Il mio non è un No, ma un Mi Dispiace

Harry Potter
Personaggi: , , ,
Rating: Giallo
Genere: Commedia
Numero parole: 4263 (FDP)
Numero Capitoli: 2
Introduzione: Ginny Weasley viene maledetta con l'Aspernor, un potente incantesimo che la costringe a rifiutare qualsiasi individuo di sesso maschile. Esiste un contro-incantesimo in grado di annullarne gli effetti, tuttavia, non tutto è oro ciò che luccica.
Il mio non è un No, ma un Mi Dispiace


01, La Regina di Cuori ed il Dormitorio Maschile


"L'ho fatto di nuovo."

Hermione si voltò appena in tempo per vedere Ginny scomparire tra le soffici onde del suo letto. Era domenica mattina e la maggior parte degli studenti di Hogwarts stava popolando le vie di Hogsmenade - pregustando il periodo natalizio sempre più imminente. In pochi erano rimasti al castello, chi per studiare, chi per scontare le punizioni di Piton o chi semplicemente preferiva oziare di fronte ad uno scoppiettante camino, piuttosto che gelare sotto metri di neve.

O chi, come Ginny Weasley, aveva fatto ritorno in tutta fretta e furia.

"E siamo a cinque con oggi." La voce di Ginny arrivò attutita da sotto le coperte.

Sospirando, Hermione ripose la piuma inchiostrata nella metà di un libro e si girò lentamente, puntellando i gomiti sul bracciale della sedia su cui era seduta. Ginny era lentamente sprofondata sotto alle sue coperte, mormorando frasi apparentemente senza senso.

"Sei tornata da sola?" Domandò la maga, mettendo fine a tutti i borbottii della ragazza.

"L'ho fatto di nuovo." Ripetè Ginny, sollevando un poco il volto dalle lenzuola. "E' la quinta volta in una settimana."

Hermione aggrottò la fronte, si voltò nuovamente verso la sua scrivania ed estrasse un foglio di pergamena da un cassetto.

"Peccato, Andrew mi sembrava un così tanto bravo ragazzo." Sospirò afflitta, tracciando una linea netta con la piuma inchiostrata. Diede uno sguardo veloce alla lista di nomi che comparivano sul foglio e scosse la folta capigliatura. Ginny si portò a sedere sul letto, stringendo tra le braccia il cuscino di Hermione, mentre le sue Mary Janes giacevano abbandonate sul tappeto.

"E gli ho detto una frase terribile!" Gemette, affondando la testa nel cuscino come per volersi soffocare. "Non posso pensare a te se non come ad un amico o ad un fratello."

Hermione finse un'espressione addolorata.

"Dobbiamo trovare una soluzione al più presto!" Esclamò la giovane Weasley, abbandonandosi sul letto. "E' una situazione insostenibile!"

Hermione sospirò, raggiungendo Ginny e sedendosi sul bordo del letto. La giovane maga si schiarì la gola, dopo essersi accertata che nessun altro oltre a loro due fosse presente. "Ho consultato decine di volumi, ma sono veramente pochi i libri interessanti. Mi rimane da consultare quelli dell'ala ovest ma non sono certa che riuscirò a trovare un contro-incantesimo efficace."

Ginny emise un rantolo depresso.

Aveva validi, anzi ottimi, motivi per essere depressa. Da più di un mese, il senso di colpa l'attanagliava giorno e notte, gravando come una spada di Damocle sulla sua testa. E da più di un mese, Hermione passava in rassegna ogni libro della biblioteca alla ricerca di un incantesimo che potesse mettere fine a tutte le sue sciagure. Non passava secondo, minuto od ora che non fosse impiegato per maledire un'unica persona.

"Non credevo fosse così astuto." Disse Hermione, incrociando le braccia al petto. "Non è proprio da Ron avere queste idee geniali." Concluse, rabbrividendo un poco per l'accostamento Ron-geniale.

"Geniale?!" Sbraitò Ginny. "Geniale, Hermione? Mi sta impedendo di frequentare ogni essere umano di sesso maschile!" Il rossore divampò sulle guance della giovane Weasley.

Hermione sospirò. "Questo perchè non sei in grado di fiutare l'ira di tuo fratello nei casi opportuni."

Ginny le rivolse uno sguardo eloquente, che poco lasciava all'immaginazione. "Suvvia, Gin! Lo sai che sto perfettamente dalla tua parte, ma quel giorno, forse, non era il caso di riversare quella vagonata di frasi su Ron. Lo sai benissimo come la pensa."

Ginny incrociò lo sguardo, tentando di fissare nella mente l'epico scontro con il fratello. "Gli ho semplicemente detto che posso avere tutti i ragazzi che voglio! Questo perchè non si deve impicciare dei miei sentimenti." Ginny gonfiò le guance con dispetto.

Le spalle di Hermione si abbassarono sconfitte. "Siete entrambi due testoni."

"C'era così bisogno di trovare un incantesimo del genere? Appena un ragazzo mi chiede di stare con lui, l'incantesimo mi obbliga a rifiutarlo! Ho seminato due di picche in tutta la scuola!"

Hermione sorrise per l'espressione babbana utilizzata da Ginny. In un secondo momento, si portò nuovamente in piedi, assumendo un'espressione riflessiva. "L'Aspernor è un incantesimo ideato da un certo Sir Mc Konkey nel 1655. I pochi libri che ho trovato raccontano bene o male le stesse vicende. Pare fosse perdutamente innamorato di una nobildonna di nome Rosemary; la donna aveva molti pretendenti e secondo Mc Konkey perfino troppi. Così, chiese aiuto ad un mago - secondo altri autori, fu lui stesso l'artefice dell'incantesimo - e riuscì ad ottenere l'Aspernor. La povera ragazza rifiutò involontariamente tutti i ricchi pretendenti proposti dal padre e fu costretta ad accettare la corte di Mc Konkey, poichè era l'unico che la ragazza non era in grado di rifiutare."

"Le sono nel cuore." Sospirò Ginny.

"Ho trovato pochissimo riguardo a questo incantesimo, perfino il professor Flitwick dubitava perfino che esistesse. Non mi spiego come Ron possa esserne entrato in possesso! Non è certo un genio ad Incantesimi."

"Se è per questo," Prese a dire Ginny con rabbia smorzata "Non è genio da nessuna parte."

"L'unica nostra- cioè, tua speranza è che possa esserne venuto a conoscenza tramite un libro. In quel caso, certamente vi è scritto il contro-incantesimo." Disse Hermione, con sguardo convinto. "E sempre in quel caso, il nostro obbiettivo è entrarne in possesso."

"Conosco Ron," Ginny si grattò il capo. "E' bravo a nascondere ciò che non vuol far trovare. E' sempre stato un artista nel nascondere ogni tipo d'oggetto. Perfino Fred e George sono stati costretti ad arrendersi di fronte alla sua bravura."

"Anche se fosse vero," Riflettè Hermione. "Possiamo sempre utilizzare l'Accio ed in fondo non sono molti i luoghi che potrebbero fare da nascondigli."

Ginny sollevò un sopracciglio. "Vorrei possedere il tuo stesso ottimismo, Herm."


**


"Non sono affatto sicura che sia una buona idea."

Hermione si portò le mani ai fianchi, osservando Ginny in tralice. "Sbaglio o sei stata tu ad entrare di nascosto nel bagno maschile?"

Le lentiggini di Ginny scomparvero sotto al rossore, che le invase completamente il volto. "Q-q-quella volta era diverso, c'erano dei soldi di mezzo."

Hermione sferzò l'aria con una mano. "Andiamo, Gin! Ti dai al gioco d'azzardo e non sei in grado di frugare nella stanza di tuo fratello?"

Ginny avvampò. "M-ma è la stanza di Harry e di Neville."

"Non ti facevo così fifona, dovrei essere io a farmi dei problemi, non tu!" Esclamò Hermione. "Inoltre, ti ricordo che questa è una delle pochissime soluzioni al guaio in cui sei finita. Io fossi in te ci proverei."

Ginny gonfiò le guance, indispettita. "Avrei fatto volentieri a meno di questo guaio, sai?"

Hermione sollevò lo sguardo al cielo, infine puntò l'indice contro Ginny. "Ascolta, se vuoi tornare ad avere una vita fatta di relazioni interpersonali, allora sali questa rampa di scale e fruga nella stanza di Ron! Io starò qui e nel caso si facessero vivi li distrarrò con una scusa."

Ginny sospirò, sconfitta.

"Utilizza l'Accio," Continuò Hermione. "Neville a parte, non credo che Ron o Harry conservino poi tanti libri."

Ginny annuì e, veloce, sgattaiolò su per le scale che conducevano al dormitorio maschile. Non aveva affatto paura di quel piano di perlustrazione, si sentiva solamente a disagio nel mettere mano ad effetti personali di altre persone. Da bambina, era solita frugare nella stanza di Ron, per il semplice fatto che era suo fratello. Per Neville ed Harry era diverso. Le pareva una violazione della privacy.

Saltò i gradini a due a due. Il dormitorio suonava deserto. Secondo i calcoli di Hermione, la maggior parte della componente maschile era agli allenamenti di Quidditch e quei pochi che non si davano allo sport, gozzovigliavano in giro per il castello. Forse, Hermione aveva ragione. Forse, tutto sarebbe filato liscio. Addocchiò la porta di Ron e, trattenendo il respiro, si fiondò su di essa. Quando la porta si chiuse dietro alle sue spalle, pregò intensamente affinchè fosse sola. E realmente lo era. Ginny arricciò il naso, disgustata. Era ampiamente abituata alle camere dei propri fratelli, ma lo scenario di fronte a lei aveva un senso di apocalittico. L'angolo occupato da Neville era facilmente riconoscibile. Il suo letto era sommerso da libri di Erbologia, mentre quella che un tempo funzionava da scrivania era colma di piante di ogni tipo. E tutte avevano un aspetto poco rassicurante. Il letto di Harry, anch'esso, era altamente intuibile. Il ragazzo conservava gelosamente ogni oggetto, foto, articolo di giornale, che avesse come argomento comunque il Quidditch. "Se non altro è meno terrorizzante." Per esclusione, il letto più vicino alla porta - per sua fortuna - era quello di Ron. Era molto simile al letto della Tana, anch'esso addobbato con le cianfrusaglie del Quidditch e con dei guantoni logori che pendevano dal pomello del letto.

"Ok, Gin," Sospirò. "Cerca."

Estrasse la bacchetta dalla tasca dei propri jeans e diede due tocchetti leggeri al palmo della mano. "Vediamo, Accio libro di Ron!"

Non accade niente e nessun libro si alzò in volo. "Ok, sembra più difficile del previsto."

Si accovacciò a fianco del letto e sollevò le coperte per osservare lo strato di polvere che ricopriva il pavimento sotto ad esso.Vide una pila di riviste accatastante le une sopra le altre e riuscì a sfilarne una. Il volto di Ginny arrossì. "Ok, questo decisamente non è ciò che cerco." Disse e con premura ripose la rivista al suo posto. Dopo essersi accertanta che solo tali riviste erano presenti, si portò nuovamente in piedi. Frugò sotto le coperte, sotto al cuscino e perfino tra le pieghe dell'arazzo.

Sconfitta, passò al letto di Harry. Ripetè l'Accio, senza tuttavia alcun esito e si rifiutò di guardare sotto al letto per mantenere immacolata l'immagine che aveva di Harry.

"Non mi resta che Neville," Disse, osservando preoccupata il vasto assortimento di piantine. "Accio libro di Ron!"

A quelle parole seguì un thud.

Ginny sprofondò nel silenzio. Ripetè l'incantesimo e di nuovo il thud risuonò nell'aria. "E' qui!" Esclamò, con un misto di contentezza e preoccupazione. Rilassò i muscoli della mandibola ed aguzzò l'udito. Comprese che il tonfo proveniva dalla scrivania dell'amico. "Perfetto." Suonò sarcastica, Ginny. Si protese sulle piantine ed osservò con attenzione. Ognuna di esse riportava una targhetta sui cui Neville aveva meticolosamente scritto il nome e la provenienza. Quando gli occhi di Ginny si furono abituati allo scenario faunistico, qualcosa catturò la sua attenzione. In un angolo della scrivania vi era la pianta più grande di tutta la collezione, che altera sovrastava tutte le altre. Neville aveva infilzato il terreno con un'etichetta che portava scritto Dioneae muscipola "Volgarmente conosciuta come pianta carnivora." Lesse Ginny.

Il volto della giovane Weasley sbiancò. "Carnivora?" Si ritrasse con veemenza, stringendo la bacchetta al petto. "Carnivora? Vuol dire che mangia carne! Oh, Merlino! Non ci posso credere!" Esclamò, osservando che a fare da sottovaso era un libro alquanto logoro. Ripetè l'Accio ed il tremore della pianta fu una conferma del fatto che il libro era esattamente quello.

"E adesso come faccio? Se tenterò di prendere il libro, quella bestiaccia come minimo mi addenta."

Cadde in contemplazione, fissando la pianta e pensando ad un metodo per aggirare l'ostacolo. La voce di Hermione nella Sala Comune la riscosse completamente.

"Ciao, Herm. Che ci fai di fronte alla nostra scala?" Riconobbe la voce di suo fratello Ron.

"N-niente di speciale," Rispose Hermione. "Non c'è mica scritto Proprietà Privata!"

"O-okey, non ti arrabbiare! Stavo solo scherzando."

"A-ascolta, Ron," Balbettò Hermione. "Mi servi."

La voce confusa di Ron fece scappare un sorriso dalle labbra di Ginny. "Ti servo? E per cosa, scusa?"

"Ehm, dunque... a dir la verità mi servirebbe anche Harry!"

Ginny immaginò l'espressione del fratello. "Harry è rimasto al campo di Quidditch."

"Eh, sì! E davvero, devo parlare con tutti e due! Ti va se andiamo là?"

"Ma, ma sono appena tornato!"

"Su, vuoi forse negarmi un favore?" La voce di Hermione suonò pericolasamente zuccherosa.

"N-no, non credo." Disse, confuso.

"Oh, splendido! NOI ANDIAMO!" Gridò, rivolta segretamente a Ginny.

"Hermione! Guarda che ci sento benissimo!"

"Sì, scusa, scusa! Andiamo, svelto!"

Ginny sentì la porta della Signora Grassa chiudersi con un tonfo. Si rilassò. "Ok, adesso passiamo a noi due. A me quel libro serve!" Guardò stizzita la pianta carnivora. "Potresti anche farmelo prendere senza mordermi, vero? In fondo sei una pianta di Neville. Dovresti essere buona, no? Potrei anche usare la levitazione, ma andresti sicuramente a sbattere da qualche parte e date le tue dimensioni si noterebbe subito la mancanza. Ci dev'essere un modo per sposarti, giusto? E scommetto che tu lo sai. Voglio dire, guardati, sei terrificante! Come minimo hai soggiogato tutte le piantine qua sotto e–"

"Ginny, sei tu?"

La giovane Weasley ebbe un tuffo al cuore e si voltò di colpo. Neville stava in piedi sulla soglia.

"Neville!"

Il giovane Longbottom si osservò attorno. "Non sono nel dormitorio femminile, vero?"

"Ehm, no."

"Oh, meno male! Ho sempre paura di sbagliare. Oh. Quindi sei tu nel dormitorio maschile."

"Ehm, sì. Beh, Neville, ecco..."

"Oh, stavi parlando con Clementine?" Il volto di Neville si illuminò e raggiunse il fianco di Ginny.

"Eh? Oh! Beh, lei è Clementine?"

"Sì!" Esclamò Neville, raggiante. "E' l'ultima arrivata, non è splendida?"

"Ehm, ma è carnivora..."

"Già, le do sempre una bella razione di insetti al giorno! E' davvero golosa."

"Insetti?"

"Già, è affascinante osservarla mentre li schiaccia nella sua morsa."

Ginny rabbrividì. "Ehm, Nev, so che può sembrarti strana la mia presenza qui..."

Neville l'osservò. "No, affatto, scommetto che Ron ne ha combinata un'altra delle sue."

"Lo sai?"

"No, ma intuisco. Voglio dire, se non per via di Harry, che motivo ci sarebbe di entrare nella nostra stanza."

"Ah, beh, effettivamente. Mi serviva solo un libro, Nev. Di Ron, sai? Sì, lo so, un libro di Ron fa quasi senso, vero? Lo avrei anche trovato, ma è... dunque, è sotto Clementine... ed io credevo fosse carnivora, così..."

"Oh, questo? Tieni." Neville sollevò la pianta e prese il libro. "L'ho trovato tra le cose di Ron, abbandonato. Essendo un libro e appartenendo a Ron ho pensato di poterlo usare senza problemi."

"Se Ron lo cercasse..."

"Tranquilla, farò finta di niente."

"Oh, Nev! Sei un tesoro!"

Neville arrossì violentemente. "Quando tutto sarà finito, ti inviterò ad Hogsmeade!"


Note a fondo pagina - Questa fanfiction partecipa con il prompt 50, Picche alla Big Damn Table di Fanfic100_ita. Si tratta di una storia concepita nel lontano 2007, che ho deciso di riesumare in esclusiva per il mio archivio personale! O/

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