Parenthood
Personaggi: hp: blaise zabini, hp: draco malfoy, hp: ginny weasley, hp: harry potter, hp: hermione granger
Rating: Giallo
Genere: Commedia
Numero parole: 22123
Numero Capitoli: 7
Introduzione: Badare ad un bambino, si sa, non è affatto semplice. Specialmente se è figlio del tuo peggior nemico.
Third Day, Ovvero, l'affarista bambino
Uno. Due. Tre.
Quattro. Cinque. Sei.
Draco aprì gli occhi. Li chiuse, per poi riaprirli una seconda volta.
Un bambino, che a stento raggiungeva un metro d'altezza, lo osservava, in piedi al massiccio portone della Malfoy Manor. Aveva dipinto sul volto un'espressione leggermente spaesata che, manco a dirlo, compiacque parecchio il padrone di casa. Malfoy Manor era imponente per chiunque, specialmente agli occhi di un bambino così... basso.
Ginevra, al suo fianco, gli diede una gomitata, risvegliandolo dalla serie di insulti diretti ad Harry Potter. Ancora si meravigliava di come avessero permesso a quell'essere di procreare.
"Ciao, James. Benvenuto!" Disse Ginevra, chinandosi leggermente verso il bambino.
"Ciao, zia Ginny." Disse James, regalando un sorriso alla donna.
Notando il silenzio da parte del consorte, Ginevra simulò un colpo di tosse.
"Ciao, marmoc- cioè volevo dire Potterino, cioè NO, James."
Il bambino lo guardò stranito, liberando un Ciao, zio Draco molto farfugliato. Draco lo scrutò attentamente, sorprendendosi che il figlio di Harry Potter fosse così remissivo e docile. Merlino, gli facilitava estremamente le cose. Inoltre moltiplicava a livelli spropositati la voglia che aveva di maltrattarlo. Finalmente avrebbe potuto sfogare su qualcuno tutti i conti in sospeso che aveva con Harry Potter e quale persona migliore se non suo figlio? Un ghigno diabolico si formò sulle labbra sottili di Draco, mentre osservava la sua preda con occhi voraci. Ah, com'era dolce il sapore della vendetta.
"Immagino che avrai fame, vero?"
La voce di Ginevra lo portò alla realtà dei fatti.
"Ma certo che avrà fame!" Esclamò Draco, facendo sobbalzare la donna. "Vero James?" Draco sibilò il nome del bambino a denti stretti, mentre i muscoli del volto si contraevano in quello che doveva vagamente rassomigliare ad un sorriso. L'uomo prese il bambino per la spalla e spogliatolo dello scialbo, a suo avviso, mantello, trascinò James verso il salone della Manor, lasciando una Ginevra esterefatta davanti all'entrata.
Quando il bambino fece per mettersi a sedere su un divano, l'urlo di Draco echeggiò in tutta la Manor.
Ginevra accorse, trafelata per l'impedimento, convinta che il marito avesse commesso seduta stante un omicidio.
Quando abbassò lo sguardo su James, la donna notò che il bambino era rimasto immobile in una posizione semichina.
"Draco!"
Il biondo si voltò a guardare la moglie, ma non ebbe il tempo per replicare che Ginevra lo afferrò per un braccio, trascinandolo dietro ad una colonna. Senza molti complimenti, e dotata di una forza che solo le donne gravide possiedono, Ginevra sbattè Draco contro il freddo marmo, puntandogli contro il dito indice.
"TU! Che diamine t'è preso?"
Draco la guardò spaesato. "Non lo so. Quando ho visto che stava per sedersi ho avuto un riflesso condizionato."
Ginevra sollevò un sorpracciglio.
"Cazzo Ginny, poteva contaminarmi il divano!"
"Ma-!"
"Ti rendi conto? Un Potter su un divano nero di pelle! Santo Merlino, immagina lo scempio!"
"Draco-"
"Lo sai quanto mi costerebbe portarlo a lavare? Un intero divano!"
"Draco-"
"Cento Galeoni come minimo e-"
"DRACO!"
L'uomo si ammutolì all'istante.
Dio, se mettevano paura le donne gravide.
"Tu, adesso," Prese a dire Ginevra, quasi sibilando. "Vai di là, ti SCUSI, e fai sedere James su quel fottuto divano altrimenti quel divano sarà il tuo letto per i prossimi tre anni. Sono stata chiara?"
"Cristallina." Sbottò Draco.
"E se scopro qualche altra diavoleria ai danni di quel bambino, giuro che Allie," E si diede un pacca sul ventre. "Sarà figlia unica."
Draco sbottò nuovamente, ma non era nella posizione adatta per contraddire Ginevra sul sesso del nascituro.
Quando tornarono nel salone, James si era comodamente seduto e mentre Ginevra parlava con il bambino, Draco aveva iniziato a fare la stima dei danni. Riflettendoci, tutta la Malfoy Manor avrebbe dovuto subire un'opera di demolizione ed oltre al cuore di Narcissa Malfoy, c'avrebbe rimesso anche la sua stanza dei valori alla Gringrotts.
Immerso completamente nei suoi pensieri, Draco non aveva minimamente notato Cindy, l'elfo domestico di casa Malfoy. Come non aveva notato il bicchiere colmo di gelato che, sotto richiesta di Ginevra, aveva portato espressamente per James.
"Tieni tesoro," Disse la donna, porgendo il bicchiere al bambino. "Cioccolato e panna."
"Grazie zia." James sorrise, prendendo con le manine paffute la coppa che gli era stata offerta.
Ginevra si voltò a guardare Draco. "Tesoro, vado a riposarmi un po'. Mi raccomando, pensa a tu a James." L'ultima raccomandazione aveva vagamente assunto l'aspetto di una minaccia. L'uomo sospirò, facendo un cenno d'assenso con il capo. Rimasto solo, si sedette sul divano di fronte al bambino. James guardò il gelato, e poi lui.
"Non mi piace."
Draco sollevò un sopracciglio. "Cosa?"
"Il cioccolato."
"Mangia la panna, allora."
"Non mi piace la panna."
"Cazzo." Sibilò Draco, trattenendosi.
"Non ho mai assaggiato quel gusto."
L'uomo sollevò di scatto la testa, stralunato.
"Sfido io," Aggiunse. "Non è un gusto."
"Che cos'è?"
"Un'altra cosa."
"Cosa?"
Draco fece un ampio sospiro.
"Una cosa che hai anche te."
"Dove?" Mormorò James.
"Da qualche parte. Forse. Conoscendo tuo padre non sono sicuro che tu l'abbia ereditato."
Il bambino tirò su col naso.
"Questo gelato non mi piace."
"Spiacente, non c'è altro."
"Voglio la fragola."
"Non ci sono fragole!" Sbottò Draco.
"La vaniglia?"
Draco fece una smorfia. "Puah, non c'è vaniglia. Mangia e sta zitto."
"No."
"Come hai detto scusa?"
"No."
Draco sbarrò gli occhi. "No?"
"No."
Con un gesto limpido, James lasciò cadere il gelato sul divano.
"Gin, per l'amor di Dio."
In piedi, appoggiato allo stipite della porta, Draco Malfoy aveva tentato più volte di trattenere sua moglie per un braccio, inutilmente. L'espressione arrossata e livida sul volto della donna lasciava ben poche speranze ad una riappacificazione.
"Accio coperta!" Sbottò Ginevra, mentre l'armadio si apriva liberando una coperta verde smeraldo.
"Stai esagerando." Disse Draco, esibendo il tono più freddo che riuscisse a produrre.
Afferrata la coperta, Ginevra si voltò verso il consorte, con aria doppiamente minacciosa.
"Esagerando? Esagerando! Malfoy, hai spaventato quel bambino a MORTE!"
Negli occhi grigi dell'uomo balenò un luccichio di rabbia repressa.
"Gli ho solamente dato una lezione." Sibilò, come un serpente mortalmente offeso.
"L'hai fatto volare per mezzo salone!" Gridò stizzita Ginevra, puntellando i piedi saldamente a terra.
Draco fece un mezzo sorriso, soddisfatto all'idea che il bambino fosse rimasto terrorizzato. "Ho solamente usato una Wingardium Leviosa."
"E ti sei guadagnato una notte sul divano. FUORI!" Ginevra gli lanciò contro la coperta, indicando con un dito l'uscita della stanza. Draco osservò la moglie con un cipiglio contrariato; l'arrivo di James-piccolo-mostro-Potter stava mandando in frantumi la sua vita matrimoniale.
"Gin."
"Niente, Gin, Malfoy. Fuori."
"Ma è la mia stanza!" Sbottò Draco, esasperato.
Ginevra sollevò il mento, prendendo a picchiettare un piede contro il pavimento di marmo.
"La vedi questa?" Disse, mostrando all'uomo il dorso della sua mano sinistra. Draco sospirò, affondando una mano tra i capelli.
Una piccola banda dorata circondava alla perfezione l'anulare della donna, mentre un piccolo serpente di diamanti risplendeva di luce propria.
"Questa," Disse la donna, indicando ulteriormente l'anello, "Mi da libero accesso a questa casa e alla Gringotts, tesoro."
Draco sibilò, rassegnato.
"Inoltre," Prese a dire Ginevra, sfoderando un sorriso diabolico. "Tua madre sarebbe terribilmente dispiaciuta se sapesse che il suo unico figlio non fa altro che negare i desideri di sua moglie."
L'uomo digrignò i denti, tentando di nascondere la sua rabbia di fronte a Ginevra.
Si voltò verso un vaso di fiori nelle vicinanze e lo calciò con violenza, mandandolo in frantumi. Dopodiché, Draco Malfoy sbattè violentemente la porta, imprecando contro tutta la dinastia Potter.
Era la quarta volta che si girava su un fianco ed iniziava a non poterne più. Benché avesse difeso i suoi divani a spada tratta, Draco doveva ammettere che erano alquanto scomodi per passarvi la notte; inoltre, la fredda pelle, mal invitava ad un placido sonno. Per l'ennesima volta, la coperta gli scivolò di dosso, esponendolo nuovamente al freddo del salone. Assonnato, Draco tentò invano di cercare la stoffa con le dita della propria mano, sporgendosi leggermente dal divano. Un attimo dopo, l'uomo si trovò steso a terra, indolenzito.
Imprecando nel sonno, Draco si portò a sedere, appoggiandosi con le spalle al divano.
Provò una punta di invidia nel sapere Ginevra tra le coperte del suo letto e represse un gemito. James Potter abitava a Malfoy Manor da nemmeno un giorno e già era scoppiato un pandemonio. Immaginò Rita Skeeter gridare allo scandolo nel sapere i Malfoy nell'onda di una crisi matrimoniale, nel sapere lui, Draco Malfoy, costretto ad un divano dalla propria consorte. I giornali scandalistici avrebbe afferrato al volo la succulenta scoperta e avrebbero tormentato ogni singolo minuto della loro vita privata.
Draco scosse la testa, frenando quella fantasia estremamente realistica. Respirò a fondo e chiuse gli occhi, quando una luce improvvisa illuminò il salone della Manor. Ginevra, avvolta nella sua vestaglia da camera, sollevò un sopracciglio nel vedere il marito seduto a terra. Draco, accortosi della posizione poco decorosa, si portò in fretta e furia sul divano, biascinando un "Che c'è?" a denti stretti. Afferrò, scocciato, la coperta e si distese nuovamente, voltando le spalle a Ginevra.
Era arrabbiato anche lui, cavolo.
Tuttavia, quella rabbia venne a mancare nel momento stesso in cui Ginevra posò una mano sulla sua capigliatura bionda. Draco ebbe un fremito, ma tentò di nasconderlo con l'indifferenza. Grugnendo, Draco sprofondò il volto nella coperta, ignorando completamente la moglie. Udì un piccolo sbuffo provenire dalle labbra della donna, ma rimase immobile nella sua ostinazione.
Ginevra corrucciò il volto di fronte all'orgoglio di Draco e si sporse delicatamente, posando una mano sullo schienale del divano per tenersi in equilibrio. Draco sentì un leggero solletico al collo, causato dai lunghi capelli di Ginevra. "Ehi, hai smesso di fare il bambino?" Non vi era rabbia nel tono della sua voce, bensì una leggera punta di scherno che non sfuggì affatto a Draco.
L'uomo, per tutta risposta, emise un borbottio in parte soffocato dalla stoffa della coperta.
"Cerca di capire anche la mia posizione, tesoro." Disse Ginevra, sollevandosi nuovamente. "Ho a che fare con tre bambini: uno deve ancora nascere, uno mi è stato affidato ed uno l'ho sposato." Aggiunse, contando con le dita di una mano.
Fu a quel punto che Draco, completamente sveglio, si portò a sedere, puntando lo sguardo su quello nocciola della moglie. Infine, arrendendosi completamente, l'uomo allungò una mano a Ginevra che accolse quel gesto come un chiaro invito, sedendosi, delicatamente, sulle gambe di Draco. Avvertito il tepore del corpo di lei, Draco serrò le braccia attorno alla vita di Ginevra, posando il capo sul braccio della donna.
"Non sono un bambino." Disse, con voce risentita.
Ginevra sospirò. "Ma James lo é. Non si tratta di un' affarista che attenta al prestigio della tua impresa."
Draco sollevò un sopracciglio, perplesso.
"Sì, tu tratti chiunque come tuoi potenziali nemici. Dovresti smetterla di essere così diffidente."
"Un Malfoy é diffidente di indole." Precisò Draco. "Ma tenterò."
Ginevra scarmigliò i capelli del marito. "Ok, allora che ne dici di tornare a letto?"
"Si può fare," Sospirò Draco contro le labbra della donna. Ginevra circondò con le braccia il collo del marito, permettendo all'uomo di approfondire il bacio. Malfoy si abbandonò all'affetto della consorte, posando, con un gesto protettivo, una mano sul ventre di Ginevra.
"Zia?"
I due coniugi sobbalzarono sul divano, rompendo il bacio tanto velocemente da far concorrenza ad un Thestral. Notando James Potter nel suo pigiama e mezzo assonnato, Draco emise un leggero ringhio, incolpando il bambino di quella sgradevole interruzione.
"Che c'è tesoro?"
Domandò gentilmente Ginevra, allungando le braccia verso il bambino. James trascinò con sè l'orsacchiotto che portava appresso, trattenendo a stento le lacrime. Si aggrappò alle gambe di Draco che ebbe un brivido di terrore a quel contatto.
"C'è un mostro nella stanza!" Piagnucolò il bambino, salendo in braccio a Ginevra. Draco lo guardò torvo, in parte geloso dell'attaccamento di James alla moglie.
"Oh, James, non c'è nessun mostro nella tua stanza."
"E' sotto il letto," Disse il bambino, tirando su col naso. "Ne sono certo!"
Ginevra sorrise. "Ho capito. Lo zio Draco verrà in camera e lo scaccerà per te, va bene?"
"Chi? IO?" Sbottò indignato Draco.
"Sì, proprio tu." Confermò Ginevra, portandosi in piedi e spingendo James verso Draco.
L'uomo abbassò lo sguardo verso l'erede di Potter.
"Se James dorme tranquillo," Aggiunse Ginevra sorridendo al consorte, con malizia. "Potremmo anche riprendere da dove siamo stati interrotti."
Draco colse subito il significato di tali parole e fece un cenno d'assenso rassegnato. Cosa gli toccava fare per riavere un posto nelle grazie di sua moglie!
Quando Ginevra scomparve nella loro stanza, Draco tornò ad osservare James dal basso della sua altezza. Il bambino non sembrava essersi minimamente calmato, tanto che alzò le braccia in direzione dell'uomo. Draco si guardò intorno, indicando, infine, se stesso con il dito indice. Sbiancando, fece cenno a James di attendere e si diresse verso la credenza degli alcolici. Deglutì con forza un bicchierino di Brandy scozzese e tornò a fronteggiare Potterino. Fece un ampio respiro e lo prese in braccio.
Tentò di toccare il meno possibile James, piangendo per il suo pigiama di finissima seta che era totalmente da buttare dopo aver toccato quello rozzo ed economico del piccolo. James, preso da singhiozzi più o meno forti, rafforzò la stretta attorno al collo di Draco, che a stento mantenne l'equilibrio lungo la rampa delle scale.
A tentoni, la mano di Draco raggiunse la maniglia della porta, che si aprì con uno scatto imprevisto. La stanza di James era completamente buia, fatto che rafforzò la stretta del bambino. Per non morire, Draco afferrò la bacchetta dalla tasca dei suoi pantaloni, pronunciando l'incantesimo "Lumus!"
Lasciò James sul letto e fece per andarsene, ma il bambino lo trattenne dalla stoffa dei pantaloni.
"Il mostro!" Sbottò arrabbiato.
Draco sollevò gli occhi al cielo, chinandosi sulle ginocchia. Infine, sollevò le coperte del letto e vi guardò sotto. James, incuriosito e allo stesso tempo preda del terrore, seguì con lo sguardo Draco.
"Non c'è nessun mostro, moccioso."
"Non è vero! C'è!"
"Ti dico di no."
Per tutta risposta, James attaccò a piangere.
"Ok, ok, adesso lo vedo." S'arrese Draco. James si arrestò di colpo.
Ghignando, Draco guardò il bambino. "E' un bel dissennatore, ragazzo."
James sbiancò di colpo, deglutendo a forza.
"Ho paura che non posso far niente contro di lui. E' troppo forte."
"Ti prego zio Draco!" Piagnucolò James.
Draco si crogiolò in quel momento di trionfo.
"Uhm. Se proprio insisti potrei anche tentare."
Il bambino sorrise felice.
"Ma ad una condizione! Primo: da oggi in poi, non dovrai parlare fino a quando io non ti darò il permesso."
James annuì.
"Secondo, non dovrai più attentare alla mia vita matrimoniale."
Il bambino lo guardò confuso.
"Ok, lascia perdere. Parlerai solo e quando lo dirò io. Niente danni e niente capricci. Intesi?"
James annuì nuovamente.
"Stai dientro di me." Draco sfoderò la bacchetta, mentre James saltò giù dal letto, correndo dietro l'uomo.
Le labbra di Malfoy si mossero in modo impercettibile e dalla bacchetta, puntata contro il letto, presero ad uscire una serie di luci sfavillanti. Dopo una serie di suoni assordanti, la stanza calò di nuovo nel silenzio. Draco fece finta di guardare nuovamente sotto il letto ed invitò anche James a fare lo stesso. Il bambino, sempre aggrappato alla gamba dell'uomo, guardò sotto il letto con terrore.
"Visto? L'ho fatto fuori."
A quelle parole, James sorrise soddisfatto, arrampicandosi alla sponda del letto.
"Grazie, zio!"
"Di niente, marmocchio. Ricordi cosa mi hai promesso?"
James fece cenno di sì con veemenza.
Draco si lasciò andare ad un sorriso. Infine, ricordando di chi fosse figlio James, gli augurò la buonanotte e fece sprofondare la stanza nel buio. Quando chiuse la porta alle sue spalle, Draco scosse la testa, lasciando cadere delle ciocche bionde ai lati del viso.
Il piccolo James Potter era entrato a far parte della sua graduatoria personale delle persone accettabili.