Neverending Milky Way

Inuyasha
Personaggi: , , , ,
Rating: Giallo
Genere: Avventura, Azione, Romantico
Numero Capitoli: 17
Introduzione: Sequel di Ritorno al Passato. Quindici anni, quasi sedici, sono trascorsi dalle vicessitudini di Inuyasha e Kagome. Kaeru è cresciuta e custodisce dentro di sè due entità distinte: quella umana e quella demoniaca. A quale delle due rivolgerà il proprio cuore?
2, Strane Inquietudini


Quando uscì dalla propria stanza, la capanna era ancora immersa nel silenzio mattutino. I primi raggi di sole filtravano a stento dalle tende che sua madre aveva messo alle finestre, creando un gioco di luci ed ombre quasi ipnotico. Quella mattina si era svegliata abbastanza presto, si era lavata alla piccola pozza situata sul retro della capanna, aveva indossato uno yukata pulito, uno tra i suoi preferiti ed aveva fatto colazione. E tutto nel più assoluto silenzio. Suo padre, molto probabilmente, aveva fatto ritorno a casa la sera precedente, e altrettanto probabilmente non avrebbe gradito rumori molesti che intaccassero il suo sonno. Kaeru lo sapeva bene. Suo padre era severo, molto più della madre. Non ammetteva repliche e anche se era nel torto, non voleva essere contraddetto. Naturalmente, non aveva paura di suo padre. No, perché egli sapeva dimostrarle il suo affetto. E lei si sentiva amata, nel modo in cui lui l'amava.

Inoltre, suo padre non era un uomo che sapesse esternare apertamente i propri sentimenti. Kaeru sapeva quanto suo padre amasse sua madre, quanto fosse profondo il legame che li univa. Sapeva quanto lei, per loro, fosse importante. Per questo, Kaeru desiderava essere amata con tale intensità.

Si affrettò a mettere le sue cose in una piccola sacca, adornata di un piccolo fiore di stoffa che sua madre aveva cucito per lei. Calzò i suoi geta, sedendo di fronte alla porta della capanna e attese per qualche minuto, accertandosi di non aver fatto rumore.

"Kaeru."

Le spalle della ragazza si mossero come percorse da una scossa elettrica. Si voltò lentamente, distinguendo la figura di Inuyasha, in piedi, esattamente dietro di lei. Il mezzo demone indossava i pantaloni neri del suo kimono, segno che si era svegliato in quel momento. I capelli argentati gli ricadevano, lunghi e scomposti, sulle spalle, mentre gli occhi dorati assumevano una linea ancora più sottile.

"Mi spiace di avervi svegliato, padre." Disse Kaeru, sinceramente dispiaciuta. Sapeva quanto fosse raro per suo padre dormire a casa.

"Dove stai andando Kaeru? Mi pare sia un po' troppo presto." Disse, lanciando una occhiata al paesaggio nascosto dalle tende. Kaeru si morse il labbro inferiore, pensando alle parole più adatta da rivolgere al padre.

"Sto andando da Kaede-sama." Disse, alla fine.

"Tua madre lo sa?" Domandò semplicemente Inuyasha.

"Sì, me lo ha permesso, ieri."

Inuyasha rimase in silenzio, come per voler soppesare le parole della figlia. Intanto Kaeru si era portata in piedi, facendo una lieve pressione sui geta, affinché aderissero bene ai suoi piedi.

"In tal caso, vengo anch'io."

Kaeru si voltò verso di lui, giusto in tempo per vedere le spalle del padre scomparire nella stanza adiacente. Dopo qualche minuto, Inuyasha fece ritorno dalla figlia, indossando il suo tipico kimono nero e con Tessaiga saldamente allacciata alla vita. Kaeru osservò la spada che verteva nelle sue condizioni normali, ovvero quelle in cui appariva con una semplice lama arrugginita. Kaeru sapeva perfettamente che quello non era il vero aspetto di Tessaiga, anche se l'aveva vista rare volte nella sua forma originale. Inuyasha notò l'insistenza nello sguardo di sua figlia, e come intuendone i pensieri, la invitò ad uscire con una mano fuori dalla capanna. Iniziarono a percorrere il sentiero che conduceva alla capanna della vecchia Kaede, in silenzio.

La ragazza fremeva per sapere del viaggio del padre e delle sue avventure. Ciò che lui le raccontava rappresentava sempre qualcosa di diverso dalla noia quotidiana. Però rimaneva in silenzio, non sapendo quanto suo padre fosse disposto a parlarle.

"Padre," disse infine ,"stavolta siete rimasto via molto. Mamma era preoccupata per Voi."

"Questa assenza non era del tutto calcolata." Le rispose, senza utilizzare alcun tipo di emozione.

"Capisco." Kaeru abbassò lo sguardo, iniziando a fissare il terreno pietroso che andava lentamente percorrendo. Se conosceva abbastanza bene suo padre, quella mattina non era molto desideroso di parlare. Nemmeno con lei.

La capanna della vecchia Kaede apparve ai loro occhi e Kaeru si sorprese di veder sporgere un piccolo filo di fumo da una finestra. Sua madre le aveva raccontato che l'anziana sacerdotessa era costretta a letto a causa della propria vecchiaia, ma a Kaeru parve esserci una certa attività all'interno della dimora.

"Kaede-sama? Posso entrare?" Domandò la ragazza, affacciandosi leggermente verso l'interno della capanna che trovò sorprendentemente vuoto. Una risposta flebile provenne da una stanza adiacente, che convinse Kaeru e suo padre ad entrare. Senza mostrare alcuna esitazione, Kaeru attraversò la stanza, recandosi vicino alla porta che comunicava con il luogo da cui proveniva la voce. Inuyasha la seguì, rimanendo sempre e comunque dietro di lei. Kaeru lanciò uno sguardo tra l'oscurità delle pareti, assottigliò gli occhi per poter meglio distinguere se vi fosse qualcuno all'interno.

"Kaede-sama?" Ripetè. Kaeru fece un passo in avanti, mostrando l'intenzione di entrare dentro la stanza, ma la mano forte di Inuyasha la trattenne per una spalla. Senza spiegare niente alla figlia, il mezzo demone serrò la mano attorno all'impugnatura di Tessaiga. Kaeru udì il suono metallico della lama, mentre questa pulsava ormai di vita propria di fronte a suo padre. Il ferro tagliente di Tessaiga splendeva, quasi illuminando l'oscurità della capanna e Kaeru pensò a quanto si potesse sentire forte una persona, solo impugnandola. Una volta sua madre le aveva rivelato il segreto di quella spada: Tessaiga era stata creata da un incisivo di suo nonno, un Demone completo, che aveva creato quella spada per proteggere la sua compagna umana, la madre di Inuyasha. Per questo, Tessaiga si trasformava ogni volta che Inuyasha proteggeva un essere umano, o comunque una persona per lui importante.

Kaeru udì un rumore provenire dalla stanza, mentre Inuyasha teneva ben salda Tessaiga di fronte a sè. Una figura si mostrò, parzialmente illuminata dalla scarsa luce che penetrava nell'abitazione.

"Sono solo una povera vecchia, Inuyasha."

Finalmente la ragazza vide Kaede, esattamente di fronte alla punta di Tessaiga che le sfiorava leggermente il petto. Le labbra sottili di Inuyasha si spiegarono in un breve sorriso, mentre con un movimento secco e preciso riponeva la propria spada nel fodero, allacciato alla vita.

"Scusa, vecchiaccia."

"Non sei cambiato affatto Inuyasha, non capisco a cosa possano mai servire i tuoi viaggi."

Kaeru osservò incuriosita il padre, la cui espressione si fece un poco più cupa.

"Non sono cose che ti riguardano... vecchia."

Kaede scrollò le spalle, invitando i due ospiti a sedersi mentre lei si accingeva a preparar loro del tè. Kaeru si offrì volontaria per aiutarla, ma Kaede rifiutò gentilmente il suo aiuto.

"Oggi, mi sento bene. Sono sempre in grado di preparare del tè."

Kaeru si scusò mortificata. Rimase in silenzio, ma gioiva nel vedere la vecchia sacerdotessa sempre pronta di spirito. Come era felice del fatto che sua madre e Sango si era sbagliate; sì, perché Kaede-sama non appariva per niente malata. Le sue guance piene di rughe aveva assunto un colorito rosato, mentre gli occhi avevano riacquistato un po' della luce che li aveva sempre contraddistinti.

"Quando sei tornato Inuyasha?"

Il mezzo demone sollevò lo sguardo dalla ciotola che teneva in mano. Emise un piccolo grugnito e rispose alla vecchia sacerdotessa. Fin dal momento che suo padre aveva messo piede in quella capanna, a Kaeru parve di leggere sul volto del mezzo demone una sensazione di disagio. Ma se era disagio ciò che suo padre provava, allora non comprendeva il motivo della sua visita a Kaede.


"Kaede-sama, come stai oggi?" Domandò Kaeru, distogliendo l'attenzione della donna dal padre. Kaede le sorrise e le sue rughe divennero ancora più visibili.

"Meglio." Dopo quella risposta, la vecchia Kaede tornò con lo sguardo fisso su Inuyasha, ma Kaeru non ne capì il motivo. Poteva solo percepire un poco della tensione che aleggiava tra i due, in particolar modo quella proveniente da suo padre. Era raro vederlo teso o agitato per qualcosa. Solitamente manteneva un sangue freddo da far invidia a chiunque. Sapeva controllarsi di fronte a tutto. Forse anche davanti alla morte.

"Kaeru, ti dispiace farmi un favore?" L'interesse della ragazza si risvegliò, mentre con occhi curiosi osservava Kaede di fronte a lei.

"Certo!" Disse con convinzione, felice di poterle essere utile per qualcosa.

"Avrei bisogno di qualche erba medicinale. Chiederlo ad altri equivarrebbe dover loro spiegare tutto un erborario."

"Conta su di me, sarò presto di ritorno!" Kaeru si portò in piedi raggiante ed uscì dalla capanna. Kaede osservò la ragazza avventurarsi per i campi del villaggio alla richiesta di quanto richiesto. La vecchia sacerdotessa voltò di nuovo lo sguardo sul mezzo demone che, con le braccia incrociate al petto, stava ricambiando lo sguardo.

"A cosa devo questa visita Inuyasha?" Il mezzo demone fece un mezzo sorriso, come a volersi complimentare dell'astuzia della donna.

"Cosa credi?" Fece un secondo dopo Kaede ,"non sei il tipo da visite. Adesso che tua figlia non c'è, puoi parlare."

"E cosa credi?" La imitò Inuyasha di rimando ,"perché mai avrei qualcosa di cui parlarti con l'assenza di Kaeru?"

"Perché Kagome non sappia niente?" Insinuò la vecchia sacerdotessa.

E a giudicare dallo sguardo che Inuyasha le rivolse, aveva insinuato bene. Kaede si alzò a fatica in piedi, tenendosi una mano all'altezza della vita.

"So che sei testardo abbastanza per commettere delle stupidaggini."

"Bada a come parli, vecchia."

Inuyasha si era alzato a sua volta, ma era rimasto immobile esattamente dove si trovava.

"Sto ancora aspettando." Disse Kaede, ignorando completamente l'ammonimento del mezzo demone. Inuyasha rimase in silenzio, come per voler trovare le parole adatte da rivolgere alla donna. Infine, sbottò aprendo le braccia.

"L'ho trovato."

Kaede si voltò. "Trovato cosa?" Domandò, con voce leggermente preoccupata. Inuyasha guardò la donna con le sue iridi ambrate. Per un attimo, la risposta del mezzo demone parve dolorosamente semplice a Kaede. Osservò Inuyasha dispiegare le labbra in un sorriso amaro.

"Lo Shikon no Tama esiste sempre." Rispose, senza dare alla voce nessun timbro particolare. Kaede sentì il bisogno di tornare a sedersi.

"Inuyasha," prese a dire con tono grave ," voglio sperare che tu sappia il peso delle tue parole. Sai cosa comporterà l'aver trovato di nuovo lo Shikon. Mi domando solo se tu te ne rendi veramente conto." Osservava il volto del mezzo demone con sguardo sorpreso, adirato.

"Lo so benissimo, per questo nessuno, oltre a noi, lo sa." Mise per inciso Inuyasha, facendo comprendere a Kaede che anche Kagome era all'oscuro di tutto.

"Lo Shikon è uno dei motivi che mi ha spinto a viaggiare. Ho scoperto della sua esistenza esattamente tre giorni fa in un villaggio sulle montagne Okai."

"Quel villaggio conserva lo Shikon?"

Inuyasha si passò la mano tra i capelli, tornando a sedersi.

"No, l'ho semplicemente visto nelle mani di un demone uccello." Disse, quasi pentendosi per qualcosa.

"E a giudicare dal tuo sguardo c'è rimasto... nelle sue mani." Disse Kaede, come sollevata.

"Sì, solo perché per un attimo non ho saputo cosa fare. Non avrei mai pensato di ritrovare veramente lo Shikon."

Kaede rimase in silenzio, cercando di ragionare con freddezza ed oggettività. Lo Shikon no Tama aveva fatto perdere le sue tracce per quindici anni, durante i quali nessuno sembrava averlo visto o usato. Al villaggio non era giunta nessuna voce riguardante demoni dalla forza improvvisa. Mentre adesso, lo Shikon era riapparso e i motivi le erano del tutto oscuri. Dagli ultimi eventi che erano capitati, Kaede aveva appreso da Kagome che lo Shikon aveva un vita e un pensiero proprio. Sapeva essere completamente indipendente dal corpo che lo inglobava. E Kaeru ne era stata la prova vivente. Aveva posseduto dentro di sè lo Shikon, che l'aveva creata, generata. Gli aveva dato un cuore, dei sentimenti e alla fine, le aveva donato la morte. Una morte diversa dalle altre. Una morte di un essere che non era mai nato. Perché Kaeru, la vecchia Kaeru, era stata solo una creazione ad opera dello Shikon. Ed era stata dura andare avanti, per Kagome soprattutto. La sua pazzia aveva dimostrato quanto potesse essere forte l'amore di una madre.

Ed era per Kagome che Inuyasha non avrebbe mai dovuto cercare nuovamente lo Shikon.

"Adesso, cosa hai intenzione di fare?" Domandò Kaede, con voce dura e severa. "Pensaci seriamente." Aggiunse dopo.

Inuyasha non le rispose.

"Lascia che ti ricordi una cosa, Inuyasha. Il dolore di Kagome e la sua pazzia dovrebbero farti ragionare. Se mai lo Shikon coinvolgesse di nuovo le vostre vite, Kagome potrebbe reagire diversamente. Ha sofferto parecchio e tu che le sei stato accanto, dovresti saperlo. Quella donna era quasi morta per il dolore. Odia lo Shikon con tutta se stessa, tanto che le da fastidio anche solo sentirne il nome. Se sceglierai di proseguire la tua ricerca, sai bene come Kagome la prenderà. Non bene, chiaramente. Lo Shikon vale davvero così tanto, da rischiare tutto, Inuyasha? Anche l'amore della sola donna che ami?"

"Di cosa state parlando voi due?"

Inuyasha ebbe un moto di sussulto, mentre Kagome si affacciò all'entrata della capanna. Non l'aveva sentita, non aveva sentito il suo profumo, nè la sua presenza. Kagome, notando la reazione del consorte, si sedette accanto a lui dopo aver salutato cordialmente Kaede.

"Ehi, ti ho forse fatto prendere uno spavento?" Sorrise, divertita.

"Baka." Gli rispose Inuyasha, fingendosi arrabbiato.

"E' raro poter spaventare il Venerabile Inuyasha, mi sa che andrò fiera per questo... almeno per un po'."

Kaede fissava Kagome, ringraziando il fatto che non avesse sentito niente della conversazione.

"Kaede-sama ti vedo bene, ne sono felice." Disse Kagome alla donna, sorridendole dolcemente. Il sorriso di Kagome era di quanto più bello una persona potesse ammirare. Trasmetteva tutto l'amore che riempiva ogni singola fibra di quella donna. Anche il più insulso insetto si sarebbe emozionato di fronte a lei. E il solo fatto che una donna come lei potesse provare amore per un mezzo demone scorbutico e taciturno era di per sè un notevole miracolo.

"Ti ringrazio, gradisci un po' tè?"

"No, grazie. Le offerte oggi al tempio hanno compreso anche quello. Penso che non berrò tè per un po' di tempo." Kagome fece una leggera smorfia.

"Mamma!" Kaeru, di ritorno, corse dalla madre abbracciandola da dietro.

"Buongiorno tesoro." Disse Kagome, accarezzando gli avambracci della figlia.

"Guarda, mamma," prese a dire Kaeru mostrando le erbe medicinali alla madre ," mi ha chiesto Kaede-sama di raccoglierle." Il tono infantile della ragazza, strappò un sorriso dalle labbra di Kagome.

"Mhm, sei stata brava."

Le guance di Kaeru si tinsero di un rosa acceso. Ricevere i complimenti da sua madre era qualcosa di fondamentale per la ragazza.

"Io devo andare." Inuyasha si portò in piedi. Kagome seguì con lo sguardo i movimenti del mezzo demone.

"E dove, scusa?"

"Devo incontrare Miroku. Dobbiamo parlare."

Kagome guardò Inuyasha con un sopracciglio sollevato.

"Spero non si tratti di porcherie." Disse ingenuamente.

Kaeru sgranò gli occhi nel vedere suo padre arrossire in modo tanto vistoso.

"N-non essere sciocca!" Ed era la prima volta che lo sentiva balbettare.

"Non si sa mai, meglio mettere le cose in chiaro." Disse, alzandosi a sua volta.

Inuyasha la guardò preoccupato.

"Dove vai mamma?" Domandò Kaeru precedendo il padre.

"Al Tempio a pregare." Kagome si legò i lunghi capelli dietro alla nuca.

Kaeru annuì. Almeno una volta al giorno sua madre pregava. Pregava le divinità del Tempio. L'aveva spesso osservata al centro della grande sala, avvolta dal più assoluto silenzio. Una volta, si era spaventata, vedendo Kagome avvolta da spettri. Ma Kaede-sama l'aveva rassicurata: mostrare la via verso il Nirvana era uno dei compiti di una sacerdotessa.

"Tu puoi rimanere Kaeru. Sempre che a Kaede non crei disturbo."

"No, tranquilla. Un po' di compagnia dopo tutto questo tempo non può farmi che bene."

"Va bene, allora ci vediamo."

Kagome ed Inuyasha uscirono dalla capanna. Rimaste sole, Kaeru fissò Kaede.

"Vuoi aiutarmi a preparare qualche infuso?"

Kaeru annuì docile.

"Kaede-sama?" La ragazza si fermò, mentre Kaede si voltò verso di lei.

"Cosa farà adesso mio padre? Ha davvero intenzione di trovare quello Shikon?" L'ultima parola suonò tremolante.

Kaede si bloccò, come ghiacciata da quella domanda.

"Tu..."

"Si, ho sentito quando parlavate con mio padre... prima che mamma arrivasse."

**


Kagome osservò le larghe spalle di Inuyasha, mentre il mezzo demone camminava di fronte a lei. Quando era entrata nella capanna aveva avuto la sensazione di aver interrotto qualcosa; inoltre aveva notato l'espressione di Kaede.

"Inuyasha?"

"Mhm?" Il mezzo demone non si voltò, ma continuò a risalire il sentiero.

"Non... non hai niente da dirmi?"

"E che cosa?" domandò a sua volta.

"Niente. Non fare troppo tardi stasera." Disse, prendendo una strada differente. Quando Inuyasha si voltò lei non c'era già più.

Kagome iniziò a distinguere il Tempio. Quel giorno era la terza volta che vi si recava a pregare. C'era qualcosa che la inquietava e la preghiera sembrava l'unico mezzo per avere delle risposte. Non sapeva spiegarselo, ma aveva l'impressione che ciò che la rendeva inquieta centrasse in qualche modo con il comportamento di Inuyasha. In cuor suo, sperava di sbagliarsi.

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