Parenthood

Harry Potter
Personaggi: , , , ,
Rating: Giallo
Genere: Commedia
Numero parole: 22123
Numero Capitoli: 7
Introduzione: Badare ad un bambino, si sa, non è affatto semplice. Specialmente se è figlio del tuo peggior nemico.
Day Two, Ovvero Come Distruggere i Nervi di un Malfoy


Draco Malfoy osservava l'anda e rivieni di persone che attraversavano l'ampio salone di Malfoy Manor. Di fianco a lui, Ginevra scrutava la moltitudine di scatoloni che erano stati collocati nell'ampio atrio, in attesa di una sistemazione. L'uomo abbassò lo sguardo sulla consorte che aveva il suo stesso cipiglio.

"Amore, correggimi se sbaglio..." Iniziò a dirle Draco. "Ma si tratta solo di due giorni. O no?"

Ginevra fece un leggero cenno col capo, senza, tuttavia, esserne molto convinta. "Credo."

"Come credi?" Domandò scandalizzato il padrone di casa. "Ehi, voi là!"

Ginevra osservò il marito che, a grandi falcate, raggiungeva gli uomini addetti al trasloco. "Si può sapere cos'è tutta 'sta roba?"

Un mago dalla possente corporatura si voltò verso Draco, mostrando un'aria apparentemente minacciosa. Il ragazzo, notando che l'uomo lo sorpassava di mezzo metro abbondante, fece un passo indietro, assumendo una posizione impettita.

"Esigo delle spiegazioni."

Il mago si guardò dapprima attorno, indicando, infine, se stesso con un dito.

"Sì, sto parlando con lei." Ribattè secco, Draco.

Il mago prese a sfogliare il blocknotes che teneva in mano. "L'ordine è a nome di Draco Malfoy."

"Impossibile! Deve essere Harry Potter, guardi meglio!"

Dopo aver ottenuto la stessa conferma, Draco calciò con un piede uno scatolone.

"G-I-N-N-Y!"

Ginevra trattenne a stento una risata nell'osservare Draco, in preda alla rabbia più recondita, calciare ogni due scatoloni che gli capitavano a tiro. Era raro vedere il capofamiglia dei Malfoy perdere la calma per una motivazione così sciocca.

"Ginny voglio una spiegazione. Ora. Adesso. Subito."

Ginevra lo guardò stralunata. "Stavolta, io non centro niente." Disse, scagionandosi da qualsiasi accusa.

"Quel bambino deve stare in questa casa solo DUE giorni!" Gridò, rosso in volto.

"Draco, calmati. Se ti vedesse tua madre-"

"Mia madre non c'è! Posso incazzarmi quanto mi pare!"

"Aehm."

Ginevra abbassò lo sguardo, coprendosi il volto con una mano. Draco si voltò di scatto, puntando gli occhi sulla figura austera che stava in piedi a nemmeno due metri di distanza da lui.

"Ciao, mamma."

Narcissa Malfoy guardò il figlio con un sopracciglio biondo sollevato, spostando di tanto in tanto lo sguardo sul trambusto che regnava attorno a lei. Aveva le braccia incrociate al petto, mentre la borsetta nera di pelle stava strettamente connessa ad una mano guantata.

"Draco, che sta succedendo?"

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli. Con sua madre presente non poteva dare libero sfogo al suo linguaggio.

"Quando ho visto tutta questa confusione ho pensato che Voldermort fosse risorto!" Esclamò la donna, abbandonandosi a sedere su un divano. Ginevra sorrise, andando anch'essa a sedersi di fianco alla donna.

"Ginny, cara, come stai?"

"Bene."

"Draco ti fa disperare?"

"A volte."

"Ginny!" Sbraitò Draco.

Ginevra rivolse una linguaccia al consorte, mentre la madre di quest'ultimo guardava da tutt'altra parte.

"Si può sapere chi è tutta questa gente?"

"Mhm, operai di una ditta di traslochi. Credo." Disse Ginevra, non badando alla terminologia Babbana che aveva usato.

"Operai? Traslochi? Merlino, non comprendo affatto cosa siano." Rispose, Narcissa.

La donna allungò una mano verso un scatolone di fianco a lei e ne estrasse un giocattolo.

"Tesoro," Disse rivolta al figlio. "Credo che sia troppo presto per questo genere di giocattoli."

Draco impallidì notando la spada che impugnava sua madre. Ginevra la prese elegantemente dalle mani della suocera e la osservò, sorpresa.

"Questa spada era di Fred e George."

Narcissa arcuò un biondo sopracciglio. "Quei tuoi fratelli?"

"Sì." Ginevra indicò le iniziali F e G scritte sull'impugnatura.

"Probabilmente l'hanno regalata a James."

"James?"

Se era raro assistere alla sfuriata di un Malfoy, altrettanto raro era trovarsi di fronte una Narcissa Malfoy vagamente sorpresa.

"Sì, James Potter verrà a stare due giorni alla Manor."

Sentendo il nome Potter, Narcissa si voltò a guardare incredula il figlio. James Potter era figlio di Harry Potter. Nel suo vocabolario, Malfoy era antitesi di Potter.

"Oh." Disse, non trovando parole migliori per decantare la sua sorpresa.

Come destatasi da un sogno, Narcissa tornò a guardare Ginevra. "Tesoro, tu non sei affatto nelle condizioni di badare ad un bambino. Devi pensare al tuo."

Ginevra sorrise. "Infatti, ci penserà Draco."

Narcissa si portò una mano al petto, lasciandosi andare tra i cuscini. "Ma Draco, hai la Malfoy Corporation da mandare avanti! Non intenderai-"

Il grugnito del figlio le diede chiara conferma dei suoi timori. "Per Merlino! Un Malfoy che bada ad un Potter!"

Draco sollevò gli occhi al cielo. Non occorrova certo che sua madre girasse ulteriormente il dito nella piaga. Era stato sufficiente alzarsi al mattino per vedere lo scempio che era stato fatto al suo salone.

"James è un bambino buono. Sono sicura che non darà alcun fastidio. Vero tesoro?" Disse, rivolta a Draco.

Osservando lo sguardo di Ginevra, della serie dì di sì o chiedo il divorzio, Draco fece un cenno mesto col capo.

Dentro di sè, Draco Malfoy stava imprecando di brutto. Contro Harry, contro Potterino e contro quegli scaricatori di porto che gli stavano demolendo la casa. Non aveva mai creduto alle pagine di divinazione che trovava sui quotidiani della mattina, ma decisamente, avrebbe dovuto iniziare a leggerle. Un Potter a Malfoy Manor. Nemmeno la professoressa Cooman l'avrebbe predetto. Ok, probabilmente non avrebbe mai nemmeno predetto una Weasley incinta del futuro erede dei Malfoy.

Draco sospirò, sollevando lo sguardo su Narcissa. La donna aggrottò la fronte, sentendosi studiata dal figlio.

"Mamma." Disse Draco, mentre un luccichio prese a divorargli lo sguardo.

"Sì?" Domandò Narcissa, tentando di nascondere la propria titubanza dietro ad un atteggiamento distaccato.

"Tu... protresti occuparti tu di Pott-James."

La Signora Malfoy strabuzzò gli occhi, dimenticando per un paio di secondi, ciò che lei era solita definire eleganza. Infine, non sapendo come eludere quella situazione, la donna si portò una mano di fronte alle labbra, iniziando a ridere in modo quasi stridulo.

"Tesoro! Spero tu voglia scherzare."

"Affatto. Sei la meno impegnata tra tutti noi."

Narcissa Malfoy lanciò uno sguardo truce al figlio.

"Tesoro," Sibilò. "Mi duole molto contraddirti, ma una serata di beneficienza mi aspetta."

"Una sera. Ciò non implica anche il pomeriggio."

Ginevra sorrise mentalmente, divertita dagli sguardi omicidi che la suocera rivolgeva a suo figlio.

"Draco. Detto seriamente. E' per me un grande sforzo convincermi di diventare presto nonna di un bambino. Non ho la benché minima intenzione di esserlo per un bambino che porta il nome di Potter alle Anagrafe Magiche. Lucius si rivolterebbe nella tomba."

"Mamma, papà si è già girato al mio matrimonio." Disse Draco, sollevando le braccia in aria.

Narcissa emise un leggero sbuffo. "A maggior ragione! Facciamolo riposare in pace! Merlino sa quanto mi torturerebbe con questa storia!"

Ginevra si trattenne dal ridere, immaginando lo spettro di Lucius Malfoy diventare ancora più pallido alla scoperta di avere un Potter tra le mura del suo maniero.

"Tesori," Esordì Narcissa al figlio e alla nuora. "Sarebbe un piacere attendere l'arrivo di... di James, ma davvero non posso trattenermi oltre e, Draco, vedi di dire a questi gentili signori di non osare spostare alcunché in questa casa." Aggiunse, con un leggero tono di minaccia.

"Certo, mamma." Sospirò Draco. Narcissa di Smaterializzò dal salone, lasciando nuovamente soli Draco e Ginevra. L'uomo rivolse uno sguardo supplichevole alla moglie che prese a scuotere la testa con vigore.

"No, Draco Malfoy, non pensarci nemmeno! Mia madre ha avuto sette figli e non credo che voglia badare ad un bambino per fare un favore a te."

"Ma se sono il suo genero preferito." Tentò Draco.

"Preferito non è l'aggettivo giusto, Draco. Sei, piuttosto, l'unico."

Detto ciò, Ginevra se ne andò, lasciando Draco tra una moltitudine di scatoloni.

"Ma che cazzo c'è in 'sta roba!" Urlò il padrone di casa, tornando a sfogare la sua rabbia repressa su un mago nelle vicinanze.

*


In casa Potter, Hermione osservava con cipiglio il proprio consorte. Comodamente appollaiato su una sedia di cucina, Harry stava sorseggiando il suo caffè babbano, intervallando tra un titolo ed un paragrafo della Gazzetta del Profeta, qualche risatina divertita ai danni di qualcuno. Accanto a lui, James, mezzo assonnato, tentava ad ogni costo di non cadere nella tazza di latte che sua madre gli aveva messo davanti.

"Harry?"

"Mhm?" L'uomo sollevò lo sguardo sulla moglie.

"Dove sono finiti tutti i giocattoli di James?"

Harry finse un'espressione sorpresa.

"Camera sua... è deserta." Aggiunse Hermione, in tono d'accusa.

"Oh," Disse Harry guardando il figlio. "Li avrà nascosti sotto il letto."

Il bambino guardò il padre, annuendo assonnato.

"Harry, è necessaria una ditta di traslochi per portar via- oh." Hermione si arrestò, mentre una leggera consapevolezza le prese spazio nelle mente. Quell'uomo che aveva bussato alla porta non era, quindi, un venditore di riviste magiche.

"Tesoro, non avrai mica-!"

"Sì." Concluse, tranquillamente, Harry.

"Ma, ma-"

"Ho pensato che James potesse sentirsi solo." Affermò Harry, scarmigliando la capigliatura del figlio.

Hermione gonfiò il petto, sbattendo le mani sul tavolo. James si riebbe all'istante dal sonno.

"Harry Potter! Non devi usare tuo figlio per questi STUPIDI scherzi!" Sbottò, rossa, Hermione.

Harry ridacchiò divertito. "Mi spiace solo di non aver assistito alla faccia di Malfoy."

L'uomo tacque all'istante, osservando il volto paonazzo della moglie.

"Eddai, Herm. C'è il rischio che ce lo restituisca con un braccio in meno. Lasciami almeno divertire."

"Fino a prova contraria..." Sibilò la donna. "Anche tu hai accettato di mandarlo alla Manor."

"Certo, perché mi fido di Ginny." Rispose, candidamente, Harry.

"Ma Ginny verrà con ME!"

"Se Malfoy uccide James, Ginny uccide Malfoy." Concluse, semplicemente, Harry.

Hermione si sedette, affondando le mani nei volti capelli.

"Oh, Merlino. Ho sposato un mostro."

"Perché non hai letto il biglietto che gli ho scritto." Disse Harry, scomparendo dalla cucina.

Hermione sollevò di scatto lo sguardo, fissando il punto dai cui era scomparso suo marito. Chi passò davanti a casa Potter, giurò di sentire le urla isteriche di una donna.

*


"Ginny! Ginevra! WEASLEEEY!"

Ginevra sobbalzò dalla poltrona, chiudendo di scatto il libro che aveva in grembo. Dai piani superiori sentì Draco ruggire come un leone in gabbia. Probabilmente non aveva apprezzato i cambiamenti. Si voltò sul divano, vedendolo scendere come una furia dalla rampa delle scale.

"COSA è successo a quella stanza?!"

"Ti riferisci a quella di James?" Domandò Ginevra, candidamente.

Dall'espressione truce del marito, dedusse di sì.

"Ho solamente fatto qualche modifica. Voglio che James si senta a suo agio." Disse, tornando ad aprire il libro.

"Qualche modifica? Merlino, Gin! Gli hai cambiato i connotati!"

"Ho solamente cambiato il letto."

"E il colore delle pareti, il tappetto, i quadri, le tende... i cuscini!"

Ginevra fece una smorfia. "Quella camera era troppo tetra per un bambino di cinque anni."

"Tetra? Era verde e argento, sant'iddio."

"Draco, il prossimo anno, James diventerà Grifondoro. E' bene abituarlo fin da subito."

"Ma perché a casa mia?!"

La donna sbuffò.

"Draco Malfoy abbassa il tono di voce. Allie sta scalciando." Disse, posando una mano sul ventre.

"Adrian sta scalciando!" Disse Draco, abbassando comunque il tono della voce.

"E poi," Disse Ginevra, distogliendo lo sguardo dal consorte. "Non potevo non ignorare quella lettera."

"Lettera?" Draco sollevò un sopracciglio.

Ginevra annuì, estraendo da una tasca un biglietto giallo.

"L'ho trovato attaccato ad uno scatolone." Lo aprì e lesse ad alta voce.

Cara Ginny e caro Draco,
Non so come sdebitarmi per l'impegno che vi siete presi con nostro figlio James, io ed Hermione vi siamo veramente grati. Sono sicuro che nostro figlio non vi darà alcun fastidio e rispetterà le vostre consuetudini familiari senza protestare. Vi devo, tuttavia chiedere, di più. James adora il rosso e il dorato, e non può fare a meno di ogni giocattolo che gli abbiamo comprato. Da parte nostra, non vorremo che soffrisse troppo la mancanza di casa. Siamo convinti che Malfoy sarà un ottimo padre in futuro, quindi speriamo con tutto il cuore che possa fare da padre a James per tutto l'arco di tempo che sarà necessario.


"Arco di tempo?" Domandò Draco, interrompendo Ginevra.

Sì, perché io ed Hermione dobbiamo chiedervi un ulteriore favore. Charlie O'Shields ci ha, gentilmente, invitato alla sua residenza invernale di Edimburgo, prolungando i festeggiamenti del suo matrimonio. Come comprenderete, non posso negare un simile, squisito, invito da parte di un mio compagno di squadra - che so che Malfoy adora. Per questo, vi chiedo di prendervi cura di James per il tempo che staremo via in Scozia. Per sdebitarmi, al mio ritorno, farò avere a Malfoy ogni singolo autografo della squadra, compreso il mio, ovvio.
James sarà da voi alle sei del pomeriggio.
Grazie di tutto quanto,
con affetto,
Harry ed Hermione.


Ginevra terminò di leggere, quando un thud secco la fece voltare di scatto.

La donna sollevò gli occhi al soffitto. Si diede una piccola pacca al ventre, sospirando.

Draco Malfoy, l'uomo d'affari di successo, il numero uno nelle riviste femminili, stava riverso a terra, privo completamente di sensi.

*


La Signora Potter sbattè più volte le palpebre, mentre terminava di vestire James con un piccolo mantello invernale.

"Una vacanza?" Domandò sorpresa. Harry le sorrise, annuendo.

"Dal momento che James è al sicuro, possiamo concederci un po' di tempo per noi." Disse, malizioso l'uomo.

Hermione si fece di un tenue rosato, abbassando lo sguardo sul bambino. "Harry, non possiamo approfittare della gentilezza di Malfoy."

L'uomo fece una smorfia divertita. "Oh, non ti preoccupare, Malfoy ha accettato."

"Oh. Allora, se è davvero tutto a posto..."

"Certo, tesoro. Ginny mi ha detto che Malfoy era al settimo cielo."

Hermione lo guardò scettica.

Harry guardò l'orologio magico che aveva al polso ed intimò la moglie a sbrigarsi.

Hermione prese James per una mano e con la bacchetta chiuse l'ingresso di casa. Non sapeva perché, ma aveva la netta sensazione che qualcuno li odiasse dal profondo del cuore.

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