Five Methods
Personaggi: hp: draco malfoy, hp: ginny weasley, hp: harry potter, hp: hermione granger, hp: ron weasley
Rating: Arancione
Genere: Commedia
Numero parole: 19186
Numero Capitoli: 6
Introduzione: Chi ha detto che la vita degli eroi è fatta solo di gloria e gioia? Harry deve assolutamente prendere un Oltre Ogni Previsione in Trasfigurazione, pena la pulizia dell'aula della professoressa McGranitt. Inoltre, la sua unica salvezza, Hermione Granger, non sembra intenzionata ad aiutarlo. Ed ecco entrare in scena i '5 metodi' di Ginny Weasley, per ottenere tutto ciò che si vuole da una persona.
Five Methods
Round One
“Non mi sembra affatto il caso, Harry, davvero.”
“Dai, Hermione, non ci vorrà molto.”
“Harry, se qualcuno ci scoprisse sarebbe imbarazzante.”
“Andiamo, l'abbiamo fatto altre volte.”
“Perché non lo chiedi a Ginny?”
“Scherzi? E' la sorella del mio migliore amico.”
Hermione gonfiò indispettita le guance, guardando Harry Potter seduto sulla poltrona di rimpetto alla sua. Aveva quell'aria maledettamente convinta, quell'aria disinvolta che portava guai a chiunque fosse diretta. A lei, per esempio.
Harry aveva una capacità che lei non aveva. Convincere le persone, piegarle con gentilezza al suo volere. Non esisteva persona in tutta Hogwarts che riuscisse a dire no! ad Harry Potter. Ok, qualche Serpeverde, Draco Malfoy. Ma Draco-sono-io-il-furetto-Malfoy non aveva voce in capitolo, dal momento che Harry non aveva il minimo interesse di convincerlo a fare qualcosa.
Hermione roteò lo sguardo, puntando con ostinazione i tendaggi della Sala Comune. Le sue dita picchiettavano a ritmo sul bracciolo della poltrona, mentre le sue labbra avevano preso a muoversi liberando una stupida canzoncina, canticchiata nei casi di emergenza. E quello era un caso di emergenza. Hermione aveva un intuito sopraffino nel captare situazioni potenzialmente pericolose.
“Ti assicuro che si tratterà solo di un giorno.”
Continuando a guardare altrove, la maga sospirò, afferrò il libro che aveva abbandonato sulle ginocchia e tornò a leggere con ostinazione. Harry sollevò un sopracciglio con disappunto, notando il disinteresse dell'amica. Tornò ad affondare nella comoda poltrona e prese a pensare ad un altro stratagemma per indurre la compagna ad accettare la sua proposta.
“Potrei darti qualcosa in cambio.”
“Sì, Harry. Divertente.” Borbottò Hermione, senza sollevare lo sguardo.
“Che significa quel sì Harry divertente? Ho delle potenzialità.”
Hermione puntò le iridi nocciola in quelle verdi del ragazzo. Capendo il significato di quello sguardo, Harry aggiunse. “La fama, ad esempio.”
La ragazza riabbassò lo sguardo, mormorando qualcosa di incomprensibile.
“Vediamo... potrei schiantarti qualcuno. Voglio dire, non ti sporcheresti nemmeno la bacchetta.”
Rimanendo in silenzio, con gli occhi fissi alle pagine del suo libro, Hermione puntò con un dito lo stemma di Capo Prefetto che aveva cucito al petto.
“Giusto. L'avevo dimenticato.” Disse Harry con una smorfia.
Quando Hermione chiuse con un tonfo il suo libro, giudicando conclusa la sua lettura, Harry le rivolse uno sguardo speranzoso.
“Non posso Harry, mi spiace. Ma rischi di mettermi in seri guai.”
“Pensavo che gli amici contassero di più di una semplice spilla del potere.” Ribatté Harry, acido.
Hermione, esasperata, sollevò le braccia in aria. “ Harry, sai benissimo che farei qualsiasi cosa per te e Ron, ma adesso non posso. Non è il momento giusto. Se qualcuno ci scoprisse tu rischieresti solo una lavata di capo e di pulire la stanza di Gazza, io verrei dimessa dal mio incarico e diventerei lo zimbello di tutta Hogwarts. Per cosa poi? Per uno stupido voto.”
“Non è un voto da poco!” Ribatté acceso Harry.
“Harry Potter se tu avessi studiato dall'inizio dell'anno, adesso non saresti così disperato.” Proferì tagliente Hermione, sapendo di cogliere nel vivo l'amico.
“Il fatto, poi, che la professoressa McGranitt ti abbia ricattato mi giunge alquanto sospetto.” Aggiunse, assottigliando lo sguardo come per sondare quanta verità ci fosse in ciò che Harry le aveva raccontato. Harry, da parte sua, si alzò di scatto, prendendo a percorrere avanti ed indietro l'intera distanza dalle poltrone al camino. Hermione tentò più volte di ascoltare i borbottii del ragazzo, ma inutilmente.
“Potremmo trovare un'altra soluzione.” Disse Hermione, bloccando l'amico.
“Sarebbe?” Domandò Harry, minimamente convinto delle soluzioni della ragazza.
“Ripetizioni.” Disse, semplicemente, lei.
Gli occhi di Harry, al di sotto delle lenti, luccicarono sorpresi e sconvolti. “Assolutamente NO.”
Hermione aggrottò la fronte, non capendo affatto da dove derivasse tutta quella convinzione. “Perché no? E' un modo legale per assicurarsi un buon voto.”
“No, no e no.” Harry scosse la testa e i suoi occhiali minacciarono di scivolargli sul grembo.
“Ok, fai come vuoi.” Hermione si alzò, stringendosi il libro al petto. “Convincimi del perché dovrei mai usare una pozione Polisucco e poi, forse, ne riparleremo.”
Harry fece un passo verso di lei, deciso a trattenere la ragazza dall'andare. Sembrava, decisamente, a corto di idee.
“Perché sei una mia amica!” Esclamò, come se solo quello bastasse a convincerla. Hermione stirò le labbra in un sorriso.
“Harry, non scherzare.” Il ragazzo la osservò sbigottito. Detto ciò, Hermione diede le spalle all'amico, dirigendosi verso il dormitorio femminile. Harry giurò di sentire una risata provenire dalla rampa delle scale.
Lunedì mattina, Ron Weasley fermò Hermione di fronte all'aula di Trasfigurazione. “Hai idea di cosa sia successo ad Harry?”
“No, perché?” Domandò, intuendo vagamente cosa affliggesse realmente Harry. Ron si grattò la base del collo, tenendo ben salda la borsa a tracolla che pendeva da una sua spalla. “Ieri sera mi è sembrato più nero del solito. Non vorrei che la sua cicatrice gli facesse di nuovo male.”
Hermione sorrise. “Parlerò con Harry, stai tranquillo.” Ron le rivolse un cenno con il capo e la precedette all'interno dell'aula. Notando che il giovane Weasley non era in compagnia del Ragazzo Sopravvissuto, Hermione sostò un poco accanto alla porta. Tutti gli studenti del sesto anno che avevano lezione con la professoressa McGranitt entrarono nell'aula, prendendo posto; ma di Harry nemmeno l'ombra.
“Ron, dov'è Harry?” Domandò Hermione a Ron, seduto in una delle ultime file. Il ragazzo scosse il capo.
“A colazione ha detto che aveva dimenticato la piuma alla Torre.”
Hermione aggrottò la fronte ed aprì la propria borsa. “Ron,” disse la ragazza portandosi la sacca di traverso. “Dì alla McGranitt che sono in Infermeria.”
“Ma che-?” Ron spalancò la bocca; Hermione Granger che lo intimava a dire una bugia ad un professore. Non si era mai sentito! Osservò la ragazza sparire dietro al portone dell'aula ed un attimo dopo la professoressa di Trasfigurazione fece il suo ingresso. Notando lo sguardo perso del ragazzo, la McGranitt simulò un colpo di tosse.
“Per Merlino, signor Weasley. Non le ho ancora chiesto di trasfigurarsi in un pesce lesso.”
Ginny Weasley cacciò, frettolosamente, un pezzo di carta nella mano di Harry. La Sala Comune di Grifondoro era deserta, tutti gli studenti di Hogwarts (tranne due) erano alle rispettive lezioni. Harry scannerizzò il foglio, muovendo lo sguardo dall'alto in basso e dal basso verso l'alto.
“E funziona?” Domandò scettico. Ginny sbuffò, smuovendo una ciocca vermiglia che le ricadeva davanti.
“Ovvio che funziona! E' stato sperimentato su un soggetto... bhé, un po' difficile.”
Harry sollevò lo sguardo sulla sorella di Ron, inarcando un poco il sopracciglio. La ragazza roteò gli occhi. “Ok, un soggetto impossibile. Ma tanto meglio, no?”
“Tutto sta nell'attenersi a quanto ho scritto. Vedrai che otterrai quello che vuoi!” Esclamò raggiante Ginny.
“Ok, ipotizzando anche che funzioni...” Prese a dire Harry. “L'ultimo punto mi lascia perplesso.”
Ginny si mise di fianco al ragazzo e, sollevandosi sulle punte, lanciò uno sguardo al foglietto di carta. Infine, un largo sorriso solcò le sue labbra.
“Non ti preoccupare, Harry. Quello è solo nei casi di emergenza.” Harry non s'azzardò a chiedere se Ginny lo avesse o meno sperimentato. Era ancora rimasto scombussolato dalla vita sentimentale della rossa. “Adesso devo andare Harry. Se c'è qualche problema non esitare a chiedermelo.” Detto ciò, gli diede un leggero bacio sulla guancia e corse verso il ritratto della Signora Grassa.
Harry rimase in piedi, di fronte al camino della Sala Comune. Fissò nuovamente il foglio di carta. Nell'angolo in alto a destra, la calligrafia chiara di Ginny spiccava vivida, accentuata dall'inchiostro rosso che la ragazza si ostinava ad usare.
Metodo #1. Essere gentili. La gentilezza è sempre l'arma migliore da usare, specialmente nei confronti di una ragazza. Lavora di fantasia, Harry!
Metodo #2. Darle sempre ragione. Su tutto. Con Draco ha funzionato!
Metodo #3. Dimostrarsi accondiscendente e saperle dare conforto. Ora, non so cosa abbia Hermione di che preoccuparsi, ma indaga!
Metodo #4. Difenderla. Da qualsiasi cosa.
Metodo #5. SOLO in caso di emergenza. Persuasione s-
“Harry Potter!”
Harry sobbalzò, cacciando il foglietto di Ginny in una tasca dei pantaloni. Si voltò lentamente, immaginando i punti che sarebbero stati tolti a Grifondoro e la punizione in una delle aule di Piton. Quando vide Hermione, ansante, che si teneva allo stipite, si rilassò un poco, ma non troppo.
“Cosa. ci. fai. qui?” Sibilò Hermione, abbandonando la sua postazione e camminando verso il ragazzo. Harry si trovò perso per qualche secondo.
“Ahh, ho dimenticato la mia piuma.” Disse Harry, indietreggiando, tuttavia, di un passo.
Hermione incrociò saldamente le braccia al petto, puntando torva il ragazzo. Dopodiché, sotto lo sguardo sconvolto di Harry, la ragazza aprì la propria borsa e ne estrasse la piuma bianca del ragazzo. “L'hai prestata a me ieri.”
Harry diventò rosso. “Oh-ah! Vero! Che scemo, l'avevo dimenticato. Grazie Herm!” Il ragazzo allungò una mano, ma Hermione ritrasse la piuma prima che Harry potesse anche solo toccarla.
“A che gioco stai giocando, Harry?” Domandò Hermione, mentre un piede prese a picchiettare sul pavimento della Sala.
“G-gioco? Che gioco?” Balbettò.
Hermione lo guardò, per niente convinta. “Non lo so. Dimmelo tu. Se si tratta di quella storia del voto-”
Harry sollevò il palmo di una mano, interrompendo la ragazza. “Sto valutando l'idea di... delle ripetizioni, Herm.”
Sembrò la risposta giusta, perché Hermione abbandonò il suo cipiglio e sorrise al ragazzo. “Ottimo!”
Tuttavia Harry si trovò a frenare il suo entusiasmo. “Anche se preferirei la Pozione Polisucco.”
Hermione sbuffò. “Harry.”
“Lo so, devo convincerti.” Disse il ragazzo, sorridendo consapevole. All'improvvisa sicurezza dell'amico, Hermione aggrottò la fronte.
“Non ti arrendi proprio mai, eh?”
“Raramente.”
Hermione rimase in silenzio, ma Harry continuò a parlare. “Cosa fai qui, Herm?”
La ragazza divenne improvvisamente rossa. “So-sono venuta a cercarti.”
“Hai saltato un'ora?” Domandò Harry, stupefatto.
Hermione sbuffò e tornò a posizionare la borsa a tracolla. “Già.” Si avviò verso l'uscita della Sala Comune, ma si arrestò, voltandosi verso Harry.
“Ho fatto dire a Ron di essere in Infermeria. Quindi, Harry, trova un'altra scusa per giustificarti. Ci vediamo!”
Harry, rimasto solo, sospirò. Ecco il primo problema che gli bloccava la strada. Pensò di cercare Ginny e chiedere aiuto.
Che cavolo s'inventava adesso?