Five Methods

Harry Potter
Personaggi: , , , ,
Rating: Arancione
Genere: Commedia
Numero parole: 19186
Numero Capitoli: 6
Introduzione: Chi ha detto che la vita degli eroi è fatta solo di gloria e gioia? Harry deve assolutamente prendere un Oltre Ogni Previsione in Trasfigurazione, pena la pulizia dell'aula della professoressa McGranitt. Inoltre, la sua unica salvezza, Hermione Granger, non sembra intenzionata ad aiutarlo. Ed ecco entrare in scena i '5 metodi' di Ginny Weasley, per ottenere tutto ciò che si vuole da una persona.
Round Three


Harry infilò una mano nella tasca dei pantaloni e ne estrasse quella che, da due giorni a quella parte, era diventata la sua Bibbia. Afferrò una piuma posta sulla propria scrivania e tracciò una linea netta.

Metodo #1. Essere gentili. La gentilezza è sempre l'arma migliore da usare, specialmente nei confronti di una ragazza. Lavora di fantasia, Harry!

Harry sospirò e passò alla riga sottostante, ma la voce di Ron alle sue spalle lo fece sobbalzare in modo vergognoso. Guadagnado di nuovo il controllo delle sue funzionali vitali e ricordandosi che lui, in teoria, doveva sempre essere arrabbiato col ragazzo, Harry si voltò fronteggiando un Ron alquanto abbattutto.

“Che c'è Ron? Sono occupato.” Cercò di lasciar trasparire il proprio disappunto, ma non riusciva a rimanere arrabbiato per molto. A differenza di Hermione. Il pensiero della ragazza e della sua missione fallita, tuttavia, riaccesero tale disappunto. Notando il tono di Harry, Ron prese a torturarsi le mani, intrecciandole in modo nervoso.

“Ti volevo chiedere scusa. Gi-Ginny mi ha spiegato la... la situazione.”

Harry sospirò e si lasciò cadere sul divano della Sala Comune. Ron, interpretando quel gesto come 'scuse accettate', andò a sedere accanto all'amico.

“Adesso mi odia.” Disse Harry come un dato di fatto.

Ron trattenne una mezza risata. “Chi? Hermione? Figurati.” Senza voltarsi a guardarlo, Harry puntò l'indice al suo volto, esattamente nel punto in cui la ragazza l'aveva preso a schiaffi. Notando l'inconfondibile segno delle cinque dita, Ron deglutì pesantemente.

“Ok, forse un pochino.” Disse, distanziando di qualche millimetro l'indice e il pollice di una stessa mano. Harry gli rivolse uno sguardo cupo e Ron decise di smettere di fare dell'ironia gratuita; non era nella posizione adatta per dispensare consigli, dato che lui era stato la causa diretta del primo fallimento di Harry.

“Ok. Quale sarebbe la prossima mossa?” Domandò titubante Ron.

Harry si tolse gli occhiali e pulì le lenti con un lembo del suo maglione. Aveva imparato a memoria i metodi di Ginny, non aveva più bisogno di consultare il foglietto che stava premuto in una tasca della sua divisa.

“Darle ragione.” Disse, inforcando nuovamente gli occhiali.

Ron sbatté le palpebre per qualche secondo, non afferrando affatto lo 'scopo' di tale mossa.

“Cosa vuol dire darle ragione?” Domandò perplesso.

Harry scrollò le spalle. “Non ne ho la più pallida idea. Penso assecondarla.”

“Non vorrei rovinare il tuo piano,” Disse Ron, guadagnandosi un'occhiata ombrosa da Harry. “Ma che senso ha darle ragione? Hermione ha sempre ragione. E' abituata ad avere ragione e nessuno oserebbe mai pensare che non abbia ragione.”

Harry incrociò gli occhi verdi sotto le lenti. Si era perso tra le troppe ragioni.

“Quando sei stupido, Ron.” La voce cristallina di Ginny li fece voltare verso la direzione dell'entrata della Sala Comune. La piccola di casa Weasley osservò i due ragazzi con una mano ancorata ad un fianco ed un braccio disteso che sorreggeva la sua borsa. Aveva uno sguardo talmente determinato da lasciar sorpresi entrambi i ragazzi.

“Ogni ragazza ADORA sentirsi dire che ha ragione. Anche Hermione. E ricorda,” disse puntando Ron. “Che anche LEI è una ragazza, Ronnie.”

Ron divenne paonazzo, memore del suo quinto anno. Ginny si avvicinò al divano e lasciò cadere la sua borsa di fianco ad Harry, infine, incrociò le braccia al petto, sospirando. Harry guardò la rossa “Hai detto ragazza, Gin? Dobbiamo includere in quella categoria anche Malfoy?” Domandò, trattenendo, assieme a Ron, una risata.

“Ovviamente NO. Draco è maschio in tutti i sen-”

Ron gracchiò terrorizzato, mezzo sconvolto, mezzo arrabbiato. “Per Merlino, Ginny! Non voglio sapere le prestazioni di Malfoy!”

La ragazza sbuffò, scuotendo il capo. Poi, riprese a parlare di Hermione. “Prima le ho parlato e lasciate che vi dica che era nera come un tizzone.”

“Fantastico.” Farfugliò Harry. Quell'opprimente mese di pulizie stava iniziando ad alitargli sul collo.

“Sinceramente non so come tu possa riappacificarti con lei e procedere al metodo due...” Disse, pensierosa, Ginny. “Non sono mai entrata nella testa di un ragazzo. Siete un costante emblema... fatta eccezione per Ron, ovvio.” Il chiamato in causa lasciò un grugnito di disapprovazione.

Tra i tre calò il silenzio, mentre la Sala Comune di Grifondoro prese a popolarsi di altri studenti.

“Ma CERTO!” Ginny gridò, sbattendo un pugno sul palmo di una mano. Gli studenti presenti si voltarono a guardarla, ma tornarono ben presto ad occuparsi delle proprie cose. Sia Harry che Ron guardarono Ginny, leggermente titubanti. Lo sguardo della ragazza luccicava in modo sinistro, pericoloso, pensò Harry.

“Draco! Ti farai aiutare da lui!”

Udendo il nome del loro arci-nemico, Ron ed Harry iniziarono a tossire violentemente, mentre il primo si alzò, inciampò e cadde rovinosamente a terra.

“Piuttosto un mese di pulizie!” Sbraitò Harry, paonazzo per la mancanza di ossigeno.

“Non essere sciocco, Harry. Vuoi davvero un intero mese di lavori forzati?”

“Se devo chiedere aiuto a Malfoy, Ginny... SI!”

La rossa sbuffò infastidita. “Draco è l'unico ragazzo che conosco capace di trattare qualsiasi ragazza. E' perfetto.”

“Ginny, per favore, smettila,” boccheggiò Ron. “Altrimenti morirò prima del previsto.”

“NON ci penso, nemmeno! Piuttosto la morte.”

“Harry.” Ginny tentò di parlare.

“Malfoy che mi insegna a trattare una ragazza! Merlino, mi farei ammazzare da Voldermort in persona!”

“Harry, non-”

“Bacio Piton, piuttosto!” A quelle parole, Ron storse la bocca in una smorfia. La morte ok, ma Piton...

“HARRY!” Ginny gridò, sbattendo una mano sul tavolo di fronte al divano. Harry sobbalzò, mentre Ron sembrò non essere poi tanto affetto dalla furia della sorella. Il moro guardò la giovane Weasley con tanto d'occhi e per un attimo, ma solo per un attimo, provò un moto di pietà per Draco Malfoy. Ginny simulò un colpo di tosse, riassettandosi la cravatta della propria divisa. “Stavo dicendo. Tu, Harry, ti farai consigliare da Draco un modo per farti perdonare da Hermione. Poi procederai al secondo metodo e qualcuno, quel giorno, se ne starà rintanato a letto.” Disse, puntando Ron come un serpente.

“Ginny, non-”

“Niente, Ginny non Potter.” Ribatté la rossa.

Ron si alzò in piedi. “Cosa ti fa credere che Malfoy aiuterà Harry?”

Ginny esibì un sorriso furbo. “Questi sono dettagli, Ron.”

Il fratello sollevò un sopracciglio, per niente convinto.

*


“Ok, Potter. Vediamo di passare quest' ora nel modo più indolore possibile.”

Harry pensò di non esser mai stato d'accordo con Draco Malfoy come in quel momento. Il Serpeverde sedeva alla scrivania di un'aula dismessa, verso la fine del pomeriggio. Quella stessa mattina, Ginny aveva ammiccato ad entrambi, ammonendoli di comportarsi in modo civile. Ma davvero si poteva parlare di 'civiltà' con Malfoy? Inoltre, Harry non aveva ancora ben capito come avesse fatto, alla fine, ad accettare il consiglio di Ginny e ritrovarsi in quella situazione. Ma soprattutto... era curioso di conoscere i metodi di persuasione che la rossa aveva usato con Malfoy. Il Serpeverde lo odiava quanto lui. Harry si sistemò gli occhiali sul naso. Quella ragazza era una forza della natura se era riuscita anche a travolgere il Serpeverde per Eccellenza.

“Adesso siediti Potter.”

Harry inarcò un sopracciglio. “E dove Mister Intelligenza?” Domandò, notando che non vi erano banchi. Malfoy si limitò ad un ghigno.

“Ovvio, in terra.”

Harry sbuffò. “Di grazia, perché ti sei preso la scrivania?”

Malfoy emise una risata divertita. “Ricordami, San Potter, chi deve insegnare a chi?”

Il moro emise un secondo sbuffo, gettandosi a sedere a terra, con le gambe incrociate. Stava contando fino a dieci.

“Bene, Potty, cosa sai di una ragazza?” A giudicare dall'espressione, Malfoy sembrava divertirsi parecchio.

“Mah, non so. Che sono diverse dai maschi e sono... femmine?” Domandò Harry, sarcastico.

“Potter, vuoi riconciliarti con la Mezzo-, no, con la... la... Granger o vuoi rimanere lo stupido che sei per tutta la vita?” Harry notò la fatica che aveva fatto anche solo per pronunciare il cognome di Hermione, più che lo 'stupido' rivolto a lui. Harry sollevò le braccia al cielo.

“Ok, Malfoy! Sono tutto orecchie!”

“Bene. Vediamo di fare un esempio pratico.” Harry sbiancò di colpo. Pratico?

Notando l'espressione di Harry, Malfoy si ritrasse. “Non con ME, idiota!”

Il moro emise un sospiro di sollievo. Draco emise un mezzo insulto ed agitò la bacchetta verso un punto imprecisato della stanza. Harry osservò un piccolo ologramma prendere vita davanti ai suoi occhi e a quelli del Serpeverde. Una ragazza ed un ragazzo stavano in piedi a due metri di distanza dai due maghi, l'uno di fianco all'altra. Harry osservò come ben presto la ragazza, dai folti capelli castani, iniziasse a prendere a schiaffi il ragazzo, urlando ogni tipo di invettiva. Il Bambino Sopravvissuto non capì molto della situazione, ma trovò la scena molto simile a quella avvenuta tra lui ed Hermione. E mentre il ragazzo dell'ologramma tentava disperatamente di calmare la ragazza, Harry osservò lo sguardo divertito di Malfoy che, con un colpo di bacchetta, bloccò l'immagine.

“Questo è un piccolo riassunto della tua vicenda.”

“Come hai fatto a fare... questa cosa?” Domandò sinceramente sorpreso Harry.

“Tut. Tut. Dettagli, Potter. Solo dettagli! Tuttavia ti farò l'immenso piacere di farti conoscere la mia idea geniale.”

Harry borbottò qualcosa, ma Draco lasciò correre.

“Questo è un ologramma virtuale, l'unica diavoleria per cui va riconosciuto il talento dei Babbani. Tuttavia, grazie alla mia magia l'ho perfezionato ancora di più! Ho 'impiantato' in quei due il tuo carattere e quello di Granger. Ciò che l'immagine mostra è ciò che ha più probabilità di avvenire tra voi due. In pratica, è una specie di simulatore che ci dice in anticipo cosa potrebbe accadere prendendo in considerazione determinate... situazioni. ”

Harry rimase sorpreso. Prima di tutto, l'idea, seppur di Malfoy, era geniale. E doveva ammetterlo. Secondo, era la prima conversazione civile che aveva con il Serpeverde. E non lo credeva possibile.

Draco ghignò all'espressione del suo rivale. “Non sai quanto ADORI vederti senza parole, Potter.”

Harry si riebbe subito. “Una curiosità, Malfoy. Come sai dei nostri caratteri?”

Draco alzò le spalle. “Ginevra mi ha riempito la testa con le vostre assurde sfumature caratteriali, che adesso vi conosco meglio della vostra biancheria.”

Harry arrossì, suo malgrado. E Draco aggiunse, “Non che ci tenga ad essere la tua biancheria, Potty.”

Dopo un attimo di silenzio, il biondo riprese. “Ok. Che idee avevi per riappacificarti con Granger?”

“Se le avessi avute, non ti avrei mai chiesto aiuto, Malfoy.”

“Touché.” Disse, teatralmente, Draco. “Va bene, proviamo con questa soluzione.” Malfoy fece volteggiare la bacchetta e l'ologramma riprese a muoversi. Harry osservò con interesse la scena. La sua controparte attendeva la pseudo Hermione nascosto dietro ad un angolo di un corridoio. Harry si aggiustò gli occhiali sul naso, notando ciò che teneva in mano il ragazzo. Fiori?

La prima soluzione, tuttavia, non funzionò ed Harry osservò la pseudo Hermione calpestare i fiori in terra con quanta più foga avesse in corpo.

“Decisamente, niente fiori.” Borbottò Draco. L'ologramma cambiò nuovamente.

Seguirono altri tentativi a vuoto: una nuova bacchetta, un braccialetto d'argento, una borsa di pelle, un nuovo gufo. Niente. La pseudo Hermione rifiutava tutto. Da parte sua, Harry si sentì sollevato sul braccialetto d'argento. Chissà quanto gli sarebbe venuto a costare.

“Merlino, Potter! Non vuole nulla quella donna!”

“Ehi, non è colpa mia!” Gridò risentito Harry.

“Cos'è che ama quella ragazza? Possibile che non abbia nessun interesse più femminile!?” Draco stava perdendo la pazienza.

Harry sbuffò. “Herm ama solo studiare.”

Un thud rimbombò nella stanza ed Harry osservò che la sedia su cui sedeva Malfoy era caduta a terra. Il Serpeverde stava emettendo frasi che Harry non capì all'inizio, tuttavia l'ologramma prese di nuovo a muoversi, mostrando il ragazzo che regalava alla pseudo Hermione un libro. Dopo un attimo di incertezza, la ragazza balzò al collo del giovane.

“Un LIBRO! Ecco cosa ti serve!”

“Un libro? E che libro?”

Draco fece sparire l'ologramma e guardò Harry con aria di sufficienza. “Oh, io non lo so. Scopritelo da solo.” Detto ciò, s'avviò verso la porta. Il mago, ancora seduto, richiamò la sua attenzione.

“Malfoy, ascoltami bene, perché potrebbe essere l'unica volta in cui me lo senti dire. Grazie.”

Il Serpeverde sollevò un biondo sopracciglio. “Tzè, non l'ho fatto mica per te Potty.”

Fu il turno di Harry di sorprendersi. Malfoy continuò. “Adesso vado a dormire. Da oggi in poi mi aspetta una lunga attività notturna.”

“Attività notturna? Che intendi dire?”

“Quando sarai più grande, Potty, torna da me che te lo spiego.”

*


Harry guardò il pavimento sotto ai suoi piedi, mentre, allo stesso tempo, stava recitando ogni tipo di preghiera che gli venisse in mente. Davanti a lui, Hermione teneva tra le mani un libro. Come era Hogwarts dal 1867 al 1900, volume 67esimo.

“Harry.”

Il mago strizzò gli occhi per la paura di una reazione violenta. Tuttavia, l'abbraccio che venne dopo, fece crollare tutti i suoi timori.

“Oh, Harry! E' meraviglioso! Il 67esimo volume mi mancava proprio!”

Il mago sospirò, sollevato. “Sono felice che ti piaccia, Herm. Ero indeciso tra il 67esimo o l'81esimo.”

“Oh, l'81esimo ce l'ho già!” Esclamò, Hermione, estasiata.

“E scusa per... quella cosa.” Aggiunse titubante Harry. La ragazza gli sorrise.

“Già, riguardo a quella cosa, non devi più preoccuparti, Harry.”

Il ragazzo sollevò lo sguardo speranzoso.

“Adesso che so che ti intendi così tanto di libri, non avrai di certo problemi a consultare quelli che ti darò per il test!”

Un macigno crollò sulle spalle del ragazzo che balbettò “H-Hai ragione... Herm.”

“Io ho sempre ragione, Harry. Ok, grazie ancora! Ci vediamo a cena! A dopo!” Hermione corse via, sventolando una mano.

*


Ron e Ginny non si azzardarono a parlare quella sera. Osservarono, terrorizzati, Harry tranciare il foglietto di carta con la piuma.

Metodo #2. Darle sempre ragione. Su tutto. Con Draco ha funzionato!

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