardarsi attorno e si chinò verso il bancone.
"Si tratta di qualcosa che la imbarazza?" Insinuò.
Le guance pallide di Draco si tinsero di rosa. "Ehm, forse-"
"A me può dirlo senza problemi, è il mio lavoro."
Draco fece un respiro profondo, cercando il coraggio da qualche parte. Dio, lui che nemmeno era un Grifondoro!
"Vorrei un-"
"Ha problemi alla prostata?" Domandò sottovoce la donna.
"NO! Merlino, donna! Come le viene in mente?!" Gridò scandalizzato Draco, attirando su di sè l'attenzione di tutta quanta la farmacia.
La quarantenne si ritrasse un poco, sorpresa forse per il Merlino, per il donna o per il rossore tremendo sulle guance del suo cliente.
"Allora, le servono dei... preservativi?"
"E che sarebbero?" Sbottò Draco, alzando un sopracciglio all'espressione della donna.
"Se non spiega cosa le interessa, signore, ho paura di non poterle essere molto d'aiuto." Disse la farmacista, più confusa che mai.
Draco iniziò a guardarsi attorno alla ricerca di nemmeno lui sapeva bene cosa. Infine, i suoi occhi grigi caddero su un cartello di plastica collocato alla sua destra, sul bancone.
"Questo!" Gridò, sollevato al pensiero di non averne pronunciato il nome. La donna seguì la direzione indicata dall'uomo e tornò a guardarlo sorpresa. Infine, un sorriso sostituì lo sconcerto nel suo volto ed afferrò una delle tante scatole che stavano ai piedi del cartello pubblicitario.
"Poteva dirlo subito! E' davvero così imbarazzante? E' solo un test di gravidanza." Ridacchiò, notando il rinnovato rossore.
Draco la incenerì con lo sguardo. Mai prendere in giro un Malfoy. Regola numero uno del quieto vivere.
Quando Ginevra corse fuori dal bagno, urlando come un'ossessa, Draco credette che il mondo stesse per terminare da un momento all'altro. Il contenuto della bottiglia di Firewisky che si era generosamente concesso intasò le sue vie respiratorie, costringendolo a tossire per guardagnarsi un poco di aria. La donna non sembrò badare alle condizioni del marito, poiché iniziò a emettere gridolini sconnessi.
"Tre righe, Draco! TRE RIGHE!" Esclamò Ginevra, sbattendogli in pieno volto il test.
"Ci sono tutte! La banda di controllo (C), (R) e (T)! Anche la (T) Draco! Non trovi che sia splendido?"
Ripresosi, l'uomo fissò la scatola e notò che, effettivamente, vi erano tre righe. Sospirò, forse un poco sollevato.
Sua moglie non era incinta.
"Mi spiace, Gin." Disse, abbracciando con amore la donna.
Ginevra sollevò il capo, affondando il mento nella giacca del consorte. "Amore, lo desideravo da tanto." Sospirò.
Tra i due era lei che desiderava un bambino sopra ogni cosa. Il fatto che non fosse incinta, l'aveva comunque un poco deluso. Sapeva quanto lei ci tenesse.
"Dovrò dirlo a papà, a mamma, a Ron e-e..."
Draco la sciolse dall'abbraccio e aggrottò la fronte, guardando sua moglie negli occhi. "Se non vuoi, non è necessario che lo sappiano, Gin."
"Merlino, Draco! Sei impazzito? Non posso tenerglielo nascosto."
"Non lo verrebbero mai a sapere se non ne vengono a conoscienza direttamente da noi!" Esclamò risoluto il biondo.
Ginevra fissò il consorte, dipartendo un poco le labbra. Perché era così maledettamente sorpresa? Pensò Draco, notando il cipiglio della donna.
"E' impossibile Draco, gonfierò tutta! Lo vedrà anche un cieco."
"Che discorsi! Gonfieresti solo se tu- ... cosa volevano dire le tre righe Gin?" Domandò, deglutendo a forza.
Ginevra roteò gli occhi. "Insomma, questa è la quinta volta Draco! Sono I-N-C-I-N-T-A. Aspettiamo un bambino, sarai padre, come te lo devo dire? Vuoi che te lo metta per iscritto via Gufo? Non so se Errol riuscirà a staccarsi dal trespolo, però." Affermò, con reale preoccupazione al pensiero del rapace. Quando concluse che avrebbe ridato Errol ai suoi, Ginevra constatò che suo marito era scomparso.
"Draco? Draco? Dov- DRACO?!" Gridò, infine, notando l'uomo steso a terra. Ginevra si chinò, puntellando le braccia sopra ai ginocchi ed osservò il volto pallido del celeberrimo Draco Malfoy.
Pizzicò la guancia dell'ex-Serpeverde e constatò che non vi erano segni di vita.
"Oh, bè, credo che questo sia il momento adatto per dirti che stasera ho invitato i Potter e Ron a cena." Rivelò con nonchalance.
Un piccolo suono disconnesso fece abbassare nuovamente lo sguardo della donna sull'uomo riverso a terra.
"Oh, allora eri sveglio."
Ebbene sì, signori. Il grande Draco L'Iceberg Malfoy era svenuto per la seconda volta.
Note a fondo pagina: Potete considerate Plus Test come una sorta di prequel di Parenthood. Per la cronaca, Plus Test è una marca di test di gravidanza. Non ho ancora avuto, ehm, esperienza con suddetti test, quindi spero di non aver sparato niente di inverosimile. In tal caso, rideteci sopra.