Parenthood
Personaggi: hp: blaise zabini, hp: draco malfoy, hp: ginny weasley, hp: harry potter, hp: hermione granger
Rating: Giallo
Genere: Commedia
Numero parole: 22123
Numero Capitoli: 7
Introduzione: Badare ad un bambino, si sa, non è affatto semplice. Specialmente se è figlio del tuo peggior nemico.
Parenthood
First Day, Ovvero Mai Contraddire le Donne Incinte
"Non avete ancora deciso un nome? "
Hermione Granger osservò gli ospiti che sedevano sul divano di casa sua. Stava preparando il tè delle cinque, ma la teiera era rimasta sospesa a mezz'aria tra lei e la tazza di ceramica. Il calore emanato dalla prima, riscosse la donna dal suo stupore. La maga ripose in fretta la teiera sul tavolo, sventolando la mano scottata.
"No, perché sarà femmina."
"Sbagli, tesoro, sarà maschio."
Hermione sollevò un sopracciglio alla coerenza della coppia. Ginevra Weasley teneva le braccia incrociate al petto, mentre un'aria vagamente imbronciata e di disappunto aleggiava sul suo volto. Era leggermente stesa sul divano a causa dell'impedimento fisico dettato dal suo ventre prominente. Al suo fianco, seduto nel suo portamento altezzoso, Draco Malfoy teneva le gambe accavallate, ed il volto abbandonato sul palmo di una mano. Vederli insieme, in quella particolare situazione, dava ad Hermione l'impressione di vivere in un affresco o in uno dei tanti quadri magici che aveva visto affissi alle pareti di Hogwarts.
"Infatti, Herm" disse Ginevra attirando l'attenzione della maga , "Si chiamerà Allie."
"Si chiamerà Adrian. Non ho intenzione di dare al mio erede il nome di un cane."
"Hermione potresti dire al mio illustre consorte che Allie non è il nome di un cane, ma di mia nonna?"
"Malf–"
"Granger potresti dire a mio moglie che tanto sarà un maschio?"
"Gin–"
Ginevra si voltò adirata verso il proprio marito.
"Sarà femmina! Quante volte te lo devo dire!" Sbottò, Ginevra.
Hermione sollevò gli occhi al cielo, mentre prese a sorseggiare il proprio tè. A volte, si corresse, molte volte stentava a credere che quei due potessero realmente convivere una vita insieme, anche se oramai la loro relazione era stata più o meno digerita. Molto meno che più, ma queste erano sottigliezze visto e considerato che il parere di Ron in merito era letteralmente scemato. Dal canto suo, Hermione aveva sempre sospettatto che ci fosse molto di più tra Draco Malfoy e Ginevra Weasley durante gli anni ad Hogwarts e questo suo sospetto divenne certezza quando, alla ricerca di una scopa, sorprese i due nello sgabuzzino di Gazza.
Esattamente come Ginny scoprì lei ed Harry nell'aula di Divinazione.
Hermione sospirò, crogiolandosi al pensiero di quei bei momenti, ignorando completamente la coppia che dava battaglia nel salotto di casa sua. Contro ogni aspettativa del caso, lei aveva sposato Harry Potter, l'eroe salvatore di anime. Ridacchiò all'epiteto che la Gazzetta del Profeta aveva attribuito a suo marito... salvatore di anime, pff.
Erano trascorsi quattro anni dalla sconfitta del Signore Oscuro. Quattro anni che avevano cambiato radicalmente le loro vite, a partire dai numerosi matrimoni che furono celebrati. Quasi tutta la famiglia Weasley si era accasata, eccezion fatta per Ronald, che adorava il suo primato di scapolo. I primi a lasciare la Tana, e di conseguenza la Signora Weasley, furono Bill e Charlie. Dopodiché, arrivò il turno di Fred e George che pianificarono lo stesso giorno per le loro nozze. Percey fece il grande passo un anno dopo. Per ultima, la piccola Ginny. Il matrimonio più difficile in assoluto.
Guardò distrattamente Malfoy, che aveva preso ad ignorare volutamente Ginevra.
Assolutamente inconcepibile. Draco Malfoy seduto sul divano di casa Potter, pff.
Infine lei ed Harry.
Il modo in cui Harry aveva chiesto di sposarla era stato bizzarro. Durante una partita di Quidditch. Ballycastle Bats contro Montrose Magpies. Dopo la morte di Voldermort, Harry aveva iniziato a giocare da professionista, come Cercatore nei Montrose Magpies. Hermione ricordò come Harry fosse al settimo cielo nel giocare in una squadra che aveva vinto ben trentadue volte il campionato e fosse una tra le squadre inglesi favorite per la Coppa d'Europa.
Fu, appunto, durante la quarta partita del Campionato, che Harry mostrò a tutto lo stadio i suoi propositi di vita futura.
Sposami, era ciò che stava scritto su uno striscione appeso alla scopa di Harry Potter. Quella fu senz'altro una delle dichiarazioni più imbarazzanti, tra le più dannatamente romantiche che Hermione Granger avesse mai ricevuto. Tuttavia, da allora, la loro relazione, nonché il loro matrimonio, fu un vero e proprio affare di stato. Il Ministro della Magia in persona assistette alla cerimonia, mentre i suoi genitori, ignari a tutto quello sfarzo, non riuscivano a capacitarsi della popolarità del loro genero.
"Hermione, dov'è Harry?"
La voce di Ginevra interruppe il flusso dei suoi pensieri. Hermione osservò l'orologio magico appeso ad una parete e rispose.
"Stamattina Harry è andato a Diagonalley. Dovrebbe tornare tra poco. Sono sicura che sarà felice di vedervi."
Draco emise un grugnito soffocato, guadagnandosi una gomitata da parte della consorte.
"E' da molto che non lo vedo. Gioca sempre nei Montrose Magpies?" Domandò, Ginevra. A quella domanda, Draco grugnì una seconda volta. Hermione sorrise alla reazione dell'uomo e fece un cenno d'assenso col capo.
Draco Malfoy era un acerrimmo tifoso dei Montrose Magpies. Adorava quella squadra, quanto la fede che portava al dito. E scoprire che il suo rivale da sempre ne era diventato la punta di diamente, lo sconvolse non poco.
"Sentito, Draco? Potresti farti fare un autografo." Lo punzecchiò Ginevra, sorridendo diabolicamente.
"Sgrunt."
Ginevra rivolse nuovamente l'attenzione sull'amica. "Harry a Diagonalley? Come mai?"
"Ha accompagnato James."
Ginevra sollevò un sopracciglio. "Ma non è troppo presto?"
Hermione, in risposta, scrollò le spalle.
Nel mentre, il portone della casa si spalancò, lasciando entrare un po' della neve che stava sul pianerottolo. Una figura slanciata entrò nel salotto, carica di ogni genere di buste, che riportavano i nomi dei negozi a cui appartenevano. Sotto ad un cappello di lana azzurra, una folta capigliatura si ribellava selvaggia, mentre un paio di lenti appannate incorniciavano il volto dell'uomo.
"Harry," Proferì Ginevra. "Fai paura."
Hermione sorrise, raggiungendo il marito per aiutarlo. "Harry, ma- hai svaligiato dei negozi?" Domandò sorpresa, alla vista di tutto quel ben di Dio. Da dietro una gamba dell'uomo, un bambino si affacciò facendosi spazio tra i pacchi del padre. Vedendo il figlio completamente ricoperto di neve, Hermione ebbe un sussulto.
"James!" Esclamò Hermione, portando allo scoperto il bambino.
Ginevra sorrise nel constatare che James Potter era la copia identica di Harry Potter, ad eccezione degli occhi color nocciola che aveva ereditato da Hermione. Il bambino aveva la stessa capigliatura scarmigliata del padre, e la sciarpa rossa che aveva avvolta al collo faceva risaltare il nero lucente dei suoi capelli.
"Santo Merlino, ma che avete fatto?" Domandò Hermione, notando la neve che ricopriva entrambi.
"James?" Hermione guardò perentoria il figlio, portando le mani sulle anche. A Ginevra ricordò molto sua madre.
"Abbiamo giocato a palle di neve. E' stato papà ad iniziare!" Il bambino tirò su col naso, mentre Harry gli rivolse uno sguardo truce.
"Harry."
L'uomo sollevò i palmi delle mani per difendersi. "Ti giuro, potessi morire, ha iniziato lui." Puntò il dito indice contro il figlio.
Hermione tentò di rimanere seria, benché la scena lo rendesse difficile. Alla fine, si unì alla risata cristallina di Ginevra.
James, intravisti i capelli rossi tipici di un Weasley, prese a correre verso la donna.
"Zia Ginny!"
Il bambino balzò a sedere accanto a Ginevra, gettando le piccole braccia al collo della ragazza. "Ciao, piccolo." Disse lei, scarmigliando ulteriormente la chioma del bambino.
"Ciao, zio Draco." Disse riverente, salutando l'uomo.
"Ciao, Marmocchio."
Ginevra sollevò gli occhi al soffitto. Sapeva di doversi accontentare, era già un miracolo che Draco lo chiamasse solo 'marmocchio'. Esattamente come era un miracolo che Draco Malfoy sedesse sul divano di casa Potter, reputandolo un evento quasi normale.
Quando Harry si avvicinò al divano, Draco si portò in piedi, stringendo la mano all'antico rivale.
"Potter."
"Malfoy."
Infine, Harry si chinò per baciare una guancia di Ginevra. "Gin," Ridacchiò, "Sei tre taglie in più di quanto ricordavo."
La donna sbuffò indispettita. Tutti l'avevano ribattezzata la balenottera-Weasley e non facevano altro che congratularsi con Draco per la sua elevata prestazione ormonale, mettendo, ovviamente, in imbarazzo entrambi.
"Divertente, Harry, divertente."
"Chi si sposa?"
Draco Malfoy alzò lo sguardo sulla padrona di casa, mentre quest'ultima gli porgeva una porzione di budino. Recalcitante, Draco afferrò il piatto, posandolo sul tavolo di fronte a sè. Odiava i budini.
Spostò lo sguardo sul piatto di Ginevra, ed arricciò il naso. Una fetta di torta al cioccolato. Adorava le torte al cioccolato. Senza notare lo sguardo del consorte, Ginevra si portò un pezzo di dolce alla bocca, facendo i complimenti ad Hermione. Infine, fece per ripetere il gesto, quando si voltò, notando lo sguardo fisso di Draco. Sollevò un sopracciglio, perplessa, mentre l'uomo si tingeva di un tenue colore rosato. Ginevra abbassò lo sguardo sul piatto del marito e, comprendendo, sorrise.
"Io sono incinta. Tu no, tesoro." E tornò a mangiare di gusto la sua torta.
Draco si accese di rosso.
"Charlie O'Shields." Rispose Harry, pulendosi con un panno le lenti degli occhiali.
"Oh, e quando si sposa?" Domandò Hermione. "James, stai composto."
"Domani l'altro."
Ginevra posò la forchetta, guardando Harry. "O'Shields non è forse il Battitore dei Montrose Magpies?"
"E' un Cacciatore." Le rispose Draco.
"Ah." Disse Ginevra, fulminando il marito. Odiava essere corretta in pubblico e lui lo sapeva, difatti le sorrise maligno.
"Ci ha invitato al suo matrimonio." Disse Harry, afferrando il piatto che Hermione gli porse.
"Santo Merlino, e te l'ho ha detto oggi?! Non ho un vestito adatto da mettermi!" Esclamò Hermione, portandosi le mani al volto.
"Se vuoi," Propose Ginevra. "Posso accompagnarti a Diagonalley."
Il volto di Hermione si accese. "Sì, sì. Harry, ce l'hai uno smocking da metterti? Oddio, sarò indaffarata!"
Harry sollevò un sopracciglio. "E il lavoro al Ministero?"
"Il Ministro mi ha dato tre giorni di ferie."
"Perché?" Domandò Ginevra. A lei, suo padre, non le dava mai.
"Ho recuperato un reperto babbano scomparso da tanto tempo!" Esclamò sorridente Hermione.
Ginevra bofonchiò qualcosa che Draco non riuscì a comprendere.
"E James?" Continuò imperterrito Harry.
Il bambino sentendo il proprio nome sollevò il volto dal piatto.
"Io sono agli allentamenti." Aggiunse Harry, guardando il figlio.
"Potrebbe occuparsene Draco."
Propose Ginevra, nel silenzio più assoluto. Sentendo la proposta della consorte, Draco prese a tossire, cercando di buttar giù il budino flaccido che tanto detestava. In quel disperato tentativo, quasi cascò dalla sedia.
"C-come, scusa?"
Ginevra sorrise innocentemente. "Tesoro, Harry ha gli allenamenti, io sarò occupata con Hermione. Sono sicura che te la caverai."
Un colpo di tosse, li portò a girarsi verso Harry.
"Ehm, scusate, ma... siamo sicuri?"
Draco aggrottò la fronte. "Che vorresti dire, Potter?" Sibilò.
Harry arrossì leggermente, "Niente, cioè, voglio dire, tu sei... Malfoy." Concluse, imbarazzato.
"Grazie, non lo ricordavo." Disse Draco con tono acido. "Fino a prova contraria, Potter, anche io sto per diventare padre."
"Visto?" Esclamò, allegra, Ginny. "James verrà a stare da noi."
"Aspetta, Gin, io sono in ufficio."
Ginevra si voltò a guardare Draco con nonchalance.
"Puoi portarlo con te."
"Ginny, sono il presidente, là dentro!"
"E allora? Sono sicura che James non ti darà affatto fastidio. Vero James?"
Il bambino annuì.
"Ma io-!"
"Allora, grazie Draco."
Il biondo si voltò verso Hermione, boccheggiando.
"Mi raccomando," Lo avvertì Potter, "Non lo ammazzare."
"Bene!" Esordì Ginevra, portandosi in piedi. "Possiamo andare a casa, devo preparare la stanza a James."
"Ci penseranno gli Elfi dome-"
"No. La voglio preparare io. Sarà la sedicesima stanza al secondo piano."
Hermione incrociò lo sguardo, tentando di immaginarsi la cartina di Malfoy Manor.
Quando si Materializzarono nel vasto salone di Malfoy Manor, Draco si abbandonò su uno dei divani di pelle nera, imprecando a bassa voce.
"Guarda che ti sento." Sbottò Ginevra, sedendosi nella poltrona di fronte a lui.
"Gin, che diavolo ti è venuto in mente!?"
Ginevra sollevò un sopracciglio. "Scusa?"
"Perché diamine hai deciso di contaminare questa casa con niente pò pò di meno che l'erede di Potter?!"
"Mi sembrava carino fargli questo favore."
Draco sollevò lo sguardo sulla moglie.
"Stai mentendo, Ginevra Weasley."
La donna lo fissò per qualche secondo, scoppiando poi a ridere.
"Oggi sei più scorbutico del solito, lo sai?"
"L'hai fatto perché ti ho contraddetto." Sbottò Draco.
Ginevra lo guardò falsamente sorpresa. "Non capisco cosa tu voglia dire. Davvero."
"Bugiarda."
Benché sua moglie fosse a tutti gli effetti Grifondoro, a partire dal colore dei suoi capelli, era capace di astuzie e vendette tipiche dei Serpeverde. E lui, essendo Serpeverde, era il primo a riconoscere tali sotterfugi.
"Ok, va bene. Porterò con me James Potterino."
Ginevra lo guardò sorpresa per tale, istantanea, arrendevolezza.
"Se scopro che lo hai disperso da qualche parte, ti schianto."
Draco sorrise. Un sorriso che non piacque affatto a Ginevra.
No, disperderlo no. "Tranquilla. Al massimo, lo venderò a qualche mercante di Maghi."
Il cuscino del divano lo colpì in pieno.