The Box of Memories

Harry Potter
Personaggi: ,
Rating: Verde
Genere: Malinconico, Romantico
Note: Flash-fic
Numero parole: 1144
Introduzione: Una piuma che non scrive, un boccino che non vola, una foto che non si anima ed un anello che non ha anulare. Quattro ricordi che mi legano a te, oggi più che mai.
The Box of Memories


(La Scatola dei Ricordi)
I left a box of memories
lying on the floor.


Evermore - It's late


Ho lasciato una scatola azzurra sul pavimento.
Accanto al mobiletto del salotto, quello che avevo desiderato avere da tempo.
Sì, quello per cui ti ho assillato giorno e notte.
Quello che alla fine mi hai comprato, forse all'apice della disperazione.
Quello che ho coperto con un enorme lenzuolo bianco, come tutti i mobili del resto.
Anche il divano. Sì, quel divano tutto molle che detestavi.
Non l'ho mai buttato via.
Non ho mai avuto il coraggio sufficiente per farlo.
In fondo, vi abbiamo passato un' esistenza intera su quella stoffa scolorita.
Un'esistenza fatta di risate, di carezze, di passione.
Trasuda la nostra vita, quel divano. Non potevo.
Ho tolto quel quadro, accanto alla porta della nostra camera.
Quella natura morta così orribile.
Solamente tu eri in grado di cogliervi la sua bellezza celata.
Quella mela che pareva un melone rattrappito, non ho mai saputo apprezzarla.
Tu invece affermavi sempre che la semplicità di quel quadro era il suo gioco forza.
Così scarno, cupo.
Ti brillavano gli occhi ogni volta che il tuo sguardo si soffermava su quella tela.
"Amo quel quadro, per lo stesso motivo per cui amo te."
Lo ripetevi sempre ed io mi arrabbiavo. Ricordi?
Quel quadro era troppo brutto, non riuscivo a concepire il motivo per cui lo paragonassi a me.
Adesso, credo di averlo capito il perchè.
Vi è un momento del giorno, in cui il sole illumina quella parete.
Basta osservare la tela da una particolare prospettiva, che tutto il quadro rivela riflessi rossicci e dorati.
Una somiglianza inverosimile con il colore dei miei capelli.
Sì, lo stesso colore.
L'ho compreso troppo tardi.
Avrei voluto, almeno una volta, gratificarti.
Dirti che, forse, non era poi malefico come lo dipingevo.
Così, ho provato a porre rimedio, portandolo con me.
Lo appenderò alla nuova parete, di fronte alla finestra della mia camera.
Ho tolto tutti i tuoi vestiti dall'armadio, l'ho riposti in degli scatoloni profumati di lavanda.
Una volta, avevi confessato che adoravi il profumo di quel fiore.
Ho riposto i tuoi libri negli scaffali della nuova libreria.
E' bellissima, avresti senz'altro elogiato l'opera di quell'esperto artigiano.
Rimangono solo i teli bianchi, come sudari, che ricoprono tutto ciò che un tempo ho amato.
Lascio solo questa scatola, con questa lettera.
Essa custodisce i miei ricordi più cari.
Una piuma.
Era la tua piuma, ai tempi di Hogwarts. Me l'avevi prestata dopo mille raccomandazioni. Era di pregiata piuma di fenice.
Avevo avuto così tanta paura di usarla, che la fissai per una notte intera, tanto che, il giorno seguente, la professoressa McGonall ricevette una pergamena completamente vuota.
Un boccino, ormai completamente inanimato.
Lo usavi in gran segreto, giorno e notte, per allenarti a sconfiggere il nemico di sempre.
Una fotografia.
Forse, l'unico tuo ritratto. I capelli al vento, tuttavia immobili, ancor più argentei dell'argento e gli occhi freddi come il cielo alle tue spalle.
Infine, un anello.
Un anello con una pietra di smeraldo.
La fede che non suggellò mai il nostro amore.
Una piuma che non scrive, un boccino che non vola, una foto che non si anima ed un anello che non ha anulare.
Quattro ricordi che mi legano a te, oggi più che mai.
Sono qui, in questa scatola.
Perchè un giorno tu possa trovarli.
E condurli, nuovamente, a me.
Perchè tu possa prendere questa piuma e scrivermi che sei vivo.
Perchè tu possa stringere nel pugno il boccino e ricordarti dell'eroe che sei stato.
Perchè tu possa osservare la foto e piangere il ragazzo che eri.
Perchè tu possa stringere quell'anello ed afferrare la mia mano.
Li lascio qui, nella speranza che diano la forza a me di trovarti nelle notti che trascorrerò a cercarti.

096, Ricordi
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