Five Methods
Personaggi: hp: draco malfoy, hp: ginny weasley, hp: harry potter, hp: hermione granger, hp: ron weasley
Rating: Arancione
Genere: Commedia
Numero parole: 19186
Numero Capitoli: 6
Introduzione: Chi ha detto che la vita degli eroi è fatta solo di gloria e gioia? Harry deve assolutamente prendere un Oltre Ogni Previsione in Trasfigurazione, pena la pulizia dell'aula della professoressa McGranitt. Inoltre, la sua unica salvezza, Hermione Granger, non sembra intenzionata ad aiutarlo. Ed ecco entrare in scena i '5 metodi' di Ginny Weasley, per ottenere tutto ciò che si vuole da una persona.
Round Two
“Harry, ti senti bene?”
Ron Weasley, appoggiato con le spalle ad una finestra, osservava il suo migliore amico intento a rileggere la stessa pagina di un libro per la... centesima volta? Harry spostò il foglietto di Ginny verso la rilegatura centrale del libro e chiuse il volume con una certa agilità. “Tutto bene.”
Ron si staccò dalla sua postazione ed andò a sedersi sul bracciolo della poltrona che ospitava Harry. Lanciò uno sguardo alla copertina del libro che l'amico teneva in grembo e si preoccupò il doppio. “Si-si-sicuro?”
Harry notò la direzione dello sguardo di Ron e sorrise. “Oh, questo? Me l'ha prestato Hermione.” Disse, mettendo ben in mostra Cinquanta Modi per Trasfigurare.
“Harry, stai forse dicendo che ti sei messo a- a....” Balbettò Ron, sconvolto.
“Studiare? Sì.”
Il giovane Weasley sbiancò. “Che Merlino mi fulmini in questo istante!” Esclamò, balzando in piedi e prendendo a scuotere Harry all'altezza delle spalle.
“NON mi puoi tradire così Harry! Pensavo tu fossi il mio migliore amico!”
Harry lo guardò perplesso. “Ovvio che lo sono, Ron. Ma la Professoressa McGranitt ha minacciato di farmi pulire la classe di Trasfigurazione per un mese se non prendo almeno un Oltre Ogni Previsione al prossimo test. Come ben sai, non è proprio un divertimento.”
“Perché studiare? Fatti aiutare da Hermione!” Esclamò Ron, sventolando le mani in alto.
“Non credere che sia così semplice. Mi ha detto di no.”
Ron boccheggiò, ma Harry non gli diede peso. “Ha proposto di darmi ripetizioni.”
“RIPETIZIONI?!” Gridò Ron, con orrore, raggiungendosi il volto con le mani. Harry si trattenne dal ridere. L'odio di Ron per lo studio raggiungeva livelli abnormi. Si era spesso domandato come avesse fatto a raggiungere il sesto anno. Non aveva certo un padre come Lucius Malfoy, né un intelligenza come quella di Hermione. Era passato ai G.U.F.O. con voti accettabili, tanto che anche la Signora Weasley non aveva saputo se essere contenta o fare la predica al figlio. C'era, tuttavia, una spiegazione.
Ron aveva dalla sua una fortuna con la C maiuscola, ecco cosa.
“Ok, Harry. Niente panico!” Starnazzò Ron.
Il ragazzo gli sorrise. “Guarda che sei tu quello agitato.”
Ron lo incenerì con lo sguardo. “Proverò a convincere Hermione!”
Harry sospirò. “Ti sei forse dimenticato l'ultima volta che hai, ehm, tentato di persuadere Hermione?”
A quelle parole, Ron si toccò di scatto il didietro. Sì, Hermione lo aveva semi-schiantato in un atto di pura follia. Convincerla a dar loro una mano con Pozioni il giorno prima dei G.U.F.O. quando a lei mancava ancora un libro da studiare era stata una pessima idea. Molto pessima. Specialmente per il sedere di Ron.
“Ok, lasciamo perdere.” Mormorò Ron, per niente intenzionato a sperimentare di nuovo i massaggi di Madama Pomfrey.
“Comunque, non preoccuparti Ron. Ginny mi ha dato degli ottimi consigli.”
Ron sollevò un sopracciglio rosso, sentendo il nome della sorella. “Ah, sì? E quali, di grazia?”
Harry strizzò un occhio all'amico. “E' un segreto, sorry.”
Ron assunse un'espressione imbronciata. “Non esistono segreti, specie se coinvolgono mia sorella... ma dato che sei il mio migliore amico, lascerò correre e farò finta di non aver mai sentito.”
Metodo #1. Essere gentile.
Al termine della colazione, Harry Potter aveva rivolto la sua mente al primo metodo proposto da Ginny. Stava appoggiato ad una parete del corridoio, con le braccia conserte. Poco distante da lui vi era l'aula di Pozioni, la prima materia di quel giorno. Doveva lavorare di fantasia. Tzè. Era facile parlare, lui che aveva un'immaginazione pari a quella del... del Professor Piton. Lo stomaco di Harry emise un grugnito disgustato. L'idea di essersi anche solo paragonato all'uomo fu un pericolo rivelante per le brioche che aveva ingurigitato nemmeno mezz'ora prima. Immerso in quei pensieri e concentrato a riprendere il controllo del suo corpo, Harry non si accorse che l'esile figura di Ginny Weasley si era fermata esattamente di fronte a lui.
“Ciao, Harry.”
Riconosciuta la voce della ragazza, Harry sollevò gli occhi dal pavimento, pronto a ricambiare il saluto, ma non pronunciò sillaba. Di fianco a Ginny, Draco Malfoy lo osservava con il classico ghigno menefreghista.
“Potter! Intento a compiangere te stesso?”
Ginny precedette il Bambino Sopravvissuto mollando una gomitata ad un fianco di Malfoy. Senza badare alle proteste del ragazzo, Ginny volse nuovamente la sua attenzione all'amico.
“Metodo numero uno?” Domandò Ginny, come se solo lei sapesse. Harry si limitò a fare un cenno d'assenso, senza tuttavia staccare lo sguardo da Malfoy. Esattamente come il cielo era azzurro e l'erba verde, Malfoy era odioso - e voleva essere gentile. E anche quando era venuta alla luce la sua 'relazione' con Ginny, Harry non aveva affatto cambiato opinione sul Serpeverde. Gli era bastato un solo pomeriggio con Ron, dopo la rivelazione, per odiare Malfoy dal profondo del suo essere.
“Quel metodo non potrà mai funzionare.” La voce di Malfoy suonò vagamente divertita. Ginny guardò il ragazzo, sollevando un sopracciglio. Draco la guardò, inclinando la bocca in un ghigno. “Dai, stiamo parlando di Potter.” Disse, indicando Harry. “Dove la gentilezza non è di casa.”
Harry si trattenne dallo strozzare Malfoy, più per rispetto di Ginny che per altro.
“Vero,” Il ragazzo dai capelli corvini boccheggiò alla constatazione della ragazza. “Ma provare non nuoce, capito Harry?”
Harry spalancò gli occhi.
“Arriva Hermione!” Esclamò Ginny. “Dacci dentro Harry!” Detto ciò, strattonò un braccio di Draco ed Harry li vide nascondersi dietro ad un'armatura.
Cazzo, non aveva pensato a niente!
“Secondo me non ci riesce.” Sibilò Draco, pressato contro il muro dalla ragazza. Ginny gli diede un colpetto sul braccio, inclinandosi leggermente in avanti per assistere alla scena.
Malfoy sbuffò, seguendo l'esempio della ragazza. Tanto valeva divertirsi.
Hermione Granger avanzava per il corridoio, carica di ogni ben di Dio. Un'alta pila di libri stava in precario equilibrio sul palmo delle sue mani, oscillando un poco ad ogni suo passo. Harry notò una beuta, cautamente sigillata, stare al vertice della pila. Conteneva un liquido rossastro che Harry, ovviamente, non riconobbe. Il ragazzo fece un respiro profondo e andò incontro alla ragazza.
“Hermione!” Harry intonò la voce in modo che sembrasse la più casuale possibile. La ragazza si arrestò sentendo il proprio nome.
“Harry, sei tu? Non ti vedo.”
“Herm... vuoi una mano?” Domandò Harry, incerto.
“Sarebbe meraviglioso.” Sospirò la ragazza.
“Se non ti aiuto,” Prese a dire Harry dubbioso. “Ce la fai ad arrivare all'aula?”
Draco, sempre nascosto, farfugliò “Ma che cazzo dice?”
Hermione rimase in silenzio, ma i libri impedirono ad Harry di vederne l'espressione.
“Harry, ti sei alzato male oggi?” Venne la tranquilla risposta di Hermione. Ginny si sorprese. Troppa calma. “Comunque, per rispondere alla tua... domanda, no, credo che morirei prima.”
“Se mi prometti quella cosa... ti dò una mano.”
Draco si chinò su Ginny. “Ma l'essere gentili, implica anche l'essere bastardi?” La ragazza gli rispose con uno sbuffo.
“Mi stai forse ricattando, Harry Potter?” Domandò Hermione. Harry scrollò le spalle.
“La mia era solo una proposta.”
“E va be-” Hermione non terminò la frase perché Ron arrivò dal niente.
“Herm! Ma quanta roba hai portato? Vieni, ti do una mano.” E senza attendere una risposta dalla ragazza, Ron prese un po' di libri, tenendo ben salda la beuta in una mano.
“Che idiota.” Disse Draco, e Ginny non capì se si riferiva a Ron o a Harry.
Una volta sistemati i libri tra le braccia, Ron osservò lo sguardo assassino di Hermione e quello terrorizzato del suo migliore amico. “Ho interrotto qualcosa?”
Hermione sollevò il mento. “No, Ron. Il tuo arrivo è stato... provvidenziale!” Detto ciò, sorpassò Harry ed entrò in classe.
“Uhm, c'è del nero a giro. Eh, Harry?”
Il moro emise un grugnito. “Ron, fammi un favore.”
Il giovane Weasley abbassò lo sguardo su Harry. “Qualsiasi cosa.”
“Stammi alla larga per oggi. Grazie.” Harry si catapultò nell'aula di Pozioni, lasciando un Ron alquanto sbigottito alle spalle. Ginny uscì dal suo nascondiglio e notandola, Ron si affrettò ad andarle incontro.
“Cosa ho fatto?”
Prima che Ginny potesse rispondere, Draco uscì allo scoperto. “Del casino, come al solito.”
Le efelidi di Ron risaltarono sul volto del ragazzo alla vista del Serpeverde. “TU!” E notando che era assieme a Ginny, disse. “VOI!”
Ginny sospirò. “Ronnie, risparmiaci la cosa dei pronomi personali.”
“Pronomi che? E non pensare di deviare la conversazione, signorina!”
Draco sospirò esasperato. “Ok, ne ho abbastanza di Potter e Weasley già di prima mattina. Ci si vede, Gin.” E dopo un gesto d'affetto con la propria ragazza, Draco si incamminò verso la fine del corridoio.
“Per fartela breve, fratellino. Harry stava cercando di ottenere l'aiuto che tu sai da Hermione... ma il tuo arrivo ha rovinato tutto. Dammi retta, sta alla larga da Harry per oggi. Bacio!” Esclamò Ginny, baciando la guancia del fratello e liberando un sonoro smack.
Rimasto solo, Ron abbassò lo sguardo sui libri. Chi passò accanto a lui, giurò di sentire la parola suicidio dalle sue labbra.
“Hermione!” Harry stava camminando dietro ad una ragazza alquanto alterata. Per usare un eufemismo.
“Stavo scherzando, è ovvio che t'avrei aiutato!” La voce di Harry era un lamento.
Hermione si voltò di scatto, tanto che Harry per poco non vi andò a sbattere. E non era il caso. La ragazza puntò il dito indice contro il petto del ragazzo, mentre il suo sguardo preannunciava tempesta. “Harry. tu. mi. hai. minacciato!”
“Adesso non esagerare.”
“Tu come lo chiami il se fai questo ti faccio quello?” Gridò arrabbiata.
Harry abbozzò un sorriso malizioso. Pessima mossa, perché Hermione andò di fuori e, rossa come un papavero, schiaffeggiò Harry con quanta più forza avesse in corpo. Gli occhiali di Harry caddero a terra; quando il ragazzo tornò a inforcarli sul naso, Hermione era sparita.