Parenthood

Harry Potter
Personaggi: , , , ,
Rating: Giallo
Genere: Commedia
Numero parole: 22123
Numero Capitoli: 7
Introduzione: Badare ad un bambino, si sa, non è affatto semplice. Specialmente se è figlio del tuo peggior nemico.
Sixth Day, Ovvero il mondo contro Draco Malfoy


Blaise Zabini osservò Draco e la bottiglia di Whisky Incendiario che teneva ben salda con la mano destra, mentre la sinistra sorreggeva, tremante, un piccolo bicchiere di cristallo. Per molto tempo l'uomo dai capelli corvini immaginò di vedere tutto l'alcol riverso sulla scrivania del cugino.

Draco si versò un primo bicchiere e sotto lo sguardo sorpreso di Blaise, inghiottì il liquido tutto d'un fiato. Il rosato sulle sue guance diafane e il leggero scuotersi del suo corpo erano una chiara testimonianza che il whisky aveva fatto effetto.

Il biondo ripetè l'azione, posando infine il bicchiere con un sonoro thud.

"Oh, Dio." Mormorò Draco, con lo sguardo puntato verso quello di Blaise.

"Posso raccontare in giro di aver sconvolto Draco Malfoy?" Domandò Blaise con una punta di divertimento nella voce.

"No."

"Ok."

Draco si versò un terzo bicchiere. "Quando è successo eri ubriaco?" Domandò, osservando il cugino.

"Non credo. No, ero sobrio." Disse Blaise, concedendosi del tempo per pensarci.

L'espressione di Draco si fece maggiormente sorpresa e leggermente terrorizzata, mentre osservava il cugino come se si fosse trattato di un Ungaro Spinato. Quando pensò al quarto whisky da buttar giù, la voce di Blaise lo bloccò.

"Lo so anch'io che a cose normali non dovrebbe succedere, ma-"

"NO, che non dovrebbe succedere!" Sbottò Draco. "Merlino, quando mai si è sentito? Andare a letto con... con-!" Draco gli rivolse un'espressione disgustata, tanto che neanche la sua lingua, altamente raffinata, riusciva a pronunciare quel nome.

"Millicent Bulstrode." Farfugliò Blaise, rassegnato.

"Conseziente, oltrettutto!" Sbraitò Draco, sconvolto. Dopo un colpo di tosse, il biondo riprese controllo della situazione. "Ascolta, Blaise."

Il moro sollevò lo sguardo sul cugino. Draco si guardò attorno, come per cercare una presenza intrusa. "Credimi, sono andato con quasi tutta la popolazione femminile di Hogwarts, ma mai, dico MAI, mi è venuto in mente di toccare Bulstrode anche solo con la bacchetta." Bisbigliò, sporgendosi in avanti e coprendosi in parte la bocca.

"Uh-oh, chissà come sarebbe felice Weasley di questa-"

"Dì qualcosa e ti pianto in un muro." Lo minacciò Draco. Blaise fece spallucce.

"Quando è accaduto questo-questo deprorevole incidente?"

"Circa un mese fa. Forse due." Blaise si mantenne vago. "Ero al ricevimento di Bilius Berg quando ho incontrato Bulstrode. Abbiamo parlato per gran parte della serata; è raro incontrare dei compagni di Casa in questo genere di occasioni. Ricordo di averle offerto da bere." Blaise sollevò un sopracciglio, guardando un punto oltre le spalle di Draco. "Non... non è cambiata poi molto."

"Ok." Disse Draco, massaggiandosi una tempia. "Posso capire il parlare, ma proprio non riesco a concepire come hai fatto a finirci a letto."

"Ad essere sinceri," Farfugliò Blaise, grattandosi la base del collo. "Non lo capisco nemmeno io."

Draco prese a massaggiarsi anche l'altra tempia.

Blaise continuò. "So solo che a fine serata me la sono ritrovata addosso in una stanza di Berg e-"

Il biondo sollevò il palmo di una mano. "Non mi interessano i particolari, thank."

"Comunque, da quella sera non l'ho più vista nè cercata. Due giorni fa è piombata nel mio camino gridandomi di essere rimasta incinta."

"Ed io che centro?" Domandò Draco, incerto se sbattere la testa contro un muro o prendere a calci il didietro del cugino.

"Ha detto che per una modica somma di un milione di Galeoni è disposta a sparire dalla mia vita." Disse Blaise, tranquillo.

Ok, optò per prenderlo a calci.

"Merlino, Blaise! Un MILIONE di Galeoni?! Non hai certo tutto quel denaro!"

"Lo hai tu, infatti." Disse Blaise. Draco sbattè gli occhi per qualche secondo.

"Oh, no, no."

"Draco..."

"Niente Draco! Non ho intenzione di darti quei soldi!"

"E' solo un milione." Blaise assunse un'aria falsamente innocente.

"NON posso sganciare soldi ogni volta che metti gravida una donna!"

"E' la prima volta che succede." Si difese Blaise.

"Non è tanto una questione di volte," Draco si afferrò la testa con le mani, "Quanto il fatto che la prima è stata Bulstrode, la cui posizione nella scala animale è al gradino più basso."

Blaise chiuse gli occhi e sospirò. "Il fatto è che se la mia attuale fidanzata dovesse scoprire-"

"COSA?!" Draco s'alzò di colpo. "La. tua. cosa?!"

"Fidanzata." Blaise aggrottò la fronte. Che aveva detto di così tremendo, a parte il fatto che ad essere incinta non era la donna che avrebbe dovuto sposare?

Draco respirò quanta più aria possibile, tentando di contare fino a dieci. Ma arrivò ad un quattro scarso.

"Ricapitolando. Tu hai messo incinta una donna, che NON è la tua fidanzata, disposta a lasciarti in pace per la 'modica' somma di un milione di Galleoni?"

"Esattamente." Rispose Blaise. C'era arrivato.

"E tu mi chiedi in prestito tutti quei soldi." Disse come un dato di fatto.

"Più o meno." Rispose Blaise, scrollando le spalle. Draco lo squadrò, sentendo il suo patrimonio pericolosamente minacciato.

"In che senso più o meno?"

Blaise fece un sorrisetto compiaciuto. "Probabilmente morirò prima di restituirti tutto quel denaro."

Draco represse una risata isterica sul fondo della propria gola. "Oh, no. Tu mi restuirai tutto, fosse anche la tua ultima goccia di sangue. In caso di morte, sta certo che troverò un modo per resuscitarti."

I due stettero in un religioso silenzio: Blaise pregando che il cugino accettasse, Draco sondando l'idea di evitarsi tutta la fatica, schiantando il parente seduta stante. "Chi sarebbe la tua fidanzata?" Domandò, interrompendo il silenzio.

Blaise arcuò un sopracciglio. "Non credo che sia il caso di dirtelo."

"Mpf, basta che non sia Ginevra. Poi a me non interessa."

Blaise ridacchiò, tornando subito serio. "Pansy."

Ed ecco il macigno schiantare le spalle del famoso e miliardario Draco Malfoy.

"COSA? Sei ingaggiato con una mia dipendente, con Pansy?!" Blaise non capì se tutta l'agitazione del cugino fosse dovuta al fatto di saperlo fidanzato con la sua segretaria o con Pansy Parkinson, Serpeverde.

"Sì, da circa sette mesi."

"Pansy non mi ha mai detto niente."

Blaise sbuffò. "Sono stato io a chiederle di rimanere in silenzio. In fondo, tra noi non è scorso buon sangue. Temevo che l'avresti licenziata."

Draco incrociò le braccia al petto, indignato. "Non avrei mai fatto una cosa del genere. Non a lei, dal momento che qui dentro è l'unica donna con un cervello, che non sbava alla vista del mio sedere."

"Vorrei anche vedere," Disse Blaise, cupo.

"Non mi sembri nella posizione di giudicare Pansy, vista la tua scappatella." Tagliò corto Malfoy.

"Insomma, mi dai una mano o no?" Sbottò Blaise, spazientito.

"Vedremo." Draco sollevò una manica del completo e scrutò il Rolex che aveva al polso. "Adesso, se permetti, sarebbe l'ora di pranzo. Vuoi farmi compagnia?"

Blaise si lasciò andare ad un sospiro rassegnato. "Ok, volentieri."

Draco e Blaise uscirono dall'ufficio, il primo con un espressione tremendamente altera, il secondo con uno sguardo abbattuto. Si materliazzorono al grande ingresso della Malfoy Corporation, attirando da subito l'attenzione di Miss Purple. O meglio, Blaise attirò l'attenzione della donna. Notando lo sguardo libidinoso che gli veniva rivolto, Blaise indietreggiò di un passo, nascondendosi, piano piano, dietro alla figura di Draco Malfoy.

"Miss Purple," Disse Draco, notando lo sguardo della donna. "Mi faccia mandare James Potter."

Blaise arricciò il naso. "Devo mangiare con un Potter?"

"Sì, dal momento che è sotto la mia custodia." Sbuffò Draco.

Miss Purple scomparve, per poi riapparire cinque minuti dopo con uno sguardo frastornato. "Ehm, Presidente. Il bambino non c'è."

Draco incassò il colpo e sbattè le palpebre per un minuto abbondante. "Miss Purple," Sibilò. "Non ho voglia di scherzare, potrei licenziarla seduta stante."

La donna divenne bianca in volto e Blaise giudicò che non era per via del Fard. "Ma-ma-ma si-signor Malfoy, il bambino n-non c'è davvero."

Gli occhi grigi di Draco si spalancarono fino all'inverosibile, proiettandolo in un futuro non molto lontano con Ginevra che gli porgeva le valige e lo sbatteva fuori di casa, gridando al divorzio.

Blaise notò la vena nel collo del cugino pulsare pericolosa. Sospirò, iniziando mentalmente un conto alla rovescia.

4, 3, 2, 1...

"Voglio JAMES POTTER, ORA, ADESSO, IN QUESTO ISTANTE!"

Tutti i dipendenti presenti a quel piano si voltarono verso il loro principale, terrorizzati. Erano rare le volte in cui Draco Malfoy perdeva la sua calma di ghiaccio.

"PORTATEMI QUI QUEL BAMBINO O... VI LICENZIO TUTTI!"

Quelle parole ghiacciarono la vita che, fino a qualche minuto prima, scorreva tranquilla nell'edificio. Blaise osservò sbigottito tutti i dipendenti iniziare a correre a destra e a manca, sollevando i cuscini delle poltrone sparse in tutta la Corporazione, spostando vasi, aprendo porte e bagni. Un coro di James si sollevò ben presto in tutto quanto il grattacielo, ad ogni piano, in ogni stanza.

"Sono morto, morto, morto, morto." Draco fissava a terra, più pallido del normale. Sembrava volersi auto-convincere della fine che avrebbe fatto per mano di sua moglie. Nonostante la situazione paradossale, Blaise dovette astenersi dal ridere. Il grande Draco Malfoy succube di Ginevra Weasley. Terrorizzato all'idea di aver perso niente di meno che il figlio dell'arcifamoso Harry Potter. Blaise deglutì a vuoto. Sotto certi punti di vista, era messo meglio lui.

Draco si voltò verso il cugino, afferrandolo violentemente per le spalle, tanto che Blaise si trattenne dallo spaventarsi.

"Aiutami a trovare quel marmocchio e considera quel milione già tuo."

Gli occhi di Blaise si illuminarono di luce propria. Liberandosi dalla presa del parente, Blaise si aggiustò la cravatta e si chinò verso la scrivania di Miss Purple, liberando un sorriso che Malfoy giudicò sciupa femmine.

"Dimmi bellezza," Disse, mentre Draco storse il naso. "Con chi era quel bambino quando l'hai visto per l'ultima volta?"

Miss Purple prese a balbettare, ma Draco non capì se per la paura di essere licenziata in tronco o per la voce mielosa di Blaise. "C-con la signorina Pa-Pa-Pansy."

"La faccia chiamare." Ordinò, duro, Draco.

Miss Purple si riebbe dal suo stato comatoso. "Oh, ma quando la signorina ha lasciato l'edificio era da sola."

Draco sbiancò ancora di più.

"Ok, calma cugino. Riflettiamo." Tentò Blaise.

"Riflettiamo?!" Il biondo sbattè una mano sulla scrivania di Miss Purple, facendo svenire quest'ultima. "RISCHIO UN DIVORZIO, CAZZO!"

"Draco... non fare così... Weasley ti ama, credo."

Passando sopra il 'credo' del cugino, Draco tornò a sbraitare. "Ginevra non ci metterà niente ad Avada Kevadrarmi!"

"Magari si è nascosto da qualche parte." Propose Blaise. In quel mentre, un impiegato corse verso Draco ansimando.

"Non vi è nessun bambino, Presidente. La magia non ha rivelato niente."

"LICENZIATO! LICENZIATI TUTTI!" Prese a gridare Draco.

"Draco, calma!" Blaise prese a trattenerlo per le spalle. Notando che il cugino era ormai andato, il moro decise di prendere in mano la situazione. Rivolgendosi all'uomo che aveva portato la triste missiva, Blaise disse. "Continuate a cercare. Bloccate le uscite. Io e lui andremo fuori. Se avete notizie, contattateci."

L'uomo fece un cenno d'assenso con il capo e riferì tali ordini agli altri dipendenti.

Blaise trascinò Draco per strada. Ok, la missione si prospettava difficile. Per avere quel milione faceva prima a lavorare! Prese a guardarsi intorno. Non era un esperto della Londra Babbana; per quel che ne sapeva lui, quel James Potter poteva essere andato ovunque. Blaise sbuffò, casinista come il padre, senza dubbio!

"Oeh!" Esclamò, schiaffeggiando Draco. "Vuoi muovere il culo e cooperare? Almeno muori con onore dicendo a tua moglie di aver tentato di trovarlo, santo Merlino!"

"E cosa dovrei fare?" Sbottò Draco. "Fermare ogni passante e chiedere se l'ha visto?!"

Dopo mezz'ora.

"Un bambino! Sto .cercando .un .B-A-M-B-I-N-O!" Draco aveva portato le mani alla bocca, gridando all'orecchio di una anziana signora.

"Ehh? Come ha detto giovanotto?" La vecchietta si sporse verso l'uomo, tendendo l'orecchio.

"Ci rinuncio!" Draco si voltò per cercare Blaise. Lo trovò a parlare animatamente con una donna. Seguì la direzione indicata dal dito della signora che, vistosamente vestita, non badava agli sguardi dei passanti. Gli occhi di Draco si soffermarono su un'insegna luminosa e sentì tutto il sangue congelarsi nelle vene.

"Forse l'abbiamo trovato Draco." Blaise gli venne incontro. "Forse, però, non ti piacerà sapere... ehm, dove."

Draco deglutì a vuoto, trascinato da Blaise di fronte ad un bar appariscente. Un uomo, sulla quarantina, si voltò, accogliendoli con un sorriso luccicante ed uno sguardo che lasciava poco all'immaginazione.

"Entrate, entrate! Benvenuti nel Paradise Gay's Bar!" Draco arrossì di colpo e Blaise non potè impedirsi di toccarsi il didietro con un gesto vagamente protettivo.

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