Neverending Milky Way

Inuyasha
Personaggi: , , , ,
Rating: Giallo
Genere: Avventura, Azione, Romantico
Numero Capitoli: 17
Introduzione: Sequel di Ritorno al Passato. Quindici anni, quasi sedici, sono trascorsi dalle vicessitudini di Inuyasha e Kagome. Kaeru è cresciuta e custodisce dentro di sè due entità distinte: quella umana e quella demoniaca. A quale delle due rivolgerà il proprio cuore?
08, Mikujin, il Demone che gridò Vendetta


Era stata scoperta. In realtà, non aveva ben compreso come. Non aveva mai visto quel demone, visto e considerato che per molti anni il suo villaggio aveva vissuto in pace, senza conoscere altro sangue inutile. Invece, quel demone sembrava conoscerla molto bene, o per lo meno, sembrava conoscere suo padre. Notò che Aki era rimasto immobile, dandole le spalle.

"Sì, sono la figlia di Inuyasha."

Il demone parve sorridere all'affermazione della ragazza.

"Ma io non ti conosco, nè ci tengo a sapere chi sei." Kaeru incrociò le braccia al petto, in segno di sfida.

"Uh, uh, se sei davvero figlia di quel demone, allora ho trovato la mia prossima vittima." Kaeru aggrottò la fronte, sentendo la risposta del demone. Non comprendeva affatto le sue parole, aveva solamente la certezza di trovarsi nuovamente nei guai.

"Io sono Mikujiin, Demone delle Montagne di Okai. E devo vendicare l'oltraggio che quel bastardo di un demone mi ha fatto."

I denti di Mikujiin produssero un suono metallico, mentre il demone li stringeva con quanta più forza possedeva. Solo allora, Kaeru notò che la parte inferiore del suo corpo era stata tranciata di netto e a coprirla, vi era una specie di corazza, dalle fattezze molto simili a quella che ricopriva la restante parte del corpo. Parve subito comprendere il danno che suo padre gli aveva arrecato, e, ancora una volta, si sorprese della potenza di Tessaiga.

Nonostante tutto, non capì come Mikujiin potesse conoscere lei.

"Prima di morire," prese a dire con tono ironico ," potrei sapere come fai a conoscere... me?"

"Hai lo stesso odore disgustoso di quel bastardo."

Oh, e il bastardo doveva essere suo padre, probabilmente.

Kaeru sospirò, non sapendo più quale fosse il suo stato d'animo. Paura? Rassegnazione? Davvero, non sapeva più quale fosse il sentimento più appropriato da adottare. Il suo sguardo cadde, infine, su Aki. Il ragazzo, da quando Mikujiin aveva svelato la sua natura, non si era più voltato, nè aveva mostrato segni di reazione alcuna alle parole del demone. E in un certo modo, Kaeru lo comprese. Fin dal giorno precedente, aveva protetto una ragazza in parte demone, quando erano proprio i demoni gli esseri che più odiava.

"Tu..."

Kaeru aggrottò la fronte, sentendo la voce del ragazzo, completamente atona e priva di emozioni.

"... sei un demone?" Infine si era voltato, inondandola con il grigio pallido dei suoi occhi. Kaeru vi lesse disprezzo e confusione.

"No." Aki, udendo la risposta negativa della ragazza, assunse un'espressione sbalordita. Kaeru accennò ad un sorriso.

"Ma non sono nemmeno umana."

"E allora che diavolo sei?" Le aveva fatto quella domanda, alterando il tono della voce. Kaeru sostenne il suo sguardo, senza chinare il capo. Già, cos'era lei? Molto spesso si era rivolta quella domanda. Non era nè demone, nè essere umano. Probabilmente, un essere che aveva attinto un po' dell'uno e un po' dell'altro. E non le piaceva essere giudicata così, non le piaceva trovarsi al centro di due estremi. Non piaceva a nessuno, accidenti. Non voleva essere guardata con disprezzo, lei che disprezzo non ne provava. Voleva solo che qualcuno l'accettasse, ma nessuno, a parte i suoi genitori, era disposto a farlo. Gli esseri umani l'additavano come un demone e ai loro occhi lo era. I demoni la consideravano un tentativo mal riuscito, un povero essere umano che aveva in piccolissima parte sangue di demone. Una parte tanto piccola da non essere presa nemmeno in considerazione.

"Anche se te lo dicessi... ti cambierebbe qualcosa?"

Il ragazzo non rispose, e lei sorrise. "No, infatti. Perché ai tuoi occhi sarei sempre "qualcosa" di diverso. Qualcosa di non umano."

In più, non aveva bisogno affatto di quello sguardo. No, non aveva bisogno del disprezzo che vi trapelava.

"Non vorrei interrompere questo idillio, ma penso che sia venuto il momento di prendermi la mia vendetta."

Mikujiin si mosse, sopra la propria nuvola. Un mano brandiva una spada, molto simile a Tessaiga, l'altra era posta in modo da potergli permettere un valido equilibrio. La sua mole rallentava i suoi movimenti, rendendoli prevedibili agli occhi di un osservatore attento. Ma lei, per quanto avesse notato quella piccola debolezza di Mikujiin, non poteva fare assolutamente niente. Non aveva la forza necessaria per fronteggiare un simile nemico. La sua ostentata sicurezza derivava dal fatto che sapeva essere immortale.

Mikujiin sollevò la spada, lasciandola ricadere con tutto il suo peso verso di loro. Il fendente andò a vuoto, Kaeru si era lanciata a terra, mentre Aki era saltato su un ramo d'albero nelle vicinanze. La ragazza si sollevò dolorante, notando i graffi e le abrasioni sugli avambracci che quella caduta le aveva procurato. Era un dolore sopportabile, nonostante tutto.

Puntellò le mani a terra, cercando di sollevarsi. Poteva solo scappare in quella situazione. Doveva nascondersi agli occhi di Mikujiin, sfruttando la sua lentenzza. Si portò in piedi, attirando su di sè l'attenzione del demone.

"Uh, uh, alla fine sia il moccioso che tuo padre ti hanno abbandonato, piccola."

Kaeru sollevò gli angoli della bocca in un sorriso. "Non ho bisogno di nessuno. Posso badare a me stessa." Grande bugia, in realtà. Ma se poteva contribuire a renderla più tranquilla, l'avrebbe detta fino a renderla vera. Vide Mikujiin sorridere beffardo, non credeva minimamente alle parole della ragazza.

"Un essere nè umano nè demone ha un solo destino di fronte a sè. La morte. E sarò io a prendermi questo privilegio."

Prima di assistere alla nuova offensiva di Mikujiin, Kaeru prese a correre verso l'interno della Foresta, lasciandosi il demone alle spalle. Sentì la sua risata metallica sollevarsi e raggiungerla, mentre correva, tentando di evitare gli spuntoni delle radici sotterranee. La Foresta con le sue braccia intricate avrebbe potuto assicurarle la salvezza.

Si nascose dietro ad una quercia, tentando di riprendere fiato il più velocemente possibile. Con una mano sul petto, si sbilanciò un poco per osservare il punto da cui era scappata. Udì la risata di Mikujiin e si gelò nel sentirla molto vicina, troppo vicina. Un rumore assordante le ferì le orecchie, mentre le chiome degli alberi vennero squarciate da un fendente del demone. Kaeru sollevò lo sguardo, notando con paura, che attorno a lei si era creata una radura di alberi recisi.

"Nasconderti non ti servirà, mocciosa. Posso trovarti quando voglio."

Non sembrava aver motivo per dubitare delle parole di Mikujiin. Kaeru indietreggiò, cercando con lo sguardo una possibile via d'uscita. Infine cadde a terra, ostacolata da una radice che le annientò l'ultima speranza di una via di fuga. Quando aprì gli occhi, vide la lama della spada sferzare l'aria verso di lei; come unico gesto di protezione, sollevò il braccio davanti al volto, emettendo un grido terrorizzato.

Un suono metalico e una sferzata d'aria la costrinsero a guardare di fronte a sè. Inuyasha, suo padre, aveva bloccato il fendente di Mikujiin con Tessaiga. Kaeru, riconoscendo il padre, sorrise, mentre una felicità inestimabile prese a colmarle il cuore.

"Papà!" Sentì le lacrime pungerle gli occhi, tanto era felice.

"Cosa avevi intenzione di fare a mia figlia, Mikujiin?"

Con un poderoso movimento del braccio, Inuyasha allontanò la spada di Mikujiin, costringendo il demone ad arretrare con la propria nuvola. Il volto di Mikujiin si contrasse in una smorfia feroce e allo stesso tempo impaurita; a quanto pare, l'intervento di Inuyasha non era stato previsto nei suoi piani d'annientamento.

Kaeru si portò in piedi, afferrando da dietro il kimono del padre. Il suo arrivo era stato provvidenziale, inoltre, alla vista di Inuyasha, tutte le sue paure si erano sollevate come le foglie al vento. Sentendo la presa della figlia, Inuyasha la intimò ad andarsene, a nascondersi da qualche parte. Kaeru fece un cenno d'assenso col capo: gli era d'intralcio e questo lo sapeva. Per poter difendere lei, suo padre non sarebbe stato libero di combattere con Mikujiin, inoltre, non poteva essergli in alcun modo di aiuto.

Prese di nuovo a correre in un punto imprecisato, lasciandosi il padre alle spalle.

Inuyasha, sentendo Kaeru allontanarsi, impugnò Tessaiga con entrambe le mani, sorridendo beffardo a Mikujiin.

"Avrei dovuto ucciderti quando ne avevo la possibilità. Ma si può sempre rimediare."

Mikujiin arretrò.

Inuyasha assottigliò gli occhi dorati, quasi come a voler scrutare il suo avversario nel profondo. Gli angoli della bocca sottile accennarono un sorriso.

"Come era prevedibile, hai perso lo Shikon."

A quelle parole, una strana espressione balenò nello sguardo di Mikujiin. "Ho ucciso quel demone uccello, non avrò certo problemi ad uccidere un mezzo demone come te, Inuyasha."

"Lo hai ucciso solo dopo aver inglobato lo Shikon." Lo corresse Inuyasha. Colto sul vivo, Mikjiin arretrò ancora. "E poi hai perso la Sfera."

Inuyasha si portò Tessaiga su una spalla. "Sento la tua dannatissima debolezza Mikujiin, puzzi di paura fino alle viscere. Per quanto ancora vuoi fingere, bastardo?"

Per tutta risposta, Mikujiin sollevò la sua arma, mancando il suo obbiettivo. Con un salto poderoso, Inuyasha si scagliò verso il demone dall'alto, trapassandolo da parte a parte con Tessaiga. Quando atterrò, il corpo straziato di Mikujiin cadde rumorosamente a terra, inondando il terreno del suo stesso sangue. Inuyasha guardò il demone spirare in un ultimo rantolo, mentre con freddezza tranciava di netto la mano di Mikujiin che ancora brandiva la sua arma.

"Pessima decisione." Disse Inuyasha, annientando sul nascere l'offensiva del demone.

Tessaiga tornò alle sue dimensioni originali, mentre con un movimento secco, Inuyasha la ripose nel fodero. "Povero idiota, lo Shikon ti ha solo usato."

Mikujiin era solo uno dei tanti demoni che lo Shikon era tornato ad usare. Sì, se prima erano i demoni a volersi impossessare della Sfera, adesso sembrava che le carte in tavola si fossero capovolte. Lo Shikon, volutamente, si innidiava dentro demoni ed esseri umani. Inuyasha non riusciva a comprenderne pienamente il motivo, ma azzardava un'unica ipotesi: nella sua forma originale, quella di una sfera, lo Shikon non poteva trarre vantaggio alcuno dai suoi immensi poteri, per questo, si impossessava di corpi robusti, dominando lo spirito dei loro possessori.

Nonostante tutto era giunto ad una conclusione, la più vera. Lo Shikon non racchiudeva più la sua controparte pura, come se qualcosa o qualcuno avesse innestato nella sfera un'unica fonte malvagia, che lentamente aveva soppresso ciò che di buono vi era nel gioiello.

Supposizioni, certo, che però sembravano essere più vere che false.

**


Kaeru si fermò, ormai del tutto sicura di essersi allontanata dal luogo del combattimento. Nonostante conoscesse le doti del padre, non potè fare a meno di provare un poco di inquietudine. Mikujiin, benché lento, possedeva una mole che avrebbe messo in difficoltà qualsiasi demone. Scosse il capo, scacciando quei pensieri deprimenti. Strinse un pugno davanti al petto, convincendosi sempre più della forza del padre.

Si sedette su una radice, attendendo il ritorno di Inuyasha. Era sicura che suo padre l'avrebbe trovata senza alcuna difficoltà grazie al suo fiuto eccezionale. Sovrappensiero, prese a giocherellare con una foglia. Le tornò alla mente Aki. Non seppe spiegarsi il motivo per cui l'immagine del ragazzo fosse così vivida dentro di lei, nè perché si fosse sentita ferita per quello sguardo colmo di disprezzo. Di una cosa era certa: avrebbe preferito non rivederlo mai più.

Era il primo essere umano che l'aveva sconvolta nel profondo, benché avesse cercato di celare il suo stato d'animo dietro alle apparenze. Pensava, inoltre, di essere abituata al disprezzo delle persone, alla distanza che queste tenevano volutamente da lei, ai falsi sorrisi che celavano ingiurie ben peggiori.

Al contrario, tutto ciò non le era del tutto indifferente, come lei desiderava. E quell'Aki lo aveva ampiamente dimostrato.

Quando realizzò il punto focale dei suoi pensieri, sentì una stretta poderosa circondarle le spalle e la lama tagliente di un'arma leggermente premuta contro la pelle del suo collo.

Una falce a mezzaluna.

Sorrise beffarda, avrebbe dovuto immaginarselo.

"Adesso ti libero da tutte le tue sofferenze, vedrai, basta poco." La voce di Aki suonò ferma e sicura.

"Preferirei tenermele... grazie." La voce di Kaeru suonò tagliente e per niente impaurita.

Aki, in tutta risposta, marcò la presa su di lei, facendola gemere. Un rigolo di sangue prese a sgorgare dal collo bianco della ragazza.

"Spiacente di deluderti, ma non puoi uccidermi."

Kaeru sentìi muscoli del ragazzo contratti dietro la sua schiena. Sorrise, sapendo di potere avere la meglio su di lui.

"Anche ferendomi, non otterrai niente. Se non mi credi, libero di provare."

Notando che Aki aveva allentato la presa, Kaeru scattò in piedi, trascinando con sè l'arma del ragazzo. Con un gesto repentino, affondò leggermente la lama nella pelle del braccio, lasciando che il sangue sgorgasse libero dalla ferita. Aki non fece alcun tentativo di riprendere l'arma, bensì fissò l'arto della ragazza. Di lì a un minuto, la ferita scomparve.

Kaeru fu felice nel constatare che la sua dimostrazione aveva avuto una conclusione in breve tempo. La ragazza lanciò l'arma contro Aki, che l'afferrò al volo.

"Adesso puoi lasciarmi anche in pace, che ne dici?"

Osservò gli occhi grigi del ragazzo rivolti unicamente verso di lei. Era impossibile stabilire la freddezza che celavano. Kaeru attese qualche reazione del giovane, rimanendo immobile, senza riuscire in realtà a muoversi. I suoi piedi parevano inchiodati a terra.

"Come vedi," disse lei, rompendo il silenzio tra loro ,"sono differente sia da un demone che da un umano. A differenza di loro, non posso morire."

"Tuo padre," disse Aki con un tono freddo della voce ,"è un demone."

Kaeru sbuffò infastidita. "E mia madre una sacerdotessa."

"Allora, tu sei un mezzo demone."

Kaeru fece un gesto esasperato con le braccia. "Innanzitutto, non vedo perché dovrei stare qui a parlare di me con uno sconosciuto, comunque sappi che non è affatto semplice capire la mia situazione."

Riprese fiato. "E siccome non pretendo affatto che tu la capisca, vorrei semplicemente essere lasciata in pace."

Dopo un attimo di esitazione, Aki puntò nuovamente la sua arma contro di lei.

"Spiacente, ma la parola demoneha comunque a che fare con te. Come, non mi interessa."

Kaeru osservò la punta della mezzaluna. "E tu credi di avere il diritto di uccidere tutti coloro che hanno a che fare con dei demoni?"

"Sì." Aki non mostrò alcuna espressione, nè sul volto, nè nella voce. Kaeru fece un sorriso amaro.

"A quanto pare voi esseri umani non siete poi molto diversi dai demoni. Uccidete chi vi minaccia, senza provare pietà. Amate il sangue e la morte degli altri, esattamente come i demoni." Quelle parole le aveva sussurate, ma sembrarono rimbombarle nella mente come un eco lontano. Tuttavia, fu sicura che Aki, di fronte a lei, le aveva percepite alla perfezione.

"Comunque," mormorò Kaeru abbassando lo sguardo, "poco importa."

Fu in quel mentre, che Kaeru vide l'arma di Aki volare lontano, infilzando il suolo erboso a pochi passi da lei e dal ragazzo.

"Cosa avevi intenzione di fare, moccioso?"

Inuyasha, rigido nel suo portamento, teneva Tessaiga davanti a sè, a pochi centimetri dal volto di Aki che, per la sorpresa, era indietreggiato di qualche passo. "E che sia una risposta convincente."

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