Forever, Together

His Dark Materials
Personaggi: ,
Rating: Giallo
Genere: Malinconico, Romantico, Triste
Note: One-shot
Numero parole: 1308
Introduzione: Andare là, sedersi, ascoltare nel giorno di San Giovanni non era stato più lo stesso. Qualcosa era cambiato, ma non avevano il coraggio di ammetterlo. [La linea temporale segue quella del Cannocchiale d'Ambra].
Forever, Together


L'amore deve sempre ottenere dei sacrifici.
E non ci sono sacrifici senza sangue.

Carmille ~ Joseph S. Le Fanu


"Pan?" Fu poco più di un sussurro, ma del tutto sufficiente per destare l'attenzione del daemon. Accovacciato ai piedi del letto e completamente avvolto su se stesso, Pantalaimon aprì i suoi occhietti assonnati. Non vedeva il volto di Lyra, poiché le coperte lo nascondevano, ma conosceva l'espressione che si andava dipingendo sul volto della propria compagna. Sarebbe stata esattamente l'espressione che avrebbe assunto lui se avesse avuto un volto umano.

Le coperte sul petto di Lyra si sollevarono ed abbassarono con estrema lentezza come a voler scandire un ritmo proprio. "Pan, perché mi sento così male? Non intendo il dolore fisico, ma il dolore che ho al cuore. Lo senti anche tu, vero?".

Pantalaimon rimase in silenzio, spostò lentamente la coda che con la punta pelosa copriva il musetto appuntito e con altrettanta lentezza si fece strada verso la spalliera del letto. Lyra scostò un poco le coperte all'altezza del suo collo e lasciò che il proprio Daimon vi si accovacciasse, come era solito fare quando era bambina. Lyra fece emergere una mano da sotto le coperte e con amore iniziò a lisciare il pelo di Pantalaimon, che aveva iniziato a rispondere a quel tocco gentile con rumori sommessi di piacere.

"E' perché oggi è San Giovanni, vero Pan?" Il Daemon non si mosse. "E' San Giovanni e noi siamo qui."

La coda della piccola martora si sollevò, accarezzando una guancia tiepida della donna. "Oh, Pan," Sospirò Lyra; "Anche tu l'hai sentito, perché non ne abbiamo mai parlato tra noi? Di cosa abbiamo paura, Pan?".

Sentì il pelo dell'animale pungerle la pelle nell'incavo del collo. "Lo abbiamo capito. Tu ed io. Andare là, sedersi, ascoltare... non è stato più lo stesso. Era- era diverso. E' stato come sedersi in qualsiasi altro posto. Oh, Pan!" Lyra gemette.

"Dillo, Lyra. Dillo." La vocina di Pantalaimon si sollevò flebile e soffocata. La stretta al cuore era andata aumentando, Lyra era Pan, Pan era Lyra, il loro dolore era doppio.

Le guance di Lyra iniziarono ad inumidirsi a poco a poco, mentre le lacrime premevano agli angoli dei suoi occhi. Pantalaimon non sarebbe mai stato in grado di dire ciò che entrambi avevano nel cuore, ciò che entrambi ignoravano, ma nel loro intimo sapevano.

"Oh, Pan, non dovremmo essere così tristi. E' ciò che abbiamo sperato, sempre. Il pensiero di poterci riunire a loro è ciò che ha fatto andare avanti la nostra vita."

"Se è davvero così, perché non mi sento felice? Perché vorrei andare su quella panchina e sentirli?".

La mano di Lyra si fermò, mentre Pan fremette sotto al suo tocco. Rimasero immobili, in silenzio. Qualcosa attorno a loro aveva reagito alle parole di Pan, una sensazione, un pensiero, una scintilla di elettricità li aveva punti entrambi.

"Lyra?" Il Daemon sollevò il piccolo muso, sfiorando la pelle della donna ed osservò l'aria con gli occhietti attenti e luminosi. Lyra, sdraiata, contemplò il soffitto e l'aria attorno a lei.

"Will." Sussurrò e la stessa sensazione, la stessa scintilla tornò a pungerli.

Non vedeva, ma sapeva che c'era. Lui era lì.

L'attenzione di Lyra tornò al proprio cuore e lo sguardo della piccola martora pareva parlare per lei. Quel dolore, quel senso di angoscia ed abbandono era scomparso. Lyra sentì un senso di leggerezza invaderla, di quiete. Si abbandonò sopra le lenzuola del proprio letto e sentì il corpicino di Pantalaimon rilassarsi a sua volta. Immaginò il tocco di Will sulla fronte, sugli occhi e sulle labbra. Ricordò come era stato baciarlo, la gioia che era scaturita da quel semplice contatto tra pelli. La felicità che le aveva pervaso le viscere, sapendo di appartenere a qualcuno e per questo qualcuno essere tutto. Ricordò cosa volesse dire sentirsi amati.

"Oh, Pan, come abbiamo potuto dimenticare tutto questo? Ti manca Kirjava, non è vero? Oh, Pan, tesoro mio." Con un movimento gentile, si portò a sedere con estrema lentezza, abbracciò Pan, raggomitolato e tremante contro al suo petto. Una cascata di riccioli argentei coprì le spalle di Lyra, adagiandosi sul pelo rossiccio e splendente di Pantalaimon, creando un contrasto di colori e riflessi.

"Will è qui e Kirjava è con lui, Pan. Adesso sono parte del tutto."

Il piccolo daemon si sollevò sulle piccole zampe posteriori e con gli arti anteriori premette contro la vestaglia della donna. Si protese verso il volto di Lyra, dove le rughe incorniciavano i suoi occhi ardenti e le sue labbra carnose. Leccò una guancia come per volerla consolare e ringraziarla per tutto ciò che lei era stata per lui.

Lyra sollevò lo sguardo di fronte a sé, in un punto imprecisato della stanza. C'era solo un muro ed un quadro malconcio, ma sapeva che da qualche parte, in quella stanza, la sua Morte le stava sorridendo.

Appoggiò la schiena alla spalliera del letto, con Pantalaimon avvolto attorno al suo collo. Come ai vecchi tempi, pensò.

Ricordò per un'ultima volta il calore del suo pelo contro la sua pelle, memorizzò quella sensazione per portarla con sé anche quando fisicamente non si sarebbero più incontrati.

Will e Kirjava erano lì, tutt'intorno a loro. Erano lì per accoglierli, per abbracciarli.

Desiderò sapere cosa si provasse ad essere il Tutto e il Tutto ad essere lei. Ad essere foglia, ma allo stesso tempo ramo. Ad essere acqua, ma bruciare di fuoco. Desiderò sapere cosa si provasse a stare con lui e con lui essere condivisione di particelle, di atomi. Desiderò conoscere il significato della parola per sempre.

"Per sempre." Sussurrò, contro il pelo di Pan.

"Per sempre." Le fece eco il daemon.

Lyra si rilassò e lasciò che la sua Morte li salvasse entambi.

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