L'Astuzia del Numero Uno

Harry Potter
Personaggi:
Rating: Giallo
Genere: Commedia
Note: One-shot
Numero parole: 2292
Introduzione: Quando Draco Malfoy vuole qualcosa è pronto a tutto. Anche andare in cura da un'analista.
L'Astuzia del Numero Uno


"Pride can stand a thousand trials."
(Kissing You – Des'ree)


Draco Malfoy non era un tipo dai nervi facilmente alterabili.

Il suo lavoro, la sua famiglia, lo stesso Club Esclusivo per Ricchi Investitori richiedevano una pazienza sconosciuta a gran parte della popolazione mondiale maschile. Eppure, il ticchettio di una semplice penna contro al tavolo stava abolendo tutto ciò che aveva faticosamente costruito.

"Potrebbe smetterla? Mi infastidisce."

"Chiedo scusa, signor Malfoy." Disse una donna, seduta dietro ad un'ampia scrivania. Secondo la targhetta affissa alla porta dello studio, la sua professione era quella di ribaltare le persone, di farle parlare e risolverne i problemi ― ovviamente, ad un prezzo. Si era presentata come un' analista, vocabolo che Draco Malfoy aveva fino ad allora totalmente ignorato. In quel momento, le circostanze erano tuttavia diverse: la donna percepiva una parte del suo reddito, ragione più che sufficiente per interessarsi a ciò che era.

"Veniamo al suo problema."

"Io non ho un problema." Precisò Draco. "Ho solo un fatto da esporre."

"Un fatto che la riguarda?" Domandò la donna, prendendo appunti su un piccolo taccuino.

"Cosa sta scrivendo?" Sbottò Draco, infastidito. La donna sollevò lo sguardo oltre la propria scrivania.

"Signor Malfoy, lei è un abile affarista. Vero?"

"Sì, il numero uno nel campo degli affari direi." Disse Draco, senza badare all'assenza completa di modestia.

"E le decisioni che prende son frutto della collaborazione con altre persone?"

"Ovviamente, no. Nessuno può dire a me come lavorare nella mia azienda."

La donna piegò le labbra in un sorriso di vittoria. "Allora, lasci che io faccia il mio lavoro. Tendenzialmente, non accetto di ricevere persone che credono di non aver bisogno di aiuto, ma ho preferito cogliere un segnale nella sua insistenza."

Draco Malfoy accavallò le gambe. "Ho una proposta da farle a questo proposito."

"Dica pure." Disse lei conciliante.

"Il motivo per cui siedo in questo suo... studio non dipende dalla mia volontà come lei avrà certamente intuito." Disse con tono volutamente sarcastico. "Se non fosse per mia madre non avrei sprecato tempo prezioso per una stupidaggine del genere."

La donna depose la penna ed il taccuino di fronte a sè, incrociando le mani sotto al mento. "Sì, ho vagamente intuito."

"Bene, quindi sono convinto che io e lei possiamo giungere ad un compromesso." Affermò Draco, regalandole un sorriso perfetto. "Io non voglio essere aiutato, ma dal momento che sono qui ciò potrebbe suggerirle qualcosa."

La donna osservò attentamente l'uomo, infine appoggiò le spalle alla propria poltrona di pelle. "Cosa intende dire, Signor Malfoy?"

"Se cercassi di spiegarglielo," Disse Draco, lisciando la propria cravatta con una mano. "Che analista sarebbe?"

La donna aggrottò la fronte, ferita nel suo orgoglio professionale. "Lei non vuole nessun aiuto, ma è qui. Inoltre, sta cercando di minare la mia professionalità e crede che se io la facessi uscire dal mio studio, lei non avrebbe modo di sentirsi in colpa e direbbe a sua madre che la responsabilità è esclusivamente dell'analista, che non ha saputo adiempiere al proprio dovere. E' molto astuto da parte sua."

Il sorriso di Draco svelò la dentatura bianca e perfetta. "Esser stato un Serpeverde ha i suoi vantaggi."

"Peccato per lei che non abbia alcuna intenzione di farla uscire."

Draco incrociò le braccia al petto. "Ma io non voglio essere aiutato." Sentenziò. "Non può costringere una persona a parlare, a meno che non usi metodi più espliciti." Sogghignò, lasciando cadere lo sguardo sul petto della donna.

"Molto divertente, Signor Malfoy." Disse l'analista, aggiustandosi di riflesso il colletto della camicetta. "Ma ho la soluzione al suo problema."

Draco non diede a vedere la propria sorpresa.

"Lei non vuole essere aiutato, tuttavia paga una parcella discretamente alta e non certo per il bene di sua madre."

Draco Malfoy borbottò, cambiando posizione. "Questo mi fa supporre che lei vuole esser aiutato, ma non lo ammetterebbe mai."

"Devo ammettere che è brava nel suo mestiere." Disse Draco, liberando un ghigno dalle labbra.

La donna non badò a tali parole. "Quindi lei non avrà bisogno di ammettere niente; io l'aiuterò senza che lei debba dire altro. In questo modo, lei avrà tenuto fede al proprio orgoglio ed io avrò concluso un lavoro."

"Mi pare un ottimo compromesso." Asserì Malfoy.

Il corpo della donna si rilassò visibilmente, mentre la figura longinea dell'uomo rimase impeccabilmente seduta di fronte alla scrivania.

"Dunque, signor Malfoy, chi è il soggetto della nostra piacevole discussione?"

Draco allargò le braccia, adagiandole comodamente sui braccioli della poltrona. Sorrise senza alcun velo di ironia nella propria espressione. "Una donna."

L'analista non si scompose, semplicemente attese un'altra confessione. "Una donna," Continuò Draco. "L'ho conosciuta qualche anno fa ad una festa di beneficienza organizzata dalla mia famiglia. In realtà, sapevo chi fosse senza bisogno di presentazioni." Lo sguardo di Malfoy tornò ad infondere una certa dose di malizia.

"Aveva già avuto modo di incontrarla?" Domandò l'analista, scribacchiando sul proprio taccuino.

"La sua famiglia, esattamente come la mia, ha frequentato Hogwarts per generazioni."

La donna premette gli occhiali sul naso, senza staccare lo sguardo dal proprio taccuino. "Questa donna che motivo avrebbe per portarla in questo studio? Ovviamente, come accordato, mi riferisco ad una semplice situazione ipotetica."

Draco sollevò il volto in modo altezzoso, liberando l'ennesimo ghigno. "Ho fatto sesso con lei."

L'analista sollevò velocemente lo sguardo con la bocca parzialmente aperta. Draco sorrise con sguardo innocente. "Perché quell'espressione? Ho detto qualcosa di sconveniente?"

La donna emise un colpo di tosse nervoso. "N-no, ma è certo che non abbia bisogno di un sessuologo?"

"No, affatto." Disse Malfoy con tono sicuro. "Lei non ha mai fatto sesso con un suo paziente?"

"Certo che no!" Sbottò la donna, arrossendo vistosamente.

"Avanti," Incalzò Draco. "Fuori da questa stanza è una donna come tutte le altre." Disse, umettando le proprie labbra con la punta della lingua.

"Vuole forse provocarmi?" Sbottò la donna, osservando l'aria placida ostentata dal proprio cliente.

Malfoy accarezzò con le esili dita il bracciolo della poltrona. "Una donna che si circonda di pelle pregiata come questa ha solo una cosa in mente."

L'analista serrò le mani di fronte a sé, tentando di mantenere un'espressione forzatamente cordiale. "Signor Malfoy, forse sta perdendo di vista lo scopo di questo colloquio."

L'uomo rispose e sembrò più interessato a contemplare l'arredamento in una sorta di sfida silenziosa. "Fino ad allora ho sempre creduto che si trattasse di un'avventura occasionale, una di quelle che più di una volta ho avuto modo di sperimentare." Disse, rimanendo in silenzio per qualche secondo.

"Invece?" Sbottò l'analista.

"Invece, niente." Draco Malfoy si scostò una ciocca di capelli dagli occhi con movenze teatrali.

L'analista aggrottò la fronte. "Come niente?"

"Niente. Non sa cosa vuol dire, forse?" Domandò Malfoy, divertito dalla reazione che le sue parole avevano suscitato.

La donna serrò con forza la mano attorno alla penna con la quale aveva ripreso a scrivere. "Il suo discorso, signor Malfoy, presupponeva un seguito."

"Non esiste un seguito," Disse con tono lascivo. "Dopo quella notte non ho avuto il piacere di vederla di nuovo."

"Quindi, ammette che rivederla sarebbe stato un piacere." Sottolineiò la donna.

"Può darsi di sì," Osservò Malfoy. "Come di no. Lei baserebbe tutto su una scopata?"

"SIGNOR MALFOY." L'espressione della donna divenne livida.

"Oh, non faccia la pudica. Si tratta di un vocabolo perfettamente esistente e comunemente utilizzato." Disse l'uomo, fingendosi scandalizzato. "Ad ogni modo, lei come giudicherebbe una donna che va a letto con un uomo come me e sparisce il giorno successivo senza lasciare traccia della propria esistenza?"

"Una donna stupida, ma allo stesso tempo intelligente."

"Immaginavo che lo avrebbe detto, ma non la pago per questo."

La donna sospirò. "Signor Malfoy, ha mai pensato di fare ricerche per sapere dove fosse? Non mi dica che con tutto il suo potere non ne sarebbe in grado."

Le labbra di Malfoy si piegarono in un sottile sorriso. "Oh, ma è esattamente quello che ho fatto."

L'analista lo guardò, stordita. Man a mano che quella visita bizzarra si protraeva nel tempo, la sua pazienza professionale subiva un crollo vertiginoso. Dopo qualche secondo di silenzio, Malfoy si portò in piedi, seguito dallo sguardo della donna. "E credo di esser riuscito nel mio intento."

Sorpresa, la donna sgranò lo sguardo. "Ha intenzione di abbandonare questa seduta? Una dipartita prematura non prevede sconti sulla parcella."

"Non sarà necessario; mi fissi il prossimo appuntamento."

La donna aggrottò la fronte. "Ne è sicuro? Sono passati a malapena venti minuti da quando si è seduto." Disse, porgendo un biglietto da visita all'uomo.

"Più che certo." Confermò Draco. "Lei lo è?"

L'espressione della donna si fece ulteriormente sorpresa. "E' la prima volta che un paziente lascia questo posto in tempi così brevi. Devo ammettere che averla come paziente è altamente stimolante. Professionalmente, ovvio."

"Ovvio." Ripeté Malfoy, procedendo verso la porta dello studio. "Non dubiti della propria bravura signorina, oggi ho fatto grandi progressi e la prossima volta avrò premura di aiutarla a valutare la qualità di questa pelle." Aggiunse, poco prima di sparire nella piccola sala d'attesa.

La donna, rimasta sola, fissò la poltrona che aveva fino ad allora ospitato Draco Malfoy. La morsa allo stomaco che l'aveva torturata per tutto il tempo della visita si attenuò di colpo, facendole provare un notevole sollievo.

"Molto astuto." Disse tra sé e sé, estraendo dal cassetto della propria scrivania una targhetta dorata che aveva accuratamente nascosto. Con cura la depositò di fronte a sé, con il proprio nome rivolto verso la porta dello studio e sospirò sconfitta, ma inconsapevolmente soddisfatta.



Note a fondo pagina: Dopo diverso tempo mi ritrovo a scrivere la parola fine ad una storia dove a farla da protagonisti sono nuovamente Draco e Ginny. Ovviamente, tolta l'immagine finale potrebbe trattarsi di chiunque voi desideriate. Questa è la quarta storia scritta per l'iniziativa di Temporal-mente e finalmente anche per la Big Damn Table! I credit principali per l'immagine da me creata vanno a ShabbyPrincess e SylvieVC.

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