Parenthood

Harry Potter
Personaggi: , , , ,
Rating: Giallo
Genere: Commedia
Numero parole: 22123
Numero Capitoli: 7
Introduzione: Badare ad un bambino, si sa, non è affatto semplice. Specialmente se è figlio del tuo peggior nemico.
Fifth, Ovvero i fraintendimenti di Blaise Zabini


"Ciao, cugino."

Draco Malfoy strinse la mano con quanta più forza aveva in corpo, ma Blaise Zabini non parve affatto toccato dalla cosa. Stava in piedi di fronte alla scrivania, vestito nel suo completo di Armani, impeccabilmente pettinato. Draco aggrottò la fronte. Non si sarebbe sorpreso più di tanto se avesse scoperto che quelle sopracciglia così tremendamente nere fossero l'opera di una matita per il trucco. Santo Merlino, era di Blaise Zabini che stava parlando! Forse l'uomo più narcisista che popolasse questo mondo. Dopo di lui, ovviamente. Tuttavia le sue sopracciglia erano originali e ci teneva a precisarlo.

"Accomodati."

Blaise si sedette, esattamente dove mezz'ora prima aveva preso posto James Potter. Draco ghignò mentalmente. Suo cugino si sarebbe catapultato all'istante in bagno, se solo avesse saputo quale sedere aveva toccato quella poltrona. E fu tentato di dirglielo, veramente. Tuttavia, l'avere il figlio di Harry-io-sono-il-più-figo-di-tutti-Potter tra i piedi non giovava poi molto alla sua immagine. E poi è Blaise, non dirmenticarlo. Se esisteva qualcosa a quel mondo, anche solo capace di mettere in imbarazzo Draco Malfoy, era certo... anzi, no, matematicamente sicuro, che Blaise lo avrebbe cercato anche in una stamberga colma di liquame.

Draco stirò le labbra in un sorriso. "Come stai Blaise?"

L'uomo si guardò attorno, scrutando ogni singolo angolo dell'ufficio, come per cercarvi almeno un difetto. Quando Draco sentì gli occhi azzurri del cugino puntati addosso, capì che di difetti... non ne aveva trovati.

"Tu come stai?" Gli domandò Blaise, assumendo un ghigno che testimoniava la parentela coi Malfoy.

"Bene." Rispose Draco, astenendosi dal sollevare un sopracciglio.

"Io meglio." Disse secco Blaise, tornando a spostare lo sguardo sugli oggetti della scrivania di Draco. Quest'ultimo serrò la mascella, mantenendo tutta la freddezza di cui la famiglia Malfoy andava tanto fiera, trattenendosi dal mandare il cugino da un Medimago Estetico. Tuttavia, niente gli impedì di sorprendersi al pensiero che Blaise Zabini non era cambiato poi molto dai tempi di Hogwarts; come non era affatto cambiata quella rivalità che si celava dietro ai loro sorrisi di circostanza. Il loro antagonismo era stato sempre vivido, perfino da bambini, quando litigavano per decidere chi indossasse il pannolino più bello e costoso. Tutto ciò che aveva Blaise, doveva averlo anche lui. E viceversa. Improvvisamente, Draco provò non poca pena per sua madre, era stato un bambino ai limiti del paranoico.

"Stavo scherzando."

Draco tornò a vedere realmente Blaise, nel momento stesso che sentì quella frase. Senza attendere una risposta, Blaise scrollò le spalle.

"Non ho più intenzione di averti come nemico, cugino."

Draco lo guardò, perplesso. "Non mi credi?"

"Sarebbe la prima cosa intelligente che faresti... vediamo... da tutta una vita?" Disse Draco, vagamente divertito.

Blaise lo guardò con aria di sfida. "E immagino che tu, Malfoy, , di cose intelligenti ne abbia fatte parecchie."

Le labbra di Draco si incurvarono in un sorriso, mentre il suo sguardo parlava per lui. 'Basta che ti guardi intorno' diceva.

Blaise dalla sua postazione sbuffò infastidito. Raggiunse il nodo della cravatta con una mano e lo allentò, senza preoccuparsi di come sarebbe apparso agli occhi giudici del cugino. Facendo ciò, notò per la prima volta una cornice d'argento su un angolo della scrivania, mezza nascosta da alcuni fogli che divagavano un po' dovunque. Senza chiedere il permesso al padrone, Blaise si sporse e afferrò la cornice, prima che Draco potesse anche solo dire Quidditch.

Dal piccolo rettangolo di vetro, una donna dai capelli inequivocabilmente rossi sorrideva, sventolando una mano verso l'osservatore. Le efelidi risaltavano ogni volta che le sue labbra si piegavano in un sorriso. "Weasley."

Draco rimase con una mano a mezz'aria.

"Tu hai sposato Ginny Weasley."

Draco guardò Blaise, non capendo se le sue parole riguardavano una domanda o implicavano dell'altro.

"Sì." Rispose, come se fosse stato un evento del tutto normale.

"Santo Merlino, e io che credevo di averne viste di cose strane in vita mia." Affermò, divertito.

"Le persone cambiano." Si trovò a dire Draco.

"Ovvio," Disse "Ma così tanto?"

Draco scrollò le spalle. Come bisimare la sorpresa di una persona che l'ultima volta che li aveva visti era stata quando lui e l'allora Miss Weasley si parlavano solo per azzannarsi alla gola.

"Avete dei figli?" Domandò Blaise, adesso molto curioso per l'inaspettata notizia.

"Sì... in un certo senso."

Blaise sgranò lo sguardo e fu un'azione a dir poco delirante.

"Tu- voi- avete... oh, Merlino! Il mondo non sarà più lo stesso."

Draco fece per parlare, ma la porta del suo ufficio si spalancò di colpo per opera di James Potter. Sbiancando di colpo, Draco scattò dalla poltrona e trattenendo Blaise dal voltarsi, urlò "FERMO!"

Sia Blaise che James si bloccarono, il primo con le braccia serrate tra le mani di Draco che, nel fare ciò, era montato su gran parte della scrivania. Le iridi di Blaise fissarono perplesse quelle grige di Draco, mentre quest'ultimo spostava lo sguardo dal cugino al bambino.

"Ehm. Volevo dirti che mi sei mancato cugino." Disse, cercando di suonare calmo e naturale e facendo passare quel tentativo per un abbraccio.

"Io non sono gay." Disse Blaise, arrossendo leggermente. Draco lo guardò con tanto d'occhi. "Nemmeno io, idiota."

"Me-meglio mettere le cose in chiaro, no?"

Draco si scostò, trovandosi in ginocchio sulla propria scrivania e simulò un colpo di tosse, tornando a guardare James che era rimasto inchiodato al pavimento. Ricordandosi che aveva detto al bambino di non fare niente senza un suo preciso ordine, Draco lo lasciò stare esattamente dov'era, fino a quando una Pansy Parkinson dal fiato corto, raggiunse la porta, accasciandosi allo stipite. "Draco, io- lui-!"

Niente riuscì a impedire a Blaise di voltarsi. "Pansy."

La donna guardò l'uomo seduto e, riconoscendolo, si portò diritta sui piedi, rassettandosi alla meglio i capelli. "Zabini."

Draco sollevò un sopracciglio. Blaise non aveva notato neanche James che stava nel bel mezzo della stanza.

"James," Disse infine il biondo. "Adesso ti puoi muovere."

Il bambino abbassò il braccio che nella corsa aveva sollevato.

"James?" Blaise abbassò lo sguardo, incontrando quello di un bambino dalla capigliatura stranamente familiare.

"Draco, ho tentato di tenerlo fermo, ma-"

"Non fa niente. Chiederò a Ginevra di venirlo a prendere." Disse Draco, sventolando una mano.

James arricciò il naso. "Non puoi! Avevi promesso di stare con me oggi!"

"Io non ti ho promesso niente." Draco evitò di guardare Blaise.

"Lo dirò a mamma." Mormorò il bambino.

"A me sta bene. Anch'io dovrei dirle due parolette."

Blaise si voltò a guardarlo sorpreso. James si avvicinò alla poltrona su cui sedeva l'uomo e prese a guardarlo torvo.

"Che c'è?" Domandò Blaise, sentendosi a disagio.

"Sei sulla mia poltrona." Disse, con disinvoltura.

Draco guardò il bambino sorpreso. Stava per permettersi a ridere.

Blaise fece una smorfia. "Bhé, ce n'è un'altra." Disse, puntando quella di fianco a lui.

"Ma quella non è la mia!" Esclamò James, arrabbiato.

"Blaise," Prese a dire Draco. "Potresti cambiare poltrona? Non si fa vita, altrimenti." E infine, inforcò un paio di occhiali sul naso e prese a guardare di nuovo i suoi fogli. L'uomo, sbuffando, s'alzò per lasciarsi poi cadere nella poltrona a fianco. James si arrampicò sulla postazione lasciata libera senza ringraziare Blaise.

"Devo chiamare Ginevra?" Domandò Pansy, in piedi alla porta. Draco guardò James per qualche secondo e, infine, sventolò una mano.

"No, per ora lo tollero."

"Ah, Draco, tua madre mi ha detto dirti che-"

"Non ora Pansy. Sono occupato."

Pansy fece un cenno d'assenso a Draco e, salutando Blaise, scomparve nuovamente da dietro la porta. "Ho fame."

Blaise fissò il bambino, aggrottando la fronte. Draco diede svogliatamente uno sguardo al Rolex che portava al polso. "E' presto." Dichiarò tornando alle proprie carte. James assunse un'aria imbronciata e sprofondò nella sua poltrona.

Blaise simulò un colpo di tosse che costrinse Draco a sollevare il volto. "Oh, ti avevo dimenticato." Disse, con non curanza. Blaise si fece leggermente rosso, ma decise di passare oltre la scortesia del cugino.

Notando che Blaise non era intenzionato a parlare, Draco lo incalzò. "Allora, Blaise. Sei venuto fin qua solo per dirmi che mi ami?" Scherzò, divertendosi allo sguardo smarrito del parente.

"No, che diamine!"

"E allora?"

Blaise si alzò di scatto, sorprendendo sia James che Draco. Sbattè le mani contro il tavolo e parlò con quanto più fiato aveva in gola.

"SONO nei GUAI!"

Draco lo guardò interdetto. "Che genere di guai?" E poi spostò lo sguardo su James, Io ne ho già fin troppi.

"Debiti." Farfugliò Blaise.

"Che genere di debiti? Debiti di gioco?"

"N-Non proprio." Blaise guardò James.

"Oh, parla pure. James non è facilmente impressionabile."

"Ecco... si tratta di una... una..."

"Scommessa?"

"No."

"Ti sei indebitato con una banca?"

"No."

Draco si passò una mano tra i capelli. "Merlino, Blaise che caz-!"

"Una donna!" Urlò Blaise, avvampando. James lo guardò divertito, tanto quanto Draco. "Ma chi è questo bambino?" Domandò Blaise.

"Non farci caso, continua pure."

"Non ti offendere, ma non ti assomiglia."

"Merlino ce ne scampi!" Disse Draco, indignato.

Blaise sollevò un sopracciglio. Per essere padre, Draco era un padre molto strano. Guardò James con la coda dell'occhio. Suo cugino era veramente sicuro della fedeltà di Ginevra? Quel bambino assomigliava troppo a qualcuno. Ma a chi?

"Sapevo che prima o poi il tuo debole per le donne ti avrebbe messo nei guai."

Blaise si riebbe dai suoi pensieri. "Non lo chiamerei debole."

"Fissa?" Suggerì Draco.

"Senti chi parla!"

"Io sono un uomo sposato, adesso."

E cornuto, pensò di aggiungere Blaise.

"Draco. Sei sicuro che vada tutto bene?"

"Cugino, se non ti conoscessi direi che stai impazzendo." Proferì Draco.

Blaise sgranò gli occhi. "Vuoi dire che lo sai?" L'uomo guardò il biondo, impressionato. Non ricordava suo cugino così tollerante nei confronti di un tradimento.

"Sapere cosa!?" Draco stava iniziando a perdere la pazienza.

"Sai di chi è il bambino?" Domandò Blaise, puntando James.

"Certo che so di chi è! Ma che razza di domande fai?"

"E ti va bene lo stesso?" Merlino, Draco si era forse bevuto il cervello? Accettare il figlio di un altro uomo come suo?

"Non ho molta scelta. Ginevra me l'ha messo tra capo e collo, potevo dirle di no?"

La sorpresa di Blaise aumentò il doppio. "Merlino, Draco. Ti sei completamente fumato il cervello." Gracchiò Blaise.

"Lo so. Non è facile avere il figlio di Potter tra i piedi." Draco guardò Blaise cadere dalla poltrona.

"Ma ti senti bene?"

"Po-Potter?"

"Sì, anche tu, quanti Potter conosci?"

"Misericordia! Lui è il figlio di Potter?"

"Quale parte di figlio di Potter non hai capito, cugino?"

"E perché non se lo tiene lui?" Domandò Blaise, ricomponendosi.

"Ginevra ha insistito perché stesse da noi."

"Sinceramente, pensavo che Weasley fosse una donna dai forti valori morali."

Fu il turno di Draco di essere sorpreso. "E adesso che centra la morale di mia moglie?"

"Voglio dire, ha messo il piede in due scarpe." Disse Blaise, usando un proverbio Babbano, che naturalmente non fu compreso da Draco.

"Zio Draco, ho fame." James sbuffò, si stava annoiando e non capiva affatto di cosa stessero parlando i due uomini. Sinceramente, non lo capiva nemmeno Draco Malfoy.

"Sta zitto, moccioso." Ribattè secco il biondo.

"Z-zio Draco?" Balbettò Blaise.

"Zio Draco, voglio zia Ginny." James trattenne un singhiozzo.

Blaise si alzò di scatto, puntando prima il bambino, poi il cugino. "Blaise..." prese a dire tollerante Draco, "Devo forse chiamare il S. Mungo?"

"Lui- lui non è il figlio di Weasley e Potter."

Draco rise, divertito. "Non credo che Ron Weasley ed Harry Potter fossero capaci anche di quello."

"Intendo Ginevra. Non è figlio suo e di Harry."

Draco si alzò di scatto, mentre la sua poltrona scivolò indietro. "MERLINO, NO!"

Dopo qualche minuto di silenzio, Blaise tornò a parlare. "Credevo... credevo che-"

"Credevi male." Disse Draco acido, allentandosi il nodo della cravatta. "James è figlio di Potter e Granger, Blaise. Ginevra ha insistito che lo tenessimo con noi mentre i suoi genitori sono via per... per non so ancora cosa."

Draco notò Blaise rilassarsi. "Davvero credevi che fosse frutto di un adulterio?"

"Scusa. Ma hai detto che avevate dei figli."

Draco roteò gli occhi. "Ginevra è incinta. Non è ancora nato."

Blaise si grattò una guancia con aria assente. Era imbarazzato, pensò Draco. "Ok, adesso, tornando a te." Disse, puntandolo come un serpente.

"Cosa vuol dire che hai debiti con una donna?"

Blaise prese a parlare, ma si azzittì all'istante ricordandosi della presenza di James. Draco, compreso lo sguardo del cugino, guardò il bambino.

"Potterino, se vai da Pansy lei ti darà da mangiare."

Gli occhi di James si illuminarono e in un istante fu alla porta. Tuttavia, prima di andarsene, si voltò per guardare i due uomini.

"Ehi, vecchio signore."

Blaise si puntò un indice contro, indignato. "Che vuoi, scricciolo?"

James sembrò pensare un poco alle parole da usare ed infine, con tono innocente disse "Sei nei guai perché hai annusato una signorina?"

"No, James." Lo precedette Draco, trattenendosi dal ridacchiare. "O almeno spero."

James annuì, parendo soddisfatto e scomparve dall'ufficio. Blaise tornò a guardare il cugino, sorpreso.

"Perché non l'hai fatto, vero?" Domandò Draco assottigliando lo sguardo. "Non hai annusato nessuna, voglio sperare."

Blaise inghiottì aria, arrossendo. "Ehm, le ho anche tenuto la mano. Ho fatto male?"

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