Avoiding the Stone, Jumping the Hole

Harry Potter
Personaggi: ,
Rating: Giallo
Genere: Generale, Drammatico
Note: Flash-fic
Numero parole: 1316
Introduzione: Mettere a rischio ciò che il tempo ha consolidato, per intraprendere una strada con destinazione sconosciuta.
Avoiding the Stone, Jumping the Hole


In questo mondo ci sono soltanto due tragedie: una è il non avere ciò che si desidera, l'altra è ottenerlo. Quest'ultima è la peggiore, quest'ultima è la vera tragedia.
Oscar Wilde


Il fuoco crepitò nel camino, lanciando lunghe ombre scure sul tappeto ricamato nello studio della professoressa McGonall. I ritratti appesi alle pareti erano di tanto in tanto illuminati da qualche scintilla che, così come era nata, tornava a spegnersi altrettanto velocemente. Il tempo era trascorso dall'ultima volta in cui Ginevra Weasley aveva attraversato i corridoi di Hogwarts, appena diciassettenne.

Intrecciando nervosamente le mani sul grembo, Ginevra scrutò l'uomo che le sedeva di fianco con braccia e gambe elegantemente conserte. Constatò che gli anni erano passati inesorabilmente per tutti, anche per quel ragazzino borioso che tanto si era divertito a rendere la vita di Harry e dei suoi fratelli impossibile.

“Vi ringrazio per aver risposto ai miei gufi con la vostra presenza, qui, oggi.” La professoressa McGonall sorrise a Ginevra, che ricambiò con un timido accenno. “Soprattutto lei, signor Malfoy, so quanto sia impossibile liberarsi dai suoi impegni di lavoro.” Aggiunse, con un tono leggermente ironico, che costrinse l'uomo ad un sorriso di circostanza.

“Si tratta di una questione che riguarda i vostri figli, Albus e Scorpius.” Nell'udire il nome del figlio, Ginevra sospirò, abbassando le spalle con rassegnazione. Quando aveva letto la missiva proveniente da Hogwars, il dubbio che suo figlio fosse coinvolto le aveva sfiorato la mente. Al suo fianco, Draco Malfoy non sembrò mostrare alcuna reazione alla notizia, limitandosi al silenzio, in attesa che la maga continuasse il suo discorso.

“Come vi avevo già accennato, i loro rendimenti scolastici sono notevolmente calati rispetto al semestre scorso; trattandosi di due allievi estremamente promettenti, potete comprendere il mio disappunto.” La professoressa McGonall accarezzò il vecchio mogano della scrivania. “So che state attraversando entrambi un periodo molto difficile,” Disse, sollevando lo sguardo su entrambi gli ospiti. “Ma credo che sia Albus che Scorpius ne stiano risentendo.”

Ginevra si morse il labbro inferiore della bocca, abbassando lo sguardo sulle gambe fasciate da una gonna di velluto. Draco, rigido nella propria poltrona, prese a massaggiarsi una tempia con una mano. Sull'anulare destro un anello con il simbolo del casato dei Malfoy scintillò in tutto il suo valore.

“Quanto basso è il rendimento di mio figlio?” Domandò Malfoy, parlando per la prima volta da quando era entrato in quella stanza.

“Abbastanza da costringermi alla ripetizione dell'anno in corso.” Sentenziò la maga.

Ginevra sgranò lo sguardo. “La stessa cosa per Albus?”

La professoressa McGonall si limitò ad un cenno d'assenso. “Non solo il rendimento, ma anche la disciplina è venuta notevolmente meno. Anni d'insegnamento mi hanno portato a comprendere che l'amicizia tra un Malfoy ed un Potter è difficilmente coltivabile,” Disse, sorridendo appena. “Ma non tollero manifestazioni e gesti inconsulti tra le mura di questa scuola. Albus e Scorpius stanno seriamente mettendo alla prova la mia pazienza.”

L'anziana maga sospirò, tamburellando le esili dita sul bracciolo della propria poltrona. Sollevando lo sguardo sull'uomo e la donna che aveva di fronte, la professoressa McGonall ebbe un moto di pietà. “Se potete prenderlo come un consiglio personale, il consiglio di una donna che vi ha cresciuto, credo che un chiarimento con i vostri figli sia doveroso. Le pagine dei giornali vivono di notizie, in particolar modo di certe notizie e sono dell'avviso che determinate situazioni siano da discutere e chiarire nell'ambito della famiglia. Ciò che si trova scritto su carta può essere facilmente frainteso, soprattutto da ragazzi giovani e non del tutto maturi come Albus e Scorpius.”

Ginevra rimase fedele al silenzio, senza osare spostare lo sguardo sull'uomo che aveva di fianco. Sentì improvvisamente un senso di colpa lancinante, ancor più lancinante di quello provato per Harry.

“Cosa dovremm-?”

“La ringraziamo per il suo consiglio, Preside.” Il tono formale di Malfoy bloccò Ginevra, che rivolse alla professoressa uno sguardo dispiaciuto e rattristato. Draco, portatosi in piedi, afferrò il pastrano che aveva relegato sullo schienale della poltrona e lo assicurò saldamente all'avambraccio; in seguito, invitò Ginevra ad uscire. Quest'ultima, colta di sorpresa, guardò l'uomo e rivolse un flebile sorriso alla vecchia maga. “La ringrazio, Preside. Cercherò di parlare ad Albus quanto prima.”

La professoressa McGonall le rivolse un cenno cordiale, fissando la figura di Malfoy che si accingeva ad abbandonare lo studio.

“Signor Malfoy.” Chiamò, portandosi in piedi a sua volta e sostenendosi alla scrivania con ambedue le mani. “Non è mia intenzione giudicare se ciò che state vivendo è giusto o sbagliato, non sono nessuno per dire questo; tuttavia, conosco Ginevra da molto tempo, so quanto il suo carattere possa essere impulsivo, so quanto la sua famiglia sia importante per lei e sarei addolorata nel sapere che tutto ciò che sta affrontando, tutto ciò che sta mettendo a rischio, per lei, sia solo dettato dal... desiderio del momento. La ritengo una persona responsabile, signor Malfoy, degna del rispetto di chiunque, pertanto, anche lei, dia altrettanto rispetto.”

Gli occhi di Ginevra divennero umidi; con un gesto veloce della mano, la giovane donna scacciò il desiderio di piangere. Malfoy, al contrario, rimase immobile, con gli occhi rivolti alla porta. “Non è mia intenzione deluderla, professoressa.” Disse, uscendo nel corridoio, mentre Ginevra rivolgeva un ultimo saluto ed un flebile 'grazie' alla vecchia maga.

Rimasta sola, la professoressa McGonall tornò a sedere dietro la propria scrivania, curvando le labbra in modo impercettibile. “Oh, Albus.”

Dumbledore comparve nella cornice del proprio quadro, divertito, mentre si strofinava con fervore la lunga barba bianca. “Sei preoccupata, mia cara?”

L'anziana maga sospirò. “Tu non lo saresti, Albus? A volte mi domando cosa possa spingere due persone a rischiare tutto ciò che hanno per... per stare insieme.”

Albus sorrise. “E' un concetto complicato, ma sono certo che se la caveranno.”

“Provo pena per Harry, per Astoria e per i loro figli, Albus.”

“Mia cara,” Disse il vecchio ritratto. “La felicità non la si trova, va cercata. Si possono commettere degli errori, ma morire di rimpianti è un affar serio ed altrettanto doloroso. La vita è piena di strade, nessuna indicazione, nessuno che ti sappia dire dove andare. Dovranno percorrere il loro sentiero, scansare il sasso e saltare la fossa, ritrovare l'equilibrio nel loro cammino.”

“Che Merlino li protegga.” Concluse la donna.

“Andrà tutto bene, mia cara. Non mi reputare un uomo insensibile, ma posso avere una tazza di quel tuo delizioso tè?” Domandò Albus, come se tutta quella storia non preoccupasse affatto il vecchio Preside. Minerva sorrise e decise di seguire l'esempio di Dumbledore, “Accio tè.” Mormorò.

**


Note a fondo pagina: Questa brevissima storia è stata scritta per la Criticombola indetta da Criticoni, utilizzando il prompt 89 “Questioni di Equilibrismo” della cartella numero 5, il tutto qui. Inoltre, partecipa alla Big Damn Table con il prompt 023. Amanti. Mi sto seriamente sforzando di scrivere, quindi abbiate pazienza O/ e scusate l'eventuale dubbia qualità di ciò che scrivo.

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